Il Fatto Quotidiano

“In affari con Tiziano e in visita a Matteo sul castello dei film”

Luigi Dagostino L’imprendito­re indagato con Renzi sr.: “Chiesi all’allora premier di promuovere Sammezzano, sito Unesco. Poi non se ne fece nulla”

- » MARCO LILLO

“Voleva portare i turisti al The Mall con gli aerei leggeri, oltre che con i battelli, ma Tiziano si sa come è fatto”. Luigi Dagostino parla del padre di Matteo Renzi come di un velleitari­o sognatore, però in passato ha pagato alla società della sua famiglia, per studi sui trasporti verso il centro commercial­e di Reggello, ben 172 mila euro, Iva inclusa.

Lei è l’imprendito­re indagato per false fatture assieme a Tiziano Renzi, il quale sostiene che le prestazion­i considerat­e inesistent­i dai pm sono reali. Lei che dice? Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. Se le rispondo, sarebbe corretto verso i magistrati?

Però qui ci sono in ballo questioni pubbliche che interessan­o tutti. Perché lei andava

Le accuse

A inguaiare Tiziano e consorte, due fatture della società di famiglia: per i pm false

in giro con Tiziano Renzi a incontrare i politici e perché accettava di pagare parcelle salate senza battere ciglio? Non è vero che Tiziano mi serviva per i politici, come hanno scritto. L’unico politico citato nelle mie agende è Nicola Latorre, che conoscevo già: abitiamo vicino. E non è vero che sarei stato un soggetto da evitare perché plurindaga­to e pregiudica­to.

Lei è indagato e ci sono sette provvedime­nti riportati nel suo casellario giudiziale. Sì, ma mi hanno indagato dopo aver conosciuto Tiziano e non ha senso dire che non avrebbe dovuto frequentar­mi. Quanto al casellario, controlli i sette episodi in 20 anni di attività: sono tutte violazioni delle norme sul lavoro che ho chiuso con multe da 500 a 1.500 euro o con pene di due-tre mesi che ho oblato in ammende amministra­tive. Sono violazioni contestate spesso anche se non c’ero per la responsabi­lità oggettiva come amministra­tore.

Ora è indagato per false fatture. Perché ha pagato 140 mila euro più Iva alla società dei Renzi per uno studio sul food e sui trasporti dei turisti all’outlet The Mall? Tiziano aveva questa idea del treno fino a Rignano per poi far salire i turisti sul battello e venire al The Mall. Gli spiegai che era folle pensare di far fermare il Frecciaros­sa da Milano a Rignano. Già c’erano po- lemiche per il treno che ferma ad Arezzo, città della Boschi, che almeno era provincia. Nella fattura della società dei Renzi si parla pure di aeroporti. Volevate portare i turisti al The mall dal cielo? Tiziano mi parlava degli ultralegge­ri e degli elicotteri come a Manhattan. Io sapevo che non ci saremmo mai riusciti. Mi pare che una volta mi fece incontrare il sindaco Lorenzini (che non ricorda l’incontro, ndr) per questa cosa. Però poi la società dei Renzi le invia la fattura a luglio 2015 per “studio di fattibilit­à di una struttura ricettiva efo od coni relativi in cominga sia ti ciel a logistica da e per i trasporti pubblici (ferrovie, aeroporti, ecc.)” e lei paga 172 mila euro. Perché?

Ne parlerò con i pm. Le posso solo dire che l’ operazione The Mall è stato un grandissim­o successo e io ero in un momento di euforia economica quando ho avuto i contatti con Tiziano. Mi chiese di farlo lavorare e non sono stato troppo a guardare le fatture. E perché paga l’aumento di 40 mila più Iva tra la prima fattura inviata da 100.000 e la seconda da 140.000? Mi disse che l’aumento era dovuto al coinvolgim­ento di altri soggetti. Quando ho capito il tipo sono stato più cauto. Stiamo parlando di una persona vulcanica e spesso esagerava.

Lei con Tiziano ha mai incontrato Matteo?

Una sola volta. Ho visto Matteo Renzi per la storia del castello di Sammezzano.

Il castello c’entra qualcosa con la società The Castle? No. E’ il castello bellissimo che sta a Leccio nel Comune di Reggello: era un albergo, poi è andato incontro al degrado. L’ex sindaco di Reggello, Massimo Sottani, 20 anni fa lo prese a cuore e poi la Sammezzano Castle Srl, lo comprò.

Lei era nella società?

No. Era stato comprato da una società inglese di due signori e all’inizio c’era anche la moglie di Giovannino Agnelli, il nipote di Gianni. Matteo Garrone ci ha girato nel 2015 The tale of the tales e poi ci sono tanti documentar­i.

Ma lei e Matteo Renzi che c’entrate con il castello? Mi venne l’idea di associarlo al The Mall facendo delle mostre permanenti e feci fare un progetto di fattibilit­à per poi proporre la cosa agli inglesi. Per questo vedo Matteo a casa di Tiziano, mi pare a settembre 2014. Era già premier.

Che vi siete detti?

Il castello è un bene tutelato dall’Unesco. Chiesi a Matteo se riusciva, con l’allora ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni, a fare qualcosa per promuovere il castello. Eravamo io, Matteo e Tiziano e c’erano dei giornalist­i che circolavan­o nella villa per un servizio sulla famiglia.

Come è finita?

Renzi mi disse che in quel castello c’era andato ai tempi degli scout e che avrebbe preso a cuore la cosa. Gli dissi che era assurdo che promuovess­e zone e aziende d’Italia lontane, come la Fiat di Pomigliano, quando all’outlet avevamo assunto 800 persone. Mi disse che talvolta le cose più vicine sono quelle più trascurate e che si sarebbe interessat­o. Poi non ha fatto nulla.

Ci è rimasto male quando ha

letto che negli sms intercetta­ti Matteo Renzi scriveva brutte cose su di lei al babbo?

Mandai un messaggio duro a Tiziano e lui mi confermò la sua stima scusandosi per le parole del figlio che era nervoso. Però secondo me Matteo scrisse quei messaggi sapendo che poteva essere intercetta­to. C’èra l’in chiesta Consip e lui lo sapeva.

Con Tiziano non stavo troppo a guardare le fatture. Poi sono stato più cauto: è vulcanico e spesso esagerava

Via sms Matteo scrisse cose brutte su di me ma sapeva che poteva essere intercetta­to: c’era già Consip

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Fotogramma Le primarie Matteo Renzi, alla chiusura delle primarie, con il padre Tiziano

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