Ma vi siete dimenticati del Def?
▶PER QUALCHE
giorno non si è parlato d’altro che del Def, il documento di economia e finanza pubblica che imposta il quadro di finanza pubblica per la legge di Bilancio in autunno. Poi, complice la concessione di un piccolo rinvio da parte della Commissione europea, il tema è sparito: i partiti hanno condotto le consultazioni e i negoziati senza neppure presentare le loro mozioni per guidare l’azione del governo Gentiloni su questo punto o almeno per far sapere come la pensano.
Tutto tace. Nessun partito ha spiegato dove e come recuperare 19 miliardi di euro per evitare l’aumento dell’Iva nel 2019, figurarsi gli altri necessari ad applicare le promesse elettorali. Secondo le simulazioni del rapporto annuale del Centro studi economia reale guidato dall’economista Mario Baldassarri, se le tentazioni di protezionismo dovessero determinare una frenata della crescita del commercio mondiale dal 4 al 2 per cento farebbe sparire uno 0,4 per cento e tutti i conti sarebbero da rifare. Ma anche senza cataclismi esterni, è difficile sfuggire ai vincoli dei numeri: nessuna delle grandi proposte dei partiti smuoverebbe in modo rilevante i saldi di bilancio. Nelle simulazioni di Economia reale, la Flat tax della Lega spingerebbe la crescita dell’1 per cento nel 2019 e 2020 ma poi l’effetto si esaurirebbe. Col Reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle gli effetti sarebbero ancora minori (e questo nell’ipotesi che i soldi si trovino senza danneggiare troppo la crescita). Gli effetti di queste due rivoluzioni fiscali sull’andamento del Pil e sull'occupazione sarebbero analoghi a disinnescare le clausole di salvaguardia, cioè evitare che l’Iva aumenti a gennaio prossimo. Anche l’occupazione rimarrebbe sopra il 10 per cento nei prossimi tre anni.
In base a questi numeri non c’è alcun miracolo a portata di mano e i vincoli di finanza pubblica si dimostreranno presto più stringenti di quelli politici che hanno reso così faticose queste settimane post voto.