Sindaco ucciso, un carabiniere nell’indagine
Napoli manda gli atti sul militare ai pm che dal 2010 cercano gli assassini di Vassallo
C’è
un filo sottile che collega l’arresto del carabiniere Lazzaro Cioffi, accusato di aver protetto il traffico di droga colombiana del clan Ciccarelli al Parco Verde di Caivano (Napoli), con le indagini sull’omicidio del sindaco Pd di Pollica (Salerno) Angelo Vassallo avvenuto il 5 settembre 2010 e rimasto ancora senza colpevoli.
È UN FILO che potrebbe spezzarsi se non dovessero esserci riscontri. Ma che potrebbe invece irrobustirsi grazie al travaso di informazioni tra la Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha arrestato il carabiniere e la Dda di Salerno che indaga sul delitto Vassallo.
Ieri il pm napoletano Mariella Di Mauro ha trasmesso ai colleghi della Procura sa- lernitana le carte dell’ordinanza di custodia cautelare del brigadiere, che ha lavorato a lungo al Nucleo investigativo di Castello di Cisterna (Napoli). Il magistrato sa che nei mesi scorsi la Dda di Salerno ha sentito alcuni collaboratori di giustizia che hanno parlato di Cioffi (a giorni ne riceverà i verbali). E sa pure che il brigadiere ha fatto parte di una squadra investigativa agli ordini dell’ufficiale dell’Arma che fu indagato – e poi archiviato – per concorso nell’omicidio di Vassallo. Maturato, secondo le uniche piste investigative rimaste in piedi, nel contesto del traffico di droga al porto di Acciaroli, spacciata da persone forse colluse con la camorra napoletana, che il sindaco aveva cercato di contrastare in ogni modo. Fino al punto di partecipare personalmente a delle vere e proprie “ronde” insieme ai vigili urbani per stanare i pusher che innaffiavano di cocaina i locali della movida. Cioffi fu a sua volta oggetto di accertamenti degli inquirenti, che diedero esito negativo, proprio per i suoi stretti rapporti con l’ufficiale indagato (e poi archiviato), del quale era un “fedelissimo”.
Pochi giorni prima di essere ucciso, Vassallo confidò ad alcuni amici di aver scoperto “qualcosa che avrebbe preferito non sapere”. Un mistero che si è portato nella tomba. Un segreto che non si svela – secondo i familiari del sindaco – anche per colpa delle reticenze di concittadini che sanno, ma non hanno detto tutto agli inquirenti.
DA QUASI OTTO ANNI il fratello del primo cittadino, Dario Vassallo, anche attraverso una Fondazione che porta il nome del “sindaco pescatore”, si batte per conservare il ricordo dell’amministratore che portò il suo borgo marinaro in cima alle classifiche per qualità della vita e per accoglienza turistica. Così quando nei mesi scorsi pareva imminente l’a r c h iviazione delle indagini sull’omicidio, la Fondazione Vassallo ha organizzato una marcia che si è svolta il 10 febbraio e arrivò sino al luogo dove furono esplosi i nove colpi di pistola. Parteciparono in mille, tra cui sindaci e assessori provenienti da mezza Italia, per chiedere di non abbandonare il caso. Negli interventi in piazza Dario Vassallo tornò a battere il tasto del coinvolgimento di alcuni militari d e ll ’ Arma. Fu ricordata la presenza di un carabiniere che villeggiava a cinquanta metri dall’omicidio ma dichiarò di non aver sentito i nove colpi di pistola (non era Cioffi). Il figlio di Angelo, Antonio Vassallo, disse: “Vogliamo sapere cosa è successo quella notte. C’è un carabiniere che dice di non aver sentito niente ma era lì, vorremmo che si battesse ancora questo chiodo, e quello di tanti carabinieri intorno a questa storia”.
La Dda di Salerno ha definitivamente archiviato un filone d’inchiesta. Ma ne ha aperto un altro, lo sfondo resta quello della droga. Proprio oggi alle 17.30 il Comune di Napoli e la Fondazione Vassallo ricorderanno il sindaco pescatore al Teatro San Carlo con un dibattito sugli amministratori minacciati dalle mafie. Parteciperà anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.
Il brigadiere Arrestato per droga, era un fedelissimo dell’ufficiale già coinvolto nell’inchiesta