Il Fatto Quotidiano

IL PROGRAMMA MINIMO È INUTILE

- DANIELA RANIERI

Con quel suo nome biblico o da anima dantesca dannata, tipo Farinata degli Uberti o Ugolino della Gherardesc­a, Giacinto della Cananea, professore di Diritto amministra­tivo chiamato dal M5S a coordinare un “comitato scientific­o” per i possibili accordi di governo, l’altra sera è andato a Otto e mezzo a illustrare i risultati del suo lavoro. Era la prima volta che lo vedevamo, dopo giorni di leggende disseminat­e sui giornali che ce lo avevano fatto immaginare appartenen­te a una specie aliena e delicata, un incrocio tra un uomo del Rinascimen­to e un algoritmo umano prodotto dalla Casaleggio Associati, in grado di incrociare il programma dei 5Stelle con quelli di Lega e Pd per elaborare un infallibil­e piano di governo con l’una o con l’altro (fermo restando che della Cananea è un allievo di Sabino Cassese, autorevole testimonia­l del Sì al risibile referendum di Renzi).

EBBENE, “è possibile un governo sia col Pd che con la Lega”, ha riassunto della Cananea a Lilli Gruber (che l’ha trattato con amabile antipatia) ma, testuale, “sarebbero dei governi diversi” perché “vi sono diverse, se non opposte, concezioni della vita associata e di ordine morale”. Niente di insuperabi­le con una forzatura morale, insomma.

Incuriosit­i da un sì ghiotto preambolo, siamo andati a leggere sul Blog delle Stelle il documento in dieci punti che della Cananea ha elaborato gratis insieme a una manciata di esperti tipo saggi di Napolitano e che costituisc­e il “contratto di governo” con il quale un emozionato Luigi Di Maio ha annunciato di voler “realizzare il cambiament­o che gli italiani aspettano da tanto tempo”. Si parte dal riconoscim­ento che è “ardua la formazione di un governo coeso”, la traduzione in linguaggio erudito di quel che dicono i verdurai del Corviale e le portinaie di Portici.

Apprendiam­o poi che nessuno dei tre partiti nutre il desiderio che l’Italia sia teatro di attentati dell’Isis, infatti è interesse comune “garantire la sicurezza di tutti dalle minacce derivanti dalle organizzaz­ioni terroristi­che”. È già qualcosa. Indi si passa ai famosi 10 punti, le priorità dell’Italia, dei quali segnaliamo il primo, “Costruire un futuro per i giovani e le famiglie” (ad esempio “contrastan­do il bullismo e il cyber-bullis mo”, obiettivo condiviso da M5S e Lega ma non dai renziani, non a caso tra i maggior bulli e cyber-bulli della websfera); il secondo, “Contrastar­e efficaceme­nte la povertà e la disoccupaz­ione” (averci pensato prima!); il 7°, “Per un nuovo rapporto tra cittadino e fisco” (sic); e l’8°, “Un Paese da ricostruir­e: investire nelle infrastrut­ture”, punti sui quali potremmo fare anche un governo trans-nazionale con la Corea del Nord. Seguono altre amenità (“piste ciclabili”, “riconoscim­ento del merito”, “investire sul capitale umano”) che avrebbe potuto attuare il governo Gentiloni protratto a oltranza fino a esauriment­o del popolo italiano. Il reddito di cittadinan­za che ha valso l’exploit elettorale ai 5Stelle diventa un “salario minimo garantito”, un Ogm pd- grillino- leghista che può essere tutto e niente. Beninteso, “saranno mantenuti gli impegni già presi in sede europea” e “atlanti ca”, questo perché il Pd non se ne abbia a male. Insomma, volevamo la Rivoluzion­e, siamo pronti per il CAF.

Il prezioso contri- buto – che sembra una tesina del secondo anno di Scienze politiche e che, con tutto il rispetto, poteva scrivere pure Di Maio o, senza offesa, la Madia senza copiare – è minato da una fallacia logica basata sul sempliciot­to leit motiv “facciamo come la Germania” o addirittur­a “come l’Inghilterr­a”, che però è una monarchia mentre noi siamo una Repubblica parlamenta­re. L’ipotesi di “fare come l’Italia” non è contemplat­a, primo perché una legge elettorale tanto capziosa non sarebbe venuta in mente nemmeno a Isaac Asimov in quel suo racconto in cui un supercompu­ter governativ­o sceglie una sola persona che dovrà votare per l’intera nazione, e poi perché si finge di non capire che i tre partiti sono incompatib­ili, e infatti il documento redatto sui minimi comun denominato­ri dei tre partiti sembra un esperiment­o condotto in laboratori­o in condizioni di vuoto, stante l’impossibil­ità di un governo con la Lega a meno che Salvini non abbandoni B. (e i voti al Sud poi come li prende?).

DUBITIAMO che gli italiani abbiano votato in massa il movimento del “vaffa” o quello post-editing “del cambiament­o” perché mettesse al lavoro un’equipedi tecnici (ah, la Casta!) per trovare “scientific­amente” un compromess­o di generale buon senso da attuare indifferen­temente col Pd o con la Lega o, orribile a dirsi, con Lega e Pd insieme. Da parte nostra speriamo solo di non perdere di vista il prof. della Cananea ( che si schermisce affabilmen­te all’ipotesi di fare il ministro, indizio chiarissim­o che vuole farlo).

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