Il Fatto Quotidiano

“Se vinciamo il merito sarà di John Lennon”

Il giorno dopo la partita: “Siamo romanisti, viviamo di magie. Il successo è relativo”

- » STEFANO CASELLI

“Circola sul web una cosa chiamata ‘ il pensiero del romanista’ che più o meno dice così: ‘Io tifo Roma, pensa te se mi può interessar­e vincere la Coppa’. Ecco, io tifo Roma e quando sento tifosi di altre squadre sciorinare albi d’oro, li compatisco. Loro non hanno visto Manolas colpire di testa sotto la Curva e fare il terzo gol al Barcellona. Noi siamo alla ricerca di qualcosa di magico, viviamo di questo. A me non interessa vincere, io voglio esserci”. Il giorno dopo la notte da incubo di Anfield Road, il romanistis­simo Enrico Vanzina è a caccia di esorcismi. Vanzina, esserci ieri sera – ahimé – deve essere stata dura...

Ero a casa di amici e sul 5-0 me ne sono andato. Mi sono chiuso in macchina, stavo troppo male e l’ho sentita per radio. Una cosa tristissim­a...

Beh, ha portato bene... Uno sprazzo di orgoglio. A momenti facciamo il 5-3. Ecco, rimane una fiammella. Al diavolo il “pensiero del romanista”...

Certo che un altro miracolo sarebbe leggendari­o... Quella del pensiero del romanista è una battuta per dire che si esiste indipenden­temente dai risultati. Vincere in realtà sarebbe bello soprattutt­o per Nils Liedholm, Dino Viola e Agostino Di Bartolomei. E anche per Franco Sensi. Se la Roma è in semifinale di Champions League lo dobbiamo ancora a lui, che si accollò una società che rischiava di sparire o di navigare in decenni di mediocrità e la ri- fece grande, a sue spese. E poi confido in un’altra cosa.

Dica...

Ho amato alla follia Steve McQueen e Brigitte Bardot, ma soprattutt­o i Beatles, amavo loro e amavo Liverpool. Ma Liverpool, nel 1984, mi ha tradito, sono stato male. Penso che John Lennon, da lassù, sappia tutto. Siamo stati male in tanti. John, è ora di rimettere le cose a posto. Ancora il 1984... Non è stato controprod­ucente caricare il match di questa valenza così simbolica?

Non credo che l’ambiente possa influire in maniera determinan­te. Se la palla di Kolarov nel primo tempo non avesse preso la traversa staremmo qui a parlare di un’al- tra partita e Di Francesco non sarebbe accusato di aver sbagliato formazione e approccio.

Nel 1984 lei ovviamente c’era...

Sì, ma non ricordo nulla. Non ricordo nemmeno i rigori. So solo – perché me lo hanno raccontato – di essere uscito dallo stadio più di mezz’ora dopo la fine della partita. Un vuoto totale… Ecco, ero disperato. Oggi sono felice.

Riti per il ritorno?

I riti non si svelano. Io, come molti, ne ho parecchi. Sono più fortunato di Sensi, che faceva la stessa strada ogni volta. Gliela misero a senso unico e si beccò un sacco di multe. Come ho detto, mi affido a John Lennon

Dell’84 non ricordo neanche i rigori Mi hanno raccontato che sono uscito dallo stadio più di mezz’ora dopo la fine

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Ansa Mattatore Salah rincorso da Kolarov durante Liverpool- Roma

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