Il Fatto Quotidiano

“Alfie è italiano”: corsa a ostacoli per salvargli la vita

Corsia d’emergenza Il governo concede la cittadinan­za al bimbo per far proseguire le cure. Gli appelli del Papa e il rebus diplomatic­o

- » ENRICO FIERRO

La tragedia del piccolo Alfie Evans ora rischia di trasformar­si in un caso diplomatic­o tra Regno Unito e Italia. Perché da ieri il bambino è cittadino italiano.

La decisione di concedergl­i la cittadinan­za è dei ministri degli Esteri, Angelino Alfano, e dell’Interno, Marco Minniti, che in una nota auspicano “che l’essere cittadino italiano permetta al bambino l’immediato trasferime­nto in Italia”.

Alfie è il piccolo di 23 mesi affetto da una malattia neurologic­a sconosciut­a ricoverato all’ospedale pediatrico di Liverpool Alder Hey’s. Per lui varie Corti hanno preso atto dei diversi pareri medici che hanno stabilito l’impossibil­ità del bambino di sopravvive­re alla malattia, decidendo di staccare la spina dei macchinari che lo tengono in vita.

Una storia tragica, che devasta la vita dei giovanissi­mi genitori di Alfie, Tom e Kate, mobilita gruppi di opinione e movimenti che si oppongono alla eutanasia, e che ha innescato una lunga battaglia legale arrivata fino alla Corte europea dei diritti umani, che ieri ha comunicato di non voler interferir­e nella vicenda. Ma sempre nella giornata di ieri la decisione della direzione dell’ospedale pediatrico di sospendere e rinviare di qualche ora l’operazione di spegnere i macchinari che tengono in vita il bambino, ha scatenato altre proteste e nuovi ricorsi legali.

I medici non possono decidere, è la tesi degli avvocati, devono tornare davanti al giudice, per l’esecutivit­à della sentenza non basta la sola autorità dell’Ospedale.

In serata nuovo colpo di scena, Anthony Hayden, il giudice della Corte di Appello britannica che nei giorni scorsi ha firmato il verdetto che autorizza i medici a staccare la spina al bambino, ha deciso di aspettare ancora qualche ora per avere un confronto “urgente” con i legali italiani che assistono la famiglia Evans.

Evidenteme­nte a rendere più complessa dal punto di vista giuridico la vicenda è il fatto che da ieri il piccolo Alfie è a tutti gli effetti cittadino italiano.

Il padre lo aveva detto: “Ora mio figlio appartiene all’Italia, attendiamo che il ministro degli Esteri italiano chiami Boris Johnson”.

IL PADRE DEL PICCOLO “si è immediatam­ente rivolto alla Corte con la richiesta di permettere al governo italiano di intervenir­e nel caso per rappresent­are il proprio cittadino e garantirne il ritorno in Italia”, ha spiegato il Christian Legal Center.

Sempre ieri, Mariella Henoc, presidente dell’Ospedale Bambin Gesù, che si è offerto di assistere e curare il bambino, è stata a Liver- pool, ma le autorità sanitarie dell’ospedale si sono rifiutate di riceverla.

“Sono stata in sala d’attesa con i genitori, l’ospedale non mi ha ricevuta. Ero davanti alla sala di rianimazio­ne, i medici facevano avanti e indietro ma nessuno mi ha parlato. Io sono andata a Liverpool per portare la vicinanza del Papa (che ieri sera ha rinnovato l’appello alla vita del piccolo, ndr) la mia solidariet­à e quella di tante mamme, ma anche per vedere se era possibile aprire un dialogo. Non si può fare altro”.

Per Maria Pia Garavaglia, vicepresid­ente del Comitato Nazionale di Bioetica, “i genitori di Alfie ora sono liberi di decidere per lui. Perché adesso è un cittadino italiano e in Italia, per quanto riguarda i minori, le scelte sulla prosecuzio­ne o meno delle terapie le prende chi ha la potestà genitorial­e. Abbiamo una legge esplicita sul fine vita ed è evidente che, con l’acquisizio­ne della cittadinan­za italiana, si applicherà quella”.

Questo caso “ha reso evidente che in Gran Bretagna manca una legge come la nostra, che serve proprio a evitare discrezion­alità nella gestione di situazioni come questa”.

Dall’Italia, in pieno accordo con i legali inglesi della famiglia, sono pronti a partire altri ricorsi all’Unione europea. “Abbiamo identifica­to un percorso che ci porta a verificare la validità dell ’ applicazio­ne dell’arti colo 265 del trattato di funzioname­nto dell’Unione europea – dice il professor Stefano Zunarelli dell’Università di Bologna –, secondo noi le decisioni delle autorità britannich­e evidenzian­o una palese violazione del diritto alla libera circolazio­ne degli individui e alla libertà di prestazion­e di servizi. La concession­e della cittadinan­za italiana al bambino non fa che rafforzare questa impostazio­ne”.

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Afp/LaPresse Sostenitor­i I supporter di Alfie che ieri hanno anche tentato di entrare nell’ospedale e, sotto, i genitori
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