Vogliamo la tv: fate largo alle opinioniste nei talk show
“Opinionisti donne ne abbiam o?” scriveva ironicamente su Facebook la sociologa Giorgia Serughetti all’indomani del voto del 4 marzo. Improvvisamente, infatti, i salotti dei vari talk show si erano riempiti di giornalisti ed esperti di politica. Anche – finalmente – quelli finora schifati perché non schierati o da sempre all’opposizione, ma solo nella versione giacca e cravatta. Impossibile intravedere una gonna, quasi che le giornaliste o esperte di politica con approccio radicale, e magari filo 5Stelle o Lega, siano una razza inesistente.
FORSE PERCHÉ la donna è considerata moderata per definizione (anzi per stereotipo), oltre che disinteressata alla politica, perché nell’immaginario normalmente dedita alle soft news, costume, gossip, lifestyle. Sta di fatto che, mentre i giornali facevano le pulci alla politica sulle quote rosa in Parlamento, dell’assenza di opinioniste politiche nessuno si è accorto. E l’embargo continua tranquillo anche oggi, nell’indifferenza generale. Chi tenti di chiedere come mai si verifichi questa situazione ottiene risposte bizzarre. La più comune? “Non ce ne sono”. Strano, vista la percentuale di donne laureate in Scienze Politiche col massimo dei voti, oltre che di giornaliste che di politica scrivono tutti i giorni.
Oppure: “Non verrebbero in televisione, sono meno narcisiste”. Tesi curiosa, visto che per sapere se le donne davvero non verrebbero in televisione occorrerebbe quanto meno chiederglielo. Quanto al narcisismo, siamo sempre alla vecchia storia per cui le donne sarebbero più schive e meno esibizioniste, quando nessuna ricerca lo dimostra (e, anzi, fin troppe depressioni nascono dal volerci sempre nell’ombra del privato). Invece, sorpresa, anche le donne vorrebbero che ogni tanto il loro sano egocentrismo fosse gratificato. E, soprattutto, incredibile, vorrebbero dire la loro. Ovunque e, dunque, persino in tv.