I “neri” anti-immigrati con navi ed elicotteri E una app “patriottica”
La “rete” europea entrata in azione nel Mediterraneo e poi sulle Alpi
Prima una nave utilizzata contro le Ong nel Mediterraneo. Poi elicotteri, un aereo, diversi suv e logistica per un centinaio di militanti pronti a bloccare i migranti sulle Alpi. Hanno i contatti giusti con i media e attivisti formati per non pronunciare mai la parola sbagliata. Organizzazione e militanza, ma anche soldi e ricco merchandising.
GENERAZIONE identitaria non è la solita sigla dell’estrema destra. Mai un braccio teso, non parlano di razzismo, ma puntano alla deportazione di tutti i migranti. Addestrati e impermeabili. Non comunicano i dettagli dei loro incontri – gli indirizzi li inviano solo a chi li contatta per email, dopo opportuno screening – e a chi chiede di partecipare aimeeting, come quello tenuto a Londra il 14 aprile scorso, impongono di dichiarare di non essere “giornalista o attivista”. L’indirizzo della sede romana viene tenuto riservato, come i conti delle loro missioni, dalla nave xenofoba C Star, lanciata in operazioni anti Ong nel Mediterraneo centrale, fino al blocco della frontiera sulle Alpi, col supporto di elicotteri e un aereo. Si sa solo che per la nave avevano raccolto oltre 200 mila dollari.
Organizzano azioni mediatiche per dettare l’agenda politica sulla questione migrazione. Sono, però, solo la punta visibile di una struttura riservata. Per comunicare all’interno della rete di militanti stanno per distribuire una app, chiamata Patriot Peer, che dichiara di “unire la maggioranza silenziosa”. Chi è iscritto può vedere dove sono gli altri militanti, fino a un raggio di 5 chilometri; scambiandosi un QR code si può riconoscere e autenticare gli altri attivisti. Se partecipi alle iniziative, guadagni punti che ti permettono di salire di livello nell’organizzazione. La promuove Martin Sellner, espulso già due volte dalla Gran Bretagna, leader del gruppo in Austria e membro del board ristretto dell’operazione Defend Europe, la sigla utilizzata come marchio delle azioni anti migranti. Pochi giorni fa ha annunciato su Youtube che ormai l’applicazione è in fase beta e tra poco potrà diventare operativa. Sellner non è un semplice militante. È socio e attivissimo promotore della società che a livello mondiale distribuisce il merchandising dell’organizzazione, l’austriaca Phxe Creatives Og, proprietaria del marchio Phalanx Europa. Nello store ci sono le divise di Generazione Identitaria, dal- le felpe alle magliette, dalle spille agli adesivi, dai libri di area ai poster. Un giro di affari che cresce. E conti correnti aperti in mezza Europa.
LA SEGRETEZZAe la paura dei giornalisti undercover sono una vera ossessione. Il sociologo francese Samuel Bouron nel 2014 è riuscito a infiltrarsi per più di un anno a ll ’ interno del gruppo identitario francese, raccontandolo dall’interno. “L’ingresso negli Identitari – si legge nel saggio pubblicato sulla rivista Agone– segue un processo standardizzato. Il primo contatto si stabilisce normalmente via email, salvo quando il nuovo attivista è introdotto da altri militanti. Un componente dell’organizzazione è a quel punto scelto per svolgere il ruolo di ‘padrino’, che deve verificare se le motivazioni del candidato siano plausibili, coerenti e conformi alla linea politica”. La formazione dei quadri che verranno poi utilizzati nelle azioni è affidata ai campi di addestramento identitari, organizzati da due militanti storici dell’estrema destra francese: “Ogni giorno quindici minuti di corsa, poi stiramenti, conferenze, sezione di Boxe, atelier pratico”, racconta Bouron. A quel punto scattano ulteriori filtri, con interviste dettagliate e incalzanti.
La segretezza è stata la linea seguita per la missione navale dello scorso anno, con la C Star. Solo nel corso di una conferenza stampa congiunta tra Generazione Identitaria, Mario Borghezio della Lega e Gabriele Adinolfi (cofondatore di Terza posizione) del 19 febbraio scorso, Gian Marco Concas – ex ufficiale della Guardia Costiera, a capo della parte tecnica delle azioni contro i migranti nel Mediterraneo – ha parlato di “una seconda nave” che sarebbe entrata in azione dalla Spagna, “con attrezzature per identificare e monitorare le navi delle Ong”. Una informazione finora tenuta riservata.
Le regole
Per entrare serve un “padrino”, si addestrano e ora potranno “riconoscersi” cogli smartphone