Il Fatto Quotidiano

Fico chiama il Pd, renziani fuori di testa. E Di Maio saluta Salvini

ULTIMO GIRO Mattarella lo incarica, Orfini e Marcucci lo sabotano, Martina li ferma

- » LUCA DE CAROLIS

■ Il presidente della Camera ha tempo fino a giovedì per consultare i Democratic­i e i Cinque Stelle e vedere se c’è lo spazio per formare un governo. L’ingresso non promette bene

Tre personaggi e uno scaricato: probabilme­nte per sempre. Partendo dal Sergio Mattarella che non ne può più e allora si affida al grillino della prima ora, quel Roberto Fico con il cuore molto a sinistra. E gli chiede di verificare se esiste un’ipotesi di trattativa tra il M5S e il Pd diviso in tribù, e solo quello, perché di centrodest­ra non vuole sentire più parlare. Così Luigi Di Maio si mette sulla scia del Quirinale e scarica tramite post Matteo Salvini, o almeno ostenta di farlo: “Ho capito che il segretario della Lega non vuole assumersi responsabi­lità di governo, non si dica che non ci ho provato fino alla fine, ma ora buona fortuna”. Saluti da fine ultimatum, più volte minacciato proprio per la giornata di ieri. Brutali, e quasi definitivi.

QUASI , perché le consultazi­oni sono un gioco dell’Oca senza scadenza. Così una fonte di peso in tarda serata sussurra: “Il post di Di Maio legge la situazione attuale”. Tradotto, oggi Salvini è fuori e il Pd è dentro, unico interlocut­ore al tavolo come pretendeva da giorni. Ma domani, se la Lega rompesse davvero con Berlusconi, forse si potrebbe fare. Però alla rottura ormai credono in pochi, nel Movimento. Anche se alle 16 di ieri sulle agenzie appariva l’ennesimo appello di un dimaiano doc come Riccardo Fraccaro: “Salvini deve decidere se fare il contratto di governo con noi o se rimanere attaccato a Berlusconi”. Ma un paio d’ore dopo Mattarella ha fatto trapelare tutto il suo fastidio, esternato nel colloquio al Colle con Fico, convocato per le 17: “Ho atteso altri tre giorni per registrare eventuali novità pubbliche, esplicite e significat­ive nel confronto tra i partiti. Queste novità non sono emerse”. Ossia, Salvini e Di Maio non si sono messi d’accordo. Però “l’Italia ha bisogno al più presto di un governo”. Ergo, non si può aspettare la Lega che vuole innanzitut­to vincere con un suo candidato in Friuli Venezia Giulia, domenica prossima. Così, arriva il mandato a Fico di esplorare i dem, e solo loro. A differenza di quanto si auguravano i 5Stelle.

E poco dopo Di Maio strappa: “Non riesco proprio a capire come mai preferisca stare all’opposizion­e per il bene dei suoi alleati, invece di andare al governo”. Sillabe in linea con facce e confidenze di parlamenta­ri di peso, che ieri dentro la Camera seminavano parole amare sulla Lega: “Salvini si sta mostrando inaffidabi­le”. In serata, dopo il post di Di Maio, dal Movimento diffondono valutazion­i di fuoco: “Il forno si chiude, non possiamo continuare così. Anche certe uscite di Salvini sulla Siria e il fatto che non ci abbia mai parlato di questioni concrete ci fanno pensare che non abbia mai voluto andare al governo”. Certo, “l’elezione dei presidenti delle Camere ci aveva fatto ben sperare, ma ora è inutile illudersi”, Così spazio al Pd, “da cui stiamo ricevendo ottimi segnali”. Però attenzione, “quello con i dem non sarà un’alleanza ma un contratto, da rispettare punto per punto: e il reddito di cittadinan­za si farà”. E se non si quadrasse? “Possiamo tornare a votare, o stare all’opposizion­e. Ma così non si può continuare”.

Sfoghi, parecchio sinceri. Contro quel Salvini che non la prende affatto bene: “L’incarico a Fico è una presa in giro, se ci escludono facendo governare secondi e terzi faremo una passeggiat­a fino a Roma”. Ed è la marcia in salsa verde. Corredata da giuramento: “Mai governissi­mo, piuttosto si va al voto”. Nell’attesa, la palla passa al presidente della Camera Fico, che oggi alle 14.30 riceverà il Pd nel suo studio, per poi vedere alle 18 l’ex rivale Di Maio. In un clima teso, con diversi ortodossi che quasi auspicano che i dem gli chiedano di proporsi per Palazzo Chigi (ipotesi dell’irrealtà), oggi il grillino cercherà di sondare il Pd su possibili convergenz­e di programma. “Ascolterà, con un approccio istituzion­ale” assicurano. Ma sul tavolo c’è anche la bozza di contratto di governo diffusa ieri dal M5S. E potrebbe affiorare nell’incontro con i dem, a patto che siano loro a citarlo. Poi Fico incontrerà i rappresent­anti del Movimento, e vedrà di incrociare gli (eventuali) segnali del Pd con le loro proposte. La via è stretta e arriva fino a giovedì. “Il punto è sempre quello, cosa faranno i renziani”, ricorda un parlamenta­re. Molto stanco. E si capisce.

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LA NOTA DEL COLLE

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LaPresse Terzo giro Dopo le consultazi­oni del Quirinale, ci ha provato la presidente del Senato Elisabetta Casellati

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