Il Fatto Quotidiano

Di Maio: “Basta ai conflitti d’interessi: i media di B. stanno linciando Salvini”

“Contratto con i democratic­i”

- » LUCA DE CAROLIS

All’inferno Berlusconi, addio a Salvini, un sì con tanti però e distinguo al Pd. E un avviso a ortodossi e critici vari, nell’assemblea con i parlamenta­ri: “Non ho mai avuto problemi con Roberto Fico, certi retroscena erano falsi: e quelle frasi a doppio senso su di me andavano evitate”. In pillole, il Luigi Di Maio di nuovo di lotta e non più solo di governo. Il moderato che ha visto germi di rivolta in casa, e allora si è ricordato di essere grillino. O di esserlo stato. Così il candidato premier dei 5Stelle accantona toni felpati e sfumature, e mostra i denti. Innanzitut­to a Silvio Berlusconi, quello a cui pochi giorni fa aveva assicurato che con lui “il problema è politico, non personale”, e al quale invece ora ricorda che serve “una legge sul conflitto di interessi, perché un politico non può essere proprietar­io di mezzi di informazio­ne”. Poi (ri)mette una pietra tombale sul forno con la Lega “perché abbiamo una dignità”.

E soprattutt­o alza l’asticella con il Pd, invocando “un contratto di governo al rialzo” con dentro tutti i totem del M5S. “Ma non si tratta di una alleanza - giura - e comunque se si torna al voto è solo un’occasione per crescere ancora”. E tutto il suo discorso ha un forte sapore pre- elettorale. Quasi a minacciare i tanti che nel voto ci rimettereb­bero. Però dopo il nuovo giro di consultazi­oni assicura che “ce la metterà tutto” per cercare una quadra con il Pd. Quindi si rassegnerà a non incontrare i dem prima della loro direzione.

È MOLTO SCETTICO , ma deve tenere aperta una speranza di trattativa. Perché l’ha voluto il Quirinale, e perché tanto vale provarle tutte. Però meglio farlo scandendo i propri codici, per rinserrare le fila. Perché al solo sentire la parola Pd mezza base ha urlato al tradimento. E tra i parlamenta­ri è tutto un sussurrare contro i dem, “perché di Renzi non ci si può fidare, e poi per noi sarebbe un abbraccio mortale”. Così ai microfoni detta condizioni. “Il Pd non può chiederci di negare battaglie storiche, serve un governo in discontinu­ità, e le differenze tra noi sono profonde” ammette dopo l’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico all’ora di pranzo. “Si fa un contratto per non farci fregare, o duriamo due giorni” riassume in serata nell’assemblea con i parlamenta­ri. Incontro delicato, dopo la visita di Fico al Colle e il suo conseguent­e passo di lato. “Il mio mandato esplorativ­o si conclude con un esito positivo, si è avviato il dialogo tra Pd e M5S” sorride l’ex primo rivale di Di Maio. Contento di non essere più tirato in ballo come possibile premier.

Nel frattempo arriva la reazione di Berlusconi: “Le parole di Di Maio sulle mie tv sono cose da anni 70, da esproprio proletario ”. Mail capo del M5S ormai chiude “a chi ci ha definito Hitler”. E la legge sul conflitto di interessi vuole metterla già nel contratto di governo con i dem, assieme al reddito di cittadinan­za. Alza il prezzo, il capo. “Bisogna fare qualcosa sulla governance­della Rai e delle tv private, Berlusconi continua a lanciare minacce velate a Salvini per non farlo rompere” è la sua entrata a gamba tesa sul centrodest­ra, ma pure sul Renzi che ha imposto una sua legge per viale Mazzini .“Al Giornale non abbiamo foto compromett­enti su Salvini” farà sapere in serata Alessandro Sallusti. Ma tanto Di Maio aveva già picchiato, dopo aver provato a settimane ad accompagna­re all’uscita Berlusconi, di cui era pronto ad accettare l’appoggio esterno. Salvini invece spiega di essere ancora lì, dietro la porta: “Aspetto la fine della telenovela M5S-Pd, non chiudo ai 5Stelle”. I suoi chiamano i colleghi del Movimento, e lo ripetono: “Non è finita”. Ma Di Maio con il leghista non ha contatti da giorni. “Ricucire è impossibil­e” sostengono dai vertici. Ma nel Movimento ancora ci sperano. Intanto in serata è assemblea. Di Maio assicura che ci proverà davvero con il Pd e che “dopo 50 giorni” il forno con la Lega è proprio chiuso. E arrivano applausi, chissà quanto sinceri. Poi celebra Fico: “Abbiamo recuperato un’amicizia più bella di prima, la nostra scelta era giusta”. Però punge i critici, la- mentandosi per certe frasi “sibilline”. E tutti pensano al Carlo Sibilia che su Facebook aveva scritto: “Il problema non sono i nomi”. Con un riferiment­o a un passo di lato di Di Maio dalla candidatur­a a premier.

Le minacce

Il capo M5S sventola il conflitto di interessi Sallusti chiarisce: “Non ho dossier su Salvini”

POI PRENDE la parola la senatrice Paola Nugnes, vicina a Fico. Critica il contratto di governo, bollandolo come “incostituz­ionale” nella parte in cui “obbliga i parlamenta­ri a rispettarl­o”. E le rispondono in diversi. Mentre Paola Taverna entrando aveva ribadito:“Non rinnego ciò che ho detto del Pd”. Sospesa tra ortodossia e pragmatism­o. Come il M5S.

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Ansa “Esito positivo” Il presidente ieri ha riferito al Colle dopo due giorni di consultazi­oni. Il suo mandato finisce qui
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