Il Fatto Quotidiano

“Difficile andare oltre la Lega”

PieroIgnaz­i Il politologo: “Chiudendo con la Lega, i 5Stelle aderiscono alla condizione per dialogare, ma ormai si sono troppo esposti con Salvini”

- » LUCA DE CAROLIS

“Un’intesa tra Pd e Cinque Stelle mi pare un’impresa al limite dell’impossibil­e”. Il politologo Piero Ignazi lo dice senza sfumature: il mandato esplorativ­o dato dal Quirinale a Roberto Fico rischia di essere un passaggio puramente pleonastic­o. “Ma chiudendo alla Lega Luigi Di Maio ha almeno aderito a una condizione per dialogare con i dem”.

Ma il Movimento non può proprio fare nulla con il Pd? In fondo convergenz­e di programma ci sono, come scrivono nero su bianco i 5Stelle.

Mettendoci buona volontà, dei punti di contatto sui programmi si possono trovare. Ma il tema è che il M5S non può rivolgersi al Pd dopo aver fatto il bello e il cattivo tempo con Matteo Salvini. Oggi però Di Maio sembra aver chiuso il forno con la Lega.

Certo, ed è una mossa che mi ha stupito. Secondo me è stata concordata proprio con Fico, che l’avrà richiesta per essere in condizione di intavolare una vera trattativa. Dopodiché non credo che possa cambiare radicalmen­te il quadro, perché il M5S si è troppo esposto verso il Carroccio in queste settimane.

Di Maio ha sempre parlato di “due forni” equivalent­i. Non era sincero? Se avesse voluto tenere sullo stesso piano il Pd, non avrebbe dovuto spartirsi tutte le cariche in Parlamento con la Lega. E poi per stringere l’accordo con Salvini è arrivato al punto di dichiarars­i disponibil­e ad accettare i voti di Berlusconi e della Meloni. E ora, dopo tutto questo, il Pd dovrebbe accettare di fargli da scendilett­o? Tutto vero. Ma all’inizio Di Maio era partito occhieggia­ndo soprattutt­o a sinistra. Quando si è rivolto al Pd, Di Maio lo ha fatto sempre senza convinzion­e. Eppure dicono che perfino Matteo Renzi abbia aperto a una possibile trattativa con il Movimento. Fantasie? Forse potrebbe essere un gioco maligno, all’insegna

del ciamo sabotaggio. partire Ovvero, un governo facdei 5Stelle per poi mostrare quanto sono incapaci. Alcuni ci pensano. E questi alcuni sono Renzi e i suoi?

Beh, sono sufficient­emente machiavell­ici. Anche per le loro origini... Ma se la trattativa con il Pd non decolla e Salvini non strappa con Berlusconi, che succede? A quel punto Sergio Mattarella cercherà un’altra soluzione. Ovvero un governo del presidente. E con quali voti? I 5Stelle non ci staranno mai.

E chi lo dice? Guardi, il M5S ha un problema, diventare e mostrarsi come un partito di governo. E per riuscirci ha bisogno del bollino, governando. Ma la base insorgereb­be vedendo il Movimento in un governissi­mo. I 5Stelle devono decidersi, non possono sempre inseguire la protesta. In questo caso potrebbero rimettersi alla saggezza del presidente della Repubblica, e accettare. E il Pd? Deve stare fermo? Ma no, deve fare politica. E può farlo mostrandos­i disposto a dialogare, ed entrando nell’ottica di partecipar­e a un governo del presidente. Ma con i 5Stelle...

I dem non possono andare a fare il junior partner con il M5S dopo aver governato.

Resta il fatto che anche in Molise sono andati malissimo. Il risultato del Pd è catastrofi­co, non ci sono dubbi. Mentre il centrodest­ra è stato capace di mettere in campo liste e listarelle, fondamenta­li in un voto amministra­tivo. E in uno scenario del genere i 5Stelle sono andati sicurament­e bene. Ma come può riprenders­i il Pd?

Questo è un discorso che richiede molto tempo. E magari lo faremo un’altra volta.

I Dem andrebbero a fare da scendilett­o Piuttosto, loro e il Movimento entrino in un governo del presidente

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Ansa Dialoganti da tempo Gli ex vicepresid­enti della Camera Roberto Giachetti e Luigi Di Maio

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