Agrigento, la Digos indaga sui maestri “finti” disabili
“Furbetti” Alle elementari 54 docenti su 54 trasferiti in provincia chiedono la legge 104. Sommano malattie, vere o false, per arrivare al 67% di invalidità
“Se ad Agrigento non usufruisci della legge 104 non hai nessuna possibilità di essere trasferito per lavorare vicino casa”. Dorenzo Navarra, presidente regionale dell’associazione “I ns egnanti in movimento” sembra aver perso le speranze a fronte dell’inchiesta della Digos sullo scandalo delle “false 104” che vuole fare chiarezza su un dato sconcertante relativo i trasferimenti ottenuti grazie alla legge che aiuta chi per disabilità personali o per dare assistenza a persone affette da gravi malattie deve stare vicino alla propria residenza.
NELL’ ANNO scolastico 2016/17, infatti, 54 trasferimenti su 54 nella provincia di Agrigento sono stati possibili solo grazie a questa normativa, che permette di superare chi ha un punteggio più alto. Un 100% che insospettisce, specie nella provincia in cui l’inchiesta denominata “La Carica delle 104” coinvolse all’inizio oltre 300 persone tra cui medici, anziani che si fingevano invalidi e insegnanti che grazie a loro hanno ottenuto in modo illecito benefici. “Puoi anche avere cento anni di ruolo – dice ancora Navarra – ma l’unico modo è la 104. Dal 2003/2004 nessun insegnante della scuola primaria, sfruttando gli anni di servizio, riesce a ricevere il trasferimento, così tutti ricorrono a questa legge e chi non può, con la complicità di medici, inventa false malattie”.
L’indagine è ancora aperta e un altro filone aveva portato a centinaia di altri avvisi di chiusura indagini per medici e professionisti, fino ai primi arresti, arrivati il mese scorso, per ortopedici e otorini i quali avrebbero ricevuto mazzette per falsificare i certificati per i richiedenti. Mazzette di poche centinaia di euro. “Alcuni si vendono per appena cento euro”, ha detto tempo fa il sostituto procuratore Andrea Mggioni, all'epoca ad Agrigento, oggi a FerraraSì perché per arrivare a ottenere i benefici c’è chi accumula anche 3-4 patologie al fine di arrivare all’agognata soglia del 67% di invalidità, termine minimo previsto dalla legge 104. Sono la quasi totalità delle 54 pratiche al vaglio dei poliziotti della Digos di Agrigento dove i casi riguarderebbero richieste per problemi a livello personale, mentre solo 4 riguardano l’assistenza a figli disabili. Spostandosi dalla scuola primaria, c’è la gara ad accudire i parenti con casi di affidamento che riguardano lontani zii e nonni centenari. Lo si ricostruisce anche dalle centinaia richieste di cambio di residenza fatte da insegnanti nei comuni agrigentini, in quanto la legge prevede che si possano assistere solo familiari conviventi. Nelle richieste dei maestri delle scuola primaria prevale invece questa sorta di raccolti punti: “A livello interprovinciale – spiega ancora Navarra – per avere il trasferimento devi avere dei problemi a livello personale così si fa a gara ad accumulare diverse malattie per arrivare al 67%: diabete, problemi di u- dito, problemi al ginocchio, ma anche la cervicale. La fregatura sta anche nel fatto che adesso, per la privacy, nessuno può sapere quali sono questi problemi di salute che hanno permesso il trasferimento, così ci troviamo a raccogliere segnalazioni di disabili al 70% che giocano a calcetto o che vanno in discoteca”.
SE DA UN LATO alcuni insegnanti ottengono con troppa facilità i trasferimenti, dall’altro c’è chi invece ha dovuto rinunciare a insegnare in attesa di uno spostamento che non arriva: è il caso di alcune mamme siciliane unite in una petizione che ha già raccolto decine di migliaia di firme: “Chiediamo ai parlamentari che sia emendato l’articolo 7 del Testo Unico (d.lgs. 165/2001) e aggiunto il comma 3-bis – si legge nella petizione – a tutela e sostegno della genitorialità, al personale di ruolo dipendente dalle pubbliche amministrazioni con figli disabili in situazione di gravità affinché venga riconosciuto come criterio di priorità l’assegnazione della sede di servizio nel Comune di residenza del figlio, in soprannumero o in posizione di comando”.
L’associazione
Gli “Insegnanti in movimento”: “Ci sono invalidi che giocano a calcetto”