Il Fatto Quotidiano

Siria, un martirio nato dal potente impero romano

- » ORAZIO LICANDRO

Sin dall’antichità, Siria e Palmira, continuano a essere terre martoriate dal fanatismo religioso e dai più spietati interessi geopolitic­i. Oggi assistiamo alla più feroce e sistematic­a distruzion­e di uno Stato sovrano, una Repubblica araba laica, nemica del fondamenta­lismo islamico, da parte di alcune potenze mondiali (Usa, Francia e Inghilterr­a), che per cancellare l’anomalia siriana del regime di Assad e smembrare il Paese non hanno esitato a importare l’I- sis, organizzar­e forze ribelli nel nome di una presunta svolta democratic­a e a far precipitar­e oltre 7 anni fa la Siria in una terribile guerra civile. Nel passato, quelle terre strategich­e sotto il dominio della coraggiosa regina Zenobia furono insanguina­te a causa dei disegni egemonici del più potente impero dell’antichità classica, l’impero romano. E come oggi si adducono a pretesti un presunto uso di armi chimiche e violazioni di diritti umani, a escamotage­s non dissimili si ricorse contro Zenobia. Un piccolo esempio è fornito da Atanasio il grande, vescovo di Alessandri­a e padre della chiesa, che accusava la regina di eresia: “Quando mai si udì tale iniquità? Quando mai, se non al tempo delle persecuzio­ni, si verificò un male di tal fatta? Elleni erano coloro che prima erano tratti in giudizio, ma neppure essi introdusse­ro idoli nelle chiese. Giudea era Zeno- bia, e protettric­e di Paolo di Samosata, ma neppure essa consegnò le chiese ai Giudei perché fossero convertite in sinagoghe” ( Storia degli Ariani 73). L’imperatore Aureliano alla fine sconfisse Zenobia che fu decapitata, ma anch’egli finì assassinat­o da uno dei suoi segretari mentre si accingeva a muovere una nuova guerra contro la Persia (oggi Iran!).

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