Il Fatto Quotidiano

Il Maschio Zeta si dà al terrorismo

Lo stragista fa parte della comunità web dei sessualmen­te frustrati

- » SELVAGGIA LUCARELLI

“La

rivolta degli Incel è già iniziata! Distrugger­emo tutti i Chad e le Stacy! Tutti salutano il Supremo Signore Elliot Rodger!”. Con questo messaggio su Facebook il 25enne killer di Toronto, Alek Minassian, ha annunciato la strage che a- vrebbe compiuto di lì a poco. Peccato che a leggere queste parole, solo una fetta ridicola della popolazion­e americana si sarebbe allarmata. Quasi nessuno, infatti, avrebbe capito il post di Alek perché Alek era un “Incel”. Questo neologismo in Italia non ha ancora preso piede, ma ha radici profonde.

Gli Incel si ritrovano sul web e sono gli Involuntar­y Celibates, uomini che non riescono ad avere una vita sessuale soddisface­nte per colpa, a loro dire, di una società misandrica in cui le correnti femministe insabbiano le colpe delle donne.

Cos’è

INCEL Il responsabi­le della strage a Toronto, Alek Minassian, si considerav­a membro della comunità Incel, cioè “involuntar­y celibate”, celibi involontar­i. Raccoglie gli uomini che esprimono la loro frustrazio­ne e il loro disprezzo verso il genere femminile perché non ricevono il sesso a cui ritengono di avere diritto

“La rivolta degli Incel è già iniziata! Distrugger­emo tutti i Chad e le Stacy! Tutti salutano il Supremo Signore Elliot Rodger!”. Con questo messaggio su Facebook, il 25enne killer di Toronto Alek Minassian ha annunciato la strage che avrebbe compiuto di lì a poco (Facebook e la polizia di Toronto hanno confermato alla Cbc che quello fosse il suo profilo).

Peccato che a leggere queste parole, solo una fetta ridicola della popolazion­e americana – pure se le avesse notate – si sarebbe allarmata. Quasi nessuno, infatti, avrebbe capito il post di Alek perché Alek era un “Incel”. Questo neologismo in Italia non ha ancora preso piede, ma ha radici solide e profonde.

GLI INCELsi ritrovano sul web ( principalm­ente su 4 ch a n ma anche su Reddit) e sono gli Involuntar­y Celibates, uomini che non riescono ad avere una vita sessuale soddisface­nte per colpa, a loro dire, di una società subdolamen­te misandrica in cui le correnti femministe insabbiano le colpe delle donne e in cui giocano un ruolo fondamenta­le la bellezza estetica e l’ipergamia. Ritengono perciò di non riuscire ad avere rapporti sessuali con l’altro sesso perché sono sgradevoli fisicament­e e incolpano le donne di scegliere solo partner attraenti o con uno status economico superiore al loro (ipergamia).

“Chad” è, nel loro slang, il maschio alfa, l’archetipo dello “scopatore” per eccellenza. E Stacy è la donna alfa, attraente e “ipergama”, dunque, sostanzial­mente “puttana”. Non è difficile immaginare che gli Incel siano dunque uomini caratteriz­zati da forte misoginia con problemi relazional­i, disagi psicologic­i o frustrazio­ni e livori. Alcune femministe si sono dette contrarie al fatto di ricondurre la faccenda alla “follia” perché così si riduce il gesto di un Minassian qualunque a un problema individual­e anziché culturale.

Gli Incel parlano spesso della necessità di una rivoluzion­e dei “maschi beta” e qui entra in gioco Elliot Rodger, il killer di Isla Vista, a cui l’assassino di Toronto dedica il post prima del suo folle gesto (“Tutti salutano il Supremo Signore Elliot Rodger!”). Rodger è chiamato da questi gruppi “eroe”, “fratello”, “ge ntlem an”, “s anto”. Il 22enne Elliot Rodger nel 2014 uccise sei persone prima di suicidarsi e lasciò una sorta di manifesto delirante in cui diceva che le donne andavano chiuse nei lager e il sesso abolito.

UN ALTRO NEOLOGISMO usato dagli Incel e nella “maschios fera” è questo: “Red pill”, termine che trae spunto dal film Matrix e indica l’uomo che finalmente prende coscienza della misandria imperante. Nella maschiosfe­ra si aggirano gli Incel e vari sottogrupp­i, dai separati/divorziati che parlano di divorce rape (il divorzio inteso come uno stupro nei confronti dell’uomo che viene privato di denaro e diritti), a coloro che professano l’apologia dello stupro, a quelli che più innocentem­ente istruiscon­o sugli uomini sulle tecniche di seduzione. La maschiosfe­ra si muove negli ambienti politici e culturali dell’estrema destra americana, abbraccian­do xenofobia e in particolar­e antisemiti­smo. Il fenomeno delle persone con idee strampalat­e o malsane che si attirano tra di loro ha un nome evocativo ed è cranck magnetism.

Ecco. Il crank magnetismè quello che crea o può creare i killer alla Minassian, persone con disagi profondi e tendenza all’isolamento ( Minassian è descritto come un ragazzo poco incline a socializza­re) che sul web trovano ulteriori spunti e istigazion­e all’odio.

È per questa ragione – e lo dico da tempo – che bisogna prendere atto di un fenomeno nuovo e pericoloso: la morte dei lupi solitari. Gli assassini isolati non esistono più. Si continua pigramente a definirli tali, ma la maggior parte dei killer, oggi, sono lu- pi da branco anche se hanno sempre vissuto soli in un monolocale in periferia e a malapena salutavano il vicino di casa. Sono spesso individui fomentati e istigati dalla Rete e da gruppi di persone con cui condividon­o gli stessi folli ideali, che siano di natura religiosa o misogina o altro.

SU ALCUNI SITI ca na de si nonché sull’Inde pen den t, che a firma Marisa Bate ha pubblicato l’articolo “se Alek Minassian fosse stato ispirato dal movimento misogino Incel anziché dall’Isis, sarebbe comunque terrorismo”, ci si pone una domanda fondamenta­le: i gruppi Facebook che istigano all’odio e a compiere atti violenti (che si inviti a farsi esplodere in un bar o a tirare l’acido sul viso di una donna, in fondo non è poi così diverso) possono essere a tutti gli effetti considerat­i organizzaz­ioni terroristi­che?

Studio da anni il fenomeno dei gruppi Facebook misogini in Italia (con le loro diramazion­i su Telegram e altrove) e ho sempre parlato di pericolosi­tà sociale.

Nel nostro Paese non esistono gli Incel ma solo perché non sapevo, non sapeva- mo, che nome dargli. In realtà, i nostri Incel esistono e hanno molti punti di contatto con quelli descritti da giornali canadesi, americani e inglesi in questi giorni. Sono i membri di alcuni gruppi in cui l’odio nei confronti delle donne è il tema centrale. Come gli Incel, hanno un loro slang misogino: “Le duemila” per esempio sono le “puttane” molto giovani, i “beta” sono i maschi sfigati, i loro idoli sono i Sollecito (che infatti di alcuni gruppi misogini era membro apprezzato), i Misseri, i Bossetti, tutti coinvolti (a diverso titolo) nell’omicidio di giovani ragazze. Sono gruppi spesso vicini all’estrema destra in cui, come in quelli degli Incel, si usano meme a tema “apologia dello stupro” e“Le donne sono tutte zoccole”. “Pastorizia never dies” e il misogino “No alla violenza” sono tra i peggiori. Gruppi in cui si ritrovano principalm­ente adolescent­i, che quindi possono avere difficoltà nel relazionar­si con il sesso femminile, ragazzi con problemi nel socializza­re, separati e semplici misogini nonché razzisti e individui feroci con il diverso, con la società bacchetton­a e incline alla censura (i “Buongiorno Kaffè” nel loro slang sono gli adulti ridicoli, incapaci di comprender­e il web e il registro dei millennial­s).

UNA RETE DI SOLITUDINI

È sbagliato parlare di folli isolati: ci sono intere comunità che alimentano rabbia e spingono ad agire

MODELLO “PASTORIZIA NEVER DIES”

La misoginia si diffonde via Facebook pure in Italia, nei gruppi chiusi che inneggiano allo stupro e adorano i killer

SE LE DINAMICHEc­erte della strage di Toronto sono ancora da accertare, è invece certo che la misoginia sul web sia un fenomeno sottovalut­ato, addirittur­a ignorato. Così ignorato che per capire il post di un Incel bisogna affidarsi al web al posto di Google translate per capire chi siano i Chad, le Stacy o il supremo Elliot, come se un cittadino canadese fosse un terrorista uzbeko o iraniano, che parla una lingua tutta da decifrare.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ?? Ansa ?? Niente sesso Il responsabi­le della strage di Toronto Alek Minassian e immagini degli “Incel” sul web
Ansa Niente sesso Il responsabi­le della strage di Toronto Alek Minassian e immagini degli “Incel” sul web

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy