B. straparla ancora e paragona M5S ai nazisti Salvini lo mette a tacere: “Basta sciocchezze”
Celebra così il 25 aprile: “La gente si sente come gli ebrei quando apparve Hitler”
Il
25 aprile Silvio Berlusconi sfoggia una maschera ancora più clownesca di quella con cui l’ha interpretato Toni Servillo nel film Loro, appena uscito nelle sale. È in visita alle Malghe di Porzus, in Friuli, dove furono ammazzati 17 partigiani nel febbraio del 1945. Rende omaggio alla Resistenza e insieme fa campagna elettorale per le Regionali di domenica. Legge un discorso che inizia con parole ecumeniche: “I valori, gli ideali, le ragioni che spinsero allora tanti giovani a rischiare la vita per la patria e la libertà sono gli stessi valori che devono essere condivisi da tutti in uno stato liberale e democratico”. Poi però Berlusconi va a braccio. E come gli accade sempre più di frequente, perde ogni freno inibitorio: paragona il Movimento 5 Stelle al nazismo, e lo fa proprio durante una celebrazione della lotta partigiana. “Siamo di fronte a un grave pericolo. L’altro giorno – racconta l’ex premier – stavo dando una mano a delle persone e gli ho chiesto come si sentissero di fronte a questa formazione po- litica, che non si può certo definire democratica. Uno mi guarda negli occhi e mi dice ‘credo che ci sentiamo come gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler’”.
Più tardi Berlusconi prova a metterci una pezza, con risultati risibili. Prima una nota del suo staff: “Questa frase chiaramente non appartiene al pensiero e al sentire del presidente Berlusconi” – si legge nella nota – che intendeva solo “mettere in guardia da uno stato d’animo che evidentemente è diffuso nel Paese”. Poi lui stesso, in un comizio elettorale accanto al candidato friulano (e leghista) Massimiliano Fredriga: “Quella frase l’ho solo riferita, la stavo raccontando perché questa cosa mi ha colpito molto”.
INSOMMA, Berlusconi avrebbe solo riportato una suggestione: c’è qualcuno che quando vede Di Maio pensa ad Hitler. Mica sono parole sue. Il chiarimento, per così dire, arriva tardi. Nel frattem- po l’uscita farsesca ha avuto la sua ricaduta politica. Il più rapido a intervenire guarda caso è Matteo Salvini: “Paragona i 5Stelle ai nazisti? È meglio tacere, e rispettare il voto degli italiani, invece di dire sciocchezze. Io voglio dare un governo all’Italia, sono stufo di insulti, capricci e litigi”.
Il leader leghista, come noto, è reduce dalla chiusura negativa del confronto con i 5Stelle per l’accordo di governo. Ma il canale tra il Carroccio e i grillini – parole del braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti, a Repubblica – “è come un fiume carsico, può ripartire in qualsiasi momen-
La replica
Il leghista: “Basta insulti, capricci e litigi, bisogna rispettare il voto degli italiani”
to”. Intanto lo sfondone berlusconiano consente a Salvini di prendere le distanze pubblicamente dal suo avversario, e di mandare un messaggio a Di Maio, nei giorni in cui i 5Stelle provano a costruire un fragile dialogo con il Pd.
DOPO LA NOTAdi Salvini, più rapida di un riflesso condizio- nato, arriva la contro-nota di Renato Brunetta, ex capogruppo di Forza Italia, evidentemente ancora interprete del pensiero berlusconiano. Replica punto per punto al leghista. Primo: “Forza Italia non ha mai messo veti su nessuno e più di tutti gli altri partiti vuole dare un governo al paese. Noi di Forza Italia sia- mo stufi di veti incrociati che non rispettano il voto degli italiani, come quello del Movimento 5 Stelle nei confronti di Berlusconi e del nostro partito ma anche come il veto nei confronti del Partito democratico”. Secondo: “Per quanto riguarda le sciocchezze, che dire a proposito delle passeggiate su Roma alla vigilia del 25 aprile?”. Ovvero la battuta dell’altro giorno di Salvini indirizzata al Quirinale: “Non mi sembra che sia corretto che governino secondi e terzi (Pd e M5S, ndr) e i primi ( centrodestra, n dr ) restino fuori. Se qualcuno prova a fare una cosa del genere ci troviamo a fare una passeggiata a Roma”. Chiude quindi Brunetta: “È proprio vero, a volte è meglio tacere e rispettare il voto degli italiani sempre e comunque”.