“Se vinciamo il merito sarà di John Lennon”
Il giorno dopo la partita: “Siamo romanisti, viviamo di magie. Il successo è relativo”
“Circola sul web una cosa chiamata ‘ il pensiero del romanista’ che più o meno dice così: ‘Io tifo Roma, pensa te se mi può interessare vincere la Coppa’. Ecco, io tifo Roma e quando sento tifosi di altre squadre sciorinare albi d’oro, li compatisco. Loro non hanno visto Manolas colpire di testa sotto la Curva e fare il terzo gol al Barcellona. Noi siamo alla ricerca di qualcosa di magico, viviamo di questo. A me non interessa vincere, io voglio esserci”. Il giorno dopo la notte da incubo di Anfield Road, il romanistissimo Enrico Vanzina è a caccia di esorcismi. Vanzina, esserci ieri sera – ahimé – deve essere stata dura...
Ero a casa di amici e sul 5-0 me ne sono andato. Mi sono chiuso in macchina, stavo troppo male e l’ho sentita per radio. Una cosa tristissima...
Beh, ha portato bene... Uno sprazzo di orgoglio. A momenti facciamo il 5-3. Ecco, rimane una fiammella. Al diavolo il “pensiero del romanista”...
Certo che un altro miracolo sarebbe leggendario... Quella del pensiero del romanista è una battuta per dire che si esiste indipendentemente dai risultati. Vincere in realtà sarebbe bello soprattutto per Nils Liedholm, Dino Viola e Agostino Di Bartolomei. E anche per Franco Sensi. Se la Roma è in semifinale di Champions League lo dobbiamo ancora a lui, che si accollò una società che rischiava di sparire o di navigare in decenni di mediocrità e la ri- fece grande, a sue spese. E poi confido in un’altra cosa.
Dica...
Ho amato alla follia Steve McQueen e Brigitte Bardot, ma soprattutto i Beatles, amavo loro e amavo Liverpool. Ma Liverpool, nel 1984, mi ha tradito, sono stato male. Penso che John Lennon, da lassù, sappia tutto. Siamo stati male in tanti. John, è ora di rimettere le cose a posto. Ancora il 1984... Non è stato controproducente caricare il match di questa valenza così simbolica?
Non credo che l’ambiente possa influire in maniera determinante. Se la palla di Kolarov nel primo tempo non avesse preso la traversa staremmo qui a parlare di un’al- tra partita e Di Francesco non sarebbe accusato di aver sbagliato formazione e approccio.
Nel 1984 lei ovviamente c’era...
Sì, ma non ricordo nulla. Non ricordo nemmeno i rigori. So solo – perché me lo hanno raccontato – di essere uscito dallo stadio più di mezz’ora dopo la fine della partita. Un vuoto totale… Ecco, ero disperato. Oggi sono felice.
Riti per il ritorno?
I riti non si svelano. Io, come molti, ne ho parecchi. Sono più fortunato di Sensi, che faceva la stessa strada ogni volta. Gliela misero a senso unico e si beccò un sacco di multe. Come ho detto, mi affido a John Lennon
Dell’84 non ricordo neanche i rigori Mi hanno raccontato che sono uscito dallo stadio più di mezz’ora dopo la fine