Autostrade, corsa contro il tempo dei concessionari
Due corsie Non collaborano con la Corte dei conti e spingono per gli allungamenti della gestione prima che Delrio lasci
Hanno fretta i signori delle autostrade. Fiutano l'aria della politica e vorrebbero passare al più presto all'incasso ritirando i regali preparati dall'ex ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Vorrebbero metterli in cassaforte quei doni, ma non possono perché manca l'assenso definitivo dell'Europa, potrebbe arrivare domani. Temono che chi prenderà il posto del vecchio ministro benefattore non sia così malleabile come lui e che possa far saltare le intese autostradali avviate con l'Ue, vantaggiose per i concessionari e punitive per Stato e automobilisti: allungamento senza gara delle concessioni.
I Benetton, padroni con Aspi (Autostrade per l'Italia) di 3 mila dei circa 6 mila chilometri della rete, per impedire che si possa tornare indietro stanno moltiplicando le gare per numerosi lotti della Gronda di Genova, cavallo di Troia per ottenere altri 4 anni di concessione, dal 2038 al 2042, valore 23 miliardi di euro. Gli azionisti della A22 (Province di Trento e Bolzano, la Regione Trentino e altri enti locali), dopo aver requisito per un ventennio il fondo pubblico arrivato a circa 650 milioni destinato alla costruzione del tunnel ferroviario del Brennero, ora minacciano di chiedere addirittura i danni se lo Stato italiano non sganci altri 30 anni di concessione del valore di 11,4 miliardi di euro.
ATTIVISSIMA QUANDO si tratta di pretese, con la Corte dei conti, l'Aiscat, associazione dei signori del casello, si è cucita la bocca. Teme che i magistrati contabili possano arrivare ai segreti dei contratti stipulati con lo Stato e che ciò possa far saltare le proroghe delle concessioni. A più di due mesi dall'avvio dell'indagine, il magistrato istruttore, Antonio Mezzera, ha dovuto inviare all'Aiscat e ai ministeri interessati una nuova lettera per sollecitarli a fornire entro il 7 maggio le risposte richieste. Quelle inviate finora “non risultano esaustive”. Il magistrato vuole capire, tra l'altro, a che punto sono gli investimenti autostradali su cui vengono calcolate le tariffe, qual è la logica per la distribuzione degli utili e perché i canoni percepiti dallo Stato sono così modesti. Una volta ottenute le risposte, il magistrato intende organizzare subito “un incontro con le amministrazioni”. I gestori vorrebbero allontanarlo il più possibile.
PER LA GRONDA di Genova l'attivismo di Autostrade per l'Italia è incalzante nonostante sia assai sbilenco l'iter della grande opera da 4,3 miliardi. L’unico sì ufficiale a favore della Gronda è quello, alla fine dell'estate di un anno fa, dall'allora direttore del dipartimento per le autostrade, Mauro Coletta, poco prima di lasciare l'incarico. Il giorno dopo Coletta inviò alle concessionarie una circolare avvertendole che per l'esame dei progetti definitivi per i nuovi lavori avrebbero dovuto rivolgersi al Consiglio superiore dei lavori pubblici. La circolare è in vigore e la stessa Autostrade per l'Italia la rispetta per il lotto 7 tratto 1 dell'autostrada Tirrenica, ma non per la Gronda.
Per l’A22 del Brennero gli azionisti pubblici non si non si presentano più come concessionari di un bene statale, ma come padroni. Secondo loro l' al lu ng am en to della concessione è un atto dovuto. Al C or ri er e Trentino il presidente della Provincia di Bolzano e della Regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol, Arno Kompatscher, lo ha detto: “Abbiamo speso per avviare la procedura di rinnovo della concessione e se da Roma arrivasse un dietrofront, potremmo chiedere i danni”.
Senza permesso I Benetton avviano l’iter per la Gronda di Genova, per gestire i caselli fino al 2038