Tim, sfida Vivendi-Elliott rinviata al 4 maggio
Il giudice dà ragione ai francesi, non si possono revocare consiglieri già dimissionari. Oggi si vota solo il bilancio
L’assemblea
degli azionisti di Tim (Telecom Italia) oggi voterà solo il bilancio 2017. La sfida sul controllo della società è rinviata al 4 maggio, quando una nuova assemblea dovrà eleggere il nuovo consiglio d’a mm i n istrazione dopo la decadenza di quello attuale in seguito alle dimissioni della maggioranza dei suoi membri.
IL GIUDICE CIVILEdi Milano Elena Riva Crugnola ha accolto infatti il ricorso presentato dal cda di Tim e dal primo azionista, la francese Vivendi. La partita giudiziaria, poco rilevante per i destini dell’azienda e destinata a fare contenti soprattutto gli avvocati, è stata innescata dalla richiesta del fondo americano Elliott di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea di oggi con la proposta di revoca e sostituzione di sei consiglieri eletti da Vivendi, a partire dal presidente Arnaud de Puyfontaine. Gli uomini del finanziere bretore Vincent Bolloré hanno reagito facendo dimettere otto consiglieri, la metà più uno dei 15 in carica, e provocando l’automatica decadenza di tutto il consiglio, che ha convocato l’assemblea del 4 maggio per l’elezione del nuovo organo.
È stato il collegio sindacale a imporre al cda di lasciare nell’ordine del giorno dell’assemblea convocata per questa mattina a Milano le proposte di Elliott. Contro la decisione del collegio sindacale è stato fatto il ricorso al tribunale di Milano che ha dato ragione alla società e al suo primo azionista: secondo il giudice non c’è ragione di mettere in votazione la revoca di consiglieri già dimissionari. Elliott potrà giocare le sue carte per il rinnovamento dei vertici di Tim tra dieci giorni. L’assemblea di oggi si limiterà all’approvazione del bilancio e alle altre deliberazioni tecniche che di norma l’accompagnano.
Per Vivendi quella di ieri è una vittoria di tappa che non sposta di molto i termini della contesa. Il 4 maggio gli azionisti dovranno scegliere tra due liste con dieci nomi presentate dai due contendenti: chi vince si prende dieci posti in cda, chi perde piazza cinque consiglieri di minoranza. Vivendi si presenterà con il 23,9 per cento delle azioni, Elliott con circa il 9 per cento a cui va aggiunto il 4,26 per cento della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) scesa in campo su ordine del governo.
TRA I DUE SCHIERAMENTI c’è una distanza del 10 per cento, ma l’esito verrà deciso dai fondi d’investimento che partecipano in genere alle assemblee di Tim con circa il 30 per cento totale. Sulla carta la soluzione Elliott sembra favorita visto che l’Assogestioni (associazione dei fondi comuni) ha preso l’inedita decisione di non presentare una sua lista e ha espresso preferenza per le proposte di Elliott e del governo. La strategia di Elliott è caratterizzata dall’accento posto sul disegno di scorporare la rete telefonica dalle attività di servizio e di unirla alla nuova rete pubblica in fibra ottica di Open Fiber (50 percento Enel, 50 per cento Cdp).
Comunque vada il voto del 4 maggio l’amministratore delegato Amos Genish sarà rieletto in cda. Finora ha dato segnali di disponibilità a continuare il suo lavoro con qualsiasi azionariato.