Anche le navi di Eni ed Esercito barano sui contratti-marinai
In mare Dopo gli spot della compagnia di Onorato sull’Italianità del personale imbarcato, ecco altri casi di norme non rispettate
Primavera o no, sui mari italiani la bufera sulla composizione degli equipaggi non si placa. Dopo l’allarme lanciato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, la Capitaneria di Porto di Civitavecchia si è rivolta al sindacato internazionale Itf per chieder conto della “validità e applicabilità del contratto IBF alla nave M/V Pauline Russ sui viaggi di cabotaggio nazionale con le isole, in continuità territoriale”. La nave, battente bandiera di Madeira, è in servizio da qualche mese per Tirrenia sulla linea Livorno-Civitavecchia-Olbia. L’equipaggio è tutto polacco e, si apprende ora da una nota sindacale, retribuito con un contratto che, pur accettato dal sindacato internazionale, non sarebbe applicabile perché decisamente inferiore al contratto di settore italiano, obbligatorio per i collegamenti marittimi da porto a porto italiano e con le nostre isole.
MENTRE chiedevamo, invano, chiarimenti alla Capitaneria di Civitavecchia, a Genova è emerso un altro caso, sempre attinente la flotta di Vincenzo Onorato, sedicente (attraverso tonnellate di pubblicità sui media italiani) difensore dell’occupazione tricolore. Il Fatto, infatti, ha visionato il contratto di uno dei marinai imbarcati sul “Ro-ro Super Fast Baleares”, con bandiera spagnola, un solo italiano su un equipaggio comunitario, in servizio per Moby sulla rotta Genova- Livorno-Catania: la retribuzione lorda mensile del marittimo sloveno è di 1.600 euro (oltre ai contributi), decisamente meno di quanto spetterebbe al lavoratore col contratto nazionale (Ccnl), circa 2.500 euro.
Alla Capitaneria di Genova la segnalazione non è ancora arrivata, ma anche in questo caso il timore è che l’istituzione deputata ai controlli sulla regolarità dell’equipaggio non fornirà delucidazioni. Come, del resto, non ha ancora fatto – “stiamo acquisendo informazioni”, riferisce – il Comando Generale in merito ad altre due situazioni recentemente emerse, altrettanto borderline, ma ancora più paradossali dato il coinvolgimento diretto dello Stato: il traghetto cargo Excellent dell’armatore rodigino Visentini, bandiera maltese e personale straniero e in parte extracomunitario e retribuito con contratto inferiore al Ccnl, ha effettuato nei giorni scorsi alcuni viaggi di collegamento con le isole (Friuli-Sardegna-Lazio-Puglia). Il paradosso è che la nave è in servizio per l’Esercito, ma neppure la Difesa, oltre alla Capitaneria, ha chiarito come sia stato possibile sorvolare sulla regolarità di più viaggi effettuati con un equipaggio non in regola, (ora la nave è in partenza per il Golfo Persico), su tratte di collegamento insulari.
Ancor più sorprendente il silenzio sul caso della Leander, sollevato oltre che dai sindacati dall’associazione confindustriale Confitarma, anch’essa preoccupata del rispetto delle norme sulla navigazione marittima. La petroliera, battente bandiera tedesca e armata con equipaggio in larga parte extracomunitario contrattualizzato con accordo inferiore al Ccnl, ha effettuato nei giorni scorsi per conto di Eni una serie di viaggi tra porti italiani.
Formalmente viaggi spot, inframmezzati, per restare nelle regole, da sortite verso porti este- ri, poi abortite in corso d’opera. Ad esempio da Milazzo la nave è andata a Taranto. Da cui è ripartita, in teoria, con destinazione Rijeka. Ma davanti alla Calabria ha fatto dietrofront, è tornata a Taranto, ha caricato ed è ripartita per Genova. Nessuna toccata in Croazia, tutto tracciato, tutto avvenuto senza che la Capitaneria facesse nulla. Nessuna spiegazione ufficiale. Il sospetto, spiega una fonte di Confitarma, è che tali viaggi fossero preordinati per evitare di applicare le regole italiane: la Capitaneria ha il compito di provare le irregolarità dei viaggi di Eni, il colosso del petrolio controllato da Tesoro e Cdp.
Inoltre, da anni, Confitarma lamenta l’ “e ur o ve st i zi o ne ” di compagnie extracomunitarie, turche perlopiù, che si aggiudicano sempre più le rotte del ricco mercato del trasporto con navi cisterna per i porti italiani (in buona parte, cioè, viaggi per conto di Eni) con offerte ultracompetitive. Il meccanismo è questo: le compagnie estere aprono una sede fittizia in un paese europeo (principalmente Malta). In questo modo possono prendere commesse per i porti europei (nel caso specifico in Italia) che altrimenti sarebbero vietate dalle regole di Bruxelles, data la riserva comunitaria sulla navigazione tra porti nazionali. Ma i controlli sono difficili e certo non sono le società che commissionano i viaggi, tipo Eni, a fare i pignoli se si può risparmiare.
La soluzione, banale, di obbligare questi armatori a un’autocertificazione (che impegni legalmente sul rispetto delle regole europee) con una circolare ministeriale è ferma dal 2016, ufficialmente per l’attesa del placet di Bruxelles. Basterebbe far passare questa semplice norma per costringere le grandi aziende al rispetto delle regole europee. Mentre sui contratti dei marinai i controlli spettano alla Capitaneria di porto.
In barba alle regole
Le imbarcazioni usate da militari e colosso petrolifero hanno personale sottopagato La scheda
IN DIVISA Il traghetto cargo Excellent, bandiera maltese e personale straniero e retribuito con contratto inferiore al Ccnl, ha effettuato viaggi di collegamento con le isole. Il paradosso è che la nave è in servizio per l’Esercito
CISTERNA
La petroliera, bandiera tedesca e con equipaggio in larga parte extracomunitario, ha effettuato per conto di Eni una serie di viaggi tra porti italiani