Berlusconi Ha ragione la figlia Marina, avrà un posto nei libri di storia e di fiabe
Dopo l’articolo di Oliva sul Fatto Quotidiano di lunedì, con i dati dei partigiani uccisi, quelli mutilati e invalidi, i civili coinvolti, le donne partigiane combattenti uccise e torturate, manca un dato importante per me, che sono del 1943 e sono cresciuto col mito e la consapevolezza del valore della Resistenza (che da molto tempo cercano, le destre, di rendere un ricordo e una celebrazione obsoleta o peggio: si veda il titolo di Libero “Liberiamoci della Liberazione”). Non so se l’Anpi ha un dato preciso o una stima attendibile, ma vorrei sapere quanti erano i partigiani combattenti in Italia, quanti gli antifascisti, i fuoriusciti e/o al confino e carcerati, per definire anche in termini numerici il riscatto dal fascismo di un popolo di 40 milioni di italiani, supini, silenti, consenzienti col fascismo per vent’anni. So che molti hanno aiutato e sostenuto la lotta partigiana, nelle campagne e nelle città, contadini e staffette ecc. (e questo non credo si riesca a quantificarlo). Qui in Grecia, dove mi trovo, come italiani siamo ancora rispettati (nonostante la guerra portatagli) per l’antifascismo di un popolo che ha collaborato significativamente (con gli alleati) a cacciare nazisti e fascisti di Salò. Ora e sempre Resistenza!
Ma il 25 aprile di 73 anni fa la guerra non era ancora finita
Quel 25 aprile di 73 anni fa la guerra di fatto non era proprio finita, per onore alla Storia. Milano era sì stata liberata proprio quel giorno, ma c’erano ancora molte sacche di irriducibili in pieno assetto di guerra, armati. Anche perché i militari non si erano arresi se non dopo la Resa di Caserta, firmata ben 4 giorni dopo, il 29 aprile 1945, che divenne operativa ben il 2 maggio, e anche oltre a quest’ultima data vincitori e vinti di ogni fazione e schieramento armato si uccisero proprio inutilmente.
Io ritengo che l’avere attribuito la LA SIGNORA MARINA BERLUSCONIha detto che suo padre Silvio avrà un posto nei libri di storia. È assai probabile. Vorrei tuttavia ricordare alla signora Marina Berlusconi che anche Giuda, Alì Babà, Hitler ed Erode sono citati sui libri di storia, ma non mi sembra una gran cosa. È proprio vero: “... e figli so’ piezz’e core” (Eduardo De Filippo, Napoli 1900 – 1984). GENTILE SERGIO, il suo elenco però non mi convince. È davvero ingeneroso nei confronti di Alì Babà, leggenda delle “Mille e una notte” a cui i quaranta ladroni voglion far la pelle; sulla figura di Giuda ci sarebbe da aprire una parentesi troppo lunga e la crudeltà di Erode è raccontata nel Vangelo di Matteo, mentre su quella di Adolf Hitler non ci possono essere certo dubbi: anzi, il termine “crudeltà” è senz’altro riduttivo per il nazista e comunque è un paragone eccessivo anche per Belzebù.
Insomma, comincerei separando i libri di storia dai volumi di favole e, una volta raggiunto l’obiettivo, credo che l’epopea di Silvio Berlusconi possa essere trovata negli uni come negli altri. Nelle “mille e una notte ad Arcore e Palazzo Grazioli”, ad esempio, si narrerebbe di grandi e sfarzose feste con il Cavaliere, osannato dalla folla e impegnato in danze forsennate con bellissime dame mentre altri cavalieri partecipano al baccanale in un tripudio di gioia e divertimenti. Nel “Vangelo secondo Ghedini” il prode Cavaliere sconfiggerebbe i nemici, vecchi comunisti mangiabambini con i baffi, e trasformerebbe l’acqua in vino per tutti risolvendo il problema della povertà con l’alcolismo. E, di queste letture, Marina Berlusconi sarebbe certamente felice e se potesse di sicuro le pubblicherebbe liberazione dall’incubo nazi-fascista al 25 aprile 1945 sia stato puramente un atto politico, per cui la festività che si celebra da 72 anni costituisce un atto simbolico, quando invece e purtroppo la Seconda guerra mondiale in Italia non era affatto finita.
Quante sono le generazioni giovani che oggi sono consapevoli di questo? Il 25 aprile è sì un giorno di vacanza, ma è o non è una strana vacanza, a pensarci bene, nel rispetto non solo della Storia, ma dei tanti in eleganti volumi di Mondadori.
Sui libri di storia, invece, Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936, sarà ricordato per i rapporti con Marcello Dell’Utri nella trattativa Stato-mafia; per la condanna per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita, creazione di fondi neri; per le Olgettine e le papi girl; per il bunga bunga; per il kapò rifilato a un tedesco, il socialdemocratico Martin Schulz, al Parlamento europeo; per le corna nelle foto ufficiali dei vertici internazionali; per governi di destra dai risultati disastrosi per il Paese. Ah, giusto, anche per il Drive-in, Canale5, scudetti e coppe del Milan... morti che continuavano ad esserci anche dopo quella data?
Ricordiamoci di quei ventenni che sono morti per la libertà
Vivo il 25 aprile con commozione e manifesto quasi sempre. Ricordiamoci che molti ventenni, invece di andare in balera, sono saliti sui monti e hanno combattuto nazisti e fascisti. Spesso morendo o essendo costretti alla galera!
Viene da pensare ai ragazzi di oggi: forse salirebbero sui monti ma sarebbero persi se non ci fosse campo per il loro cellulare... Teniamoci stretto questo meraviglioso giorno e la nostra Costituzione!
Non dobbiamo paragonare Alfie agli altri che soffrono
Ieri Enrico Fierro rispondeva sul Fatto Quotidiano al lettore Mauro Chiostri in merito alla vicenda del tenero e sfortunatissimo bimbo Alfie. Il lettore aveva comparato la Come mai nessun cattolico è stato sfiorato dal pensiero che il piccolo Alfie potrebbe anche desiderare, se fosse cosciente di ciò che gli sta capitando, di tornare prima possibile da dove è venuto? Perché tutti persuasissimi che voglia continuare a vivere col cervello devastato da una gravissima malattia? Molti, compresi i genitori del piccolo – ma questi non possono essere obiettivi nei riguardi del bambino e quindi è anche comprensibile – hanno osservato: “Se il bambino ha continuato a respirare dopo il distacco della ventilazione assistita, significa che vuole continuare a vivere”. Ma che discorso è? E che cosa avrebbe dovuto fare qualora non avesse voluto continuare a vivere? Dire a se stesso: “Adesso sai che faccio? Poiché non voglio vivere smetto di respirare”? I NOSTRI ERRORI
Per un errore di editing, nell’articolo sulle Generali pubblicato ieri sul Fatto Economicoè stato erroneamente riportato che l’ex ad Mario Greco fu “cacciato”, sorte che invece era toccata al suo predecessore Giovanni Perissinotto. Greco lasciò il Leone per approdare in Zurich. Ce ne scusiamo con l’interessato e i lettori.