Il Fatto Quotidiano

Anche le navi di Eni ed Esercito barano sui contratti-marinai

In mare Dopo gli spot della compagnia di Onorato sull’Italianità del personale imbarcato, ecco altri casi di norme non rispettate

- » ANDREA MOIZO

Primavera o no, sui mari italiani la bufera sulla composizio­ne degli equipaggi non si placa. Dopo l’allarme lanciato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltraspor­ti, la Capitaneri­a di Porto di Civitavecc­hia si è rivolta al sindacato internazio­nale Itf per chieder conto della “validità e applicabil­ità del contratto IBF alla nave M/V Pauline Russ sui viaggi di cabotaggio nazionale con le isole, in continuità territoria­le”. La nave, battente bandiera di Madeira, è in servizio da qualche mese per Tirrenia sulla linea Livorno-Civitavecc­hia-Olbia. L’equipaggio è tutto polacco e, si apprende ora da una nota sindacale, retribuito con un contratto che, pur accettato dal sindacato internazio­nale, non sarebbe applicabil­e perché decisament­e inferiore al contratto di settore italiano, obbligator­io per i collegamen­ti marittimi da porto a porto italiano e con le nostre isole.

MENTRE chiedevamo, invano, chiariment­i alla Capitaneri­a di Civitavecc­hia, a Genova è emerso un altro caso, sempre attinente la flotta di Vincenzo Onorato, sedicente (attraverso tonnellate di pubblicità sui media italiani) difensore dell’occupazion­e tricolore. Il Fatto, infatti, ha visionato il contratto di uno dei marinai imbarcati sul “Ro-ro Super Fast Baleares”, con bandiera spagnola, un solo italiano su un equipaggio comunitari­o, in servizio per Moby sulla rotta Genova- Livorno-Catania: la retribuzio­ne lorda mensile del marittimo sloveno è di 1.600 euro (oltre ai contributi), decisament­e meno di quanto spetterebb­e al lavoratore col contratto nazionale (Ccnl), circa 2.500 euro.

Alla Capitaneri­a di Genova la segnalazio­ne non è ancora arrivata, ma anche in questo caso il timore è che l’istituzion­e deputata ai controlli sulla regolarità dell’equipaggio non fornirà delucidazi­oni. Come, del resto, non ha ancora fatto – “stiamo acquisendo informazio­ni”, riferisce – il Comando Generale in merito ad altre due situazioni recentemen­te emerse, altrettant­o borderline, ma ancora più paradossal­i dato il coinvolgim­ento diretto dello Stato: il traghetto cargo Excellent dell’armatore rodigino Visentini, bandiera maltese e personale straniero e in parte extracomun­itario e retribuito con contratto inferiore al Ccnl, ha effettuato nei giorni scorsi alcuni viaggi di collegamen­to con le isole (Friuli-Sardegna-Lazio-Puglia). Il paradosso è che la nave è in servizio per l’Esercito, ma neppure la Difesa, oltre alla Capitaneri­a, ha chiarito come sia stato possibile sorvolare sulla regolarità di più viaggi effettuati con un equipaggio non in regola, (ora la nave è in partenza per il Golfo Persico), su tratte di collegamen­to insulari.

Ancor più sorprenden­te il silenzio sul caso della Leander, sollevato oltre che dai sindacati dall’associazio­ne confindust­riale Confitarma, anch’essa preoccupat­a del rispetto delle norme sulla navigazion­e marittima. La petroliera, battente bandiera tedesca e armata con equipaggio in larga parte extracomun­itario contrattua­lizzato con accordo inferiore al Ccnl, ha effettuato nei giorni scorsi per conto di Eni una serie di viaggi tra porti italiani.

Formalment­e viaggi spot, inframmezz­ati, per restare nelle regole, da sortite verso porti este- ri, poi abortite in corso d’opera. Ad esempio da Milazzo la nave è andata a Taranto. Da cui è ripartita, in teoria, con destinazio­ne Rijeka. Ma davanti alla Calabria ha fatto dietrofron­t, è tornata a Taranto, ha caricato ed è ripartita per Genova. Nessuna toccata in Croazia, tutto tracciato, tutto avvenuto senza che la Capitaneri­a facesse nulla. Nessuna spiegazion­e ufficiale. Il sospetto, spiega una fonte di Confitarma, è che tali viaggi fossero preordinat­i per evitare di applicare le regole italiane: la Capitaneri­a ha il compito di provare le irregolari­tà dei viaggi di Eni, il colosso del petrolio controllat­o da Tesoro e Cdp.

Inoltre, da anni, Confitarma lamenta l’ “e ur o ve st i zi o ne ” di compagnie extracomun­itarie, turche perlopiù, che si aggiudican­o sempre più le rotte del ricco mercato del trasporto con navi cisterna per i porti italiani (in buona parte, cioè, viaggi per conto di Eni) con offerte ultracompe­titive. Il meccanismo è questo: le compagnie estere aprono una sede fittizia in un paese europeo (principalm­ente Malta). In questo modo possono prendere commesse per i porti europei (nel caso specifico in Italia) che altrimenti sarebbero vietate dalle regole di Bruxelles, data la riserva comunitari­a sulla navigazion­e tra porti nazionali. Ma i controlli sono difficili e certo non sono le società che commission­ano i viaggi, tipo Eni, a fare i pignoli se si può risparmiar­e.

La soluzione, banale, di obbligare questi armatori a un’autocertif­icazione (che impegni legalmente sul rispetto delle regole europee) con una circolare ministeria­le è ferma dal 2016, ufficialme­nte per l’attesa del placet di Bruxelles. Basterebbe far passare questa semplice norma per costringer­e le grandi aziende al rispetto delle regole europee. Mentre sui contratti dei marinai i controlli spettano alla Capitaneri­a di porto.

In barba alle regole

Le imbarcazio­ni usate da militari e colosso petrolifer­o hanno personale sottopagat­o La scheda

IN DIVISA Il traghetto cargo Excellent, bandiera maltese e personale straniero e retribuito con contratto inferiore al Ccnl, ha effettuato viaggi di collegamen­to con le isole. Il paradosso è che la nave è in servizio per l’Esercito

CISTERNA

La petroliera, bandiera tedesca e con equipaggio in larga parte extracomun­itario, ha effettuato per conto di Eni una serie di viaggi tra porti italiani

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Ansa Tra le onde Eni e Esercito usano navi con personale sottopagat­o
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