Il Fatto Quotidiano

Tim, sfida Vivendi-Elliott rinviata al 4 maggio

Il giudice dà ragione ai francesi, non si possono revocare consiglier­i già dimissiona­ri. Oggi si vota solo il bilancio

- » GIORGIO MELETTI

L’assemblea

degli azionisti di Tim (Telecom Italia) oggi voterà solo il bilancio 2017. La sfida sul controllo della società è rinviata al 4 maggio, quando una nuova assemblea dovrà eleggere il nuovo consiglio d’a mm i n istrazione dopo la decadenza di quello attuale in seguito alle dimissioni della maggioranz­a dei suoi membri.

IL GIUDICE CIVILEdi Milano Elena Riva Crugnola ha accolto infatti il ricorso presentato dal cda di Tim e dal primo azionista, la francese Vivendi. La partita giudiziari­a, poco rilevante per i destini dell’azienda e destinata a fare contenti soprattutt­o gli avvocati, è stata innescata dalla richiesta del fondo americano Elliott di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea di oggi con la proposta di revoca e sostituzio­ne di sei consiglier­i eletti da Vivendi, a partire dal presidente Arnaud de Puyfontain­e. Gli uomini del finanziere bretore Vincent Bolloré hanno reagito facendo dimettere otto consiglier­i, la metà più uno dei 15 in carica, e provocando l’automatica decadenza di tutto il consiglio, che ha convocato l’assemblea del 4 maggio per l’elezione del nuovo organo.

È stato il collegio sindacale a imporre al cda di lasciare nell’ordine del giorno dell’assemblea convocata per questa mattina a Milano le proposte di Elliott. Contro la decisione del collegio sindacale è stato fatto il ricorso al tribunale di Milano che ha dato ragione alla società e al suo primo azionista: secondo il giudice non c’è ragione di mettere in votazione la revoca di consiglier­i già dimissiona­ri. Elliott potrà giocare le sue carte per il rinnovamen­to dei vertici di Tim tra dieci giorni. L’assemblea di oggi si limiterà all’approvazio­ne del bilancio e alle altre deliberazi­oni tecniche che di norma l’accompagna­no.

Per Vivendi quella di ieri è una vittoria di tappa che non sposta di molto i termini della contesa. Il 4 maggio gli azionisti dovranno scegliere tra due liste con dieci nomi presentate dai due contendent­i: chi vince si prende dieci posti in cda, chi perde piazza cinque consiglier­i di minoranza. Vivendi si presenterà con il 23,9 per cento delle azioni, Elliott con circa il 9 per cento a cui va aggiunto il 4,26 per cento della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) scesa in campo su ordine del governo.

TRA I DUE SCHIERAMEN­TI c’è una distanza del 10 per cento, ma l’esito verrà deciso dai fondi d’investimen­to che partecipan­o in genere alle assemblee di Tim con circa il 30 per cento totale. Sulla carta la soluzione Elliott sembra favorita visto che l’Assogestio­ni (associazio­ne dei fondi comuni) ha preso l’inedita decisione di non presentare una sua lista e ha espresso preferenza per le proposte di Elliott e del governo. La strategia di Elliott è caratteriz­zata dall’accento posto sul disegno di scorporare la rete telefonica dalle attività di servizio e di unirla alla nuova rete pubblica in fibra ottica di Open Fiber (50 percento Enel, 50 per cento Cdp).

Comunque vada il voto del 4 maggio l’amministra­tore delegato Amos Genish sarà rieletto in cda. Finora ha dato segnali di disponibil­ità a continuare il suo lavoro con qualsiasi azionariat­o.

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LaPresse L’azienda contesa Il tribunale accoglie il ricorso di Bolloré (a destra). Il 4 maggio la conta dei voti per il cda. In basso, Amos Genish
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