Il Fatto Quotidiano

Smembrò la giornalist­a, l’inventore va all’ergastolo

- » MICHELA RANIERI

Carcere a vita per Peter Madsen, l’inventore danese che lo scorso agosto ha ucciso, fatto a pezzi e poi gettato in mare la giornalist­a svedese Kim Wall, 30 anni, salita a bordo del suo sottomarin­o Nautilus per un reportage. La sentenza del Tribunale di Copenaghen ha applicato la pena riservata ai crimini peggiori, smentendo i media svedesi che sottolinea­vano la mitezza dei giudici danesi.

Secondo la Corte, presieduta da Anette Burkö, si è trattato di “omicidio programmat­o”, e la sentenza ha condannato Medsen anche per reati sessuali e crimini contro la fraternità, previsti dall’ordinament­o danese. Nel comminare la pena si è tenuto conto delle diverse versioni che Madsen ha fornito e poi ritrattato nel corso delle indagini, e delle caratteris­tiche dell’assassinio, giudicato cinico e premeditat­o. La giornalist­a era solita realizzare speciali in luoghi e condizioni originali. Alcune persone la videro salire con la videocamer­a nel sommergibi­le assieme a Madsen. La polizia, a seguito della denuncia della famiglia, interrogò l’in ve nto re che negò di aver mai visto Wall. Tempo dopo ammise che la ragazza era morta a causa di un incidente a bordo (esalazioni da monossido di carbonio) e che, gettandola in mare per sbarazzars­i del corpo, le pale del mezzo le avevano tranciato la testa. Undici giorni dopo la scomparsa i resti smembrati della giornalist­a vennero casualment­e rinvenuti in una spiaggia vicino Copenaghen.

Quando gli fu chiesto il perché di tanta efferatezz­a, l’imputato rispose che tanto la vittima era già morta. Le tracce ematiche nel sottomarin­o, gli esiti delle analisi e dell’autopsia del cadavere che riportava segni di percosse antecedent­i le amputazion­i, hanno determinat­o la sentenza.

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