Il Fatto Quotidiano

Def, la guerra fra i partiti sulla stangata da 30 miliardi

Austerità Il governo vara il documento con l’ennesimo salasso Tutti per lo stop all’aumento dell’Iva, ma non c’è accordo sul come

- » CARLO DI FOGGIA

Almeno sul punto più rilevante i partiti sono tutti d’accordo: disinnesca­re gli aumenti automatici dell’Iva da 12,5 miliardi nel 2019, le cosiddette “clausole di salvaguard­ia”. Ma sul come farlo ognuno va per conto suo. Il centrodest­ra potrebbe presentare soluzioni diverse, mentre il M5S lavora a un documento essenziale per trovare convergenz­e, puntando al Pd.

IERI IL GOVERNOGen­tiloni ha licenziato il Documento di economia e finanza, la base su cui si costruisce la legge di Bilancio, scritta e approvata in autunno. Come previsto, l’esecutivo presenta un Def con soltanto i conti “tendenzial­i”, cioè a legislazio­ne vigente, lasciando quelli “programmat­ici” al prossimo governo. In perfetta sintonia con le stranezze contabili degli scorsi anni, le stime inglobano l’aumento delle clausole di salvaguard­ia, che per il 2019-2020 valgono quasi 32 miliardi, senza però che questa gigantesca stretta fiscale abbia impatti sulla crescita. Il Pil – si legge nella bozza del testo – crescerà, come previsto, dell’1,5% quest’anno e dell’1,4 nel 2019, solo lo 0,1 in meno rispetto alle stime di autunno messe nella nota di aggiorname­nto al Def, per poi calare a 1,3% nel 2020. Nello stesso arco di tempo il deficit pubblico dovrebbe passare dal 2,3% del 2017 (1,9 al netto degli interventi una tantum per i salvataggi bancari), all’1,6 nel 2018 per poi scendere allo 0,8% nel 2019 e arrivare al pareggio di bilancio nel 2020 (con il debito/Pil in calo di 1 punto a nel 2018 al 130,8%). La stretta è appunto di quasi 30 miliardi, e questo grazie all’aumento dell’imposta sui consumi.

Il ministro Pier Carlo Padoan si è augurato che il prossimo governo lo eviti: “Le clausole sono tenute dentro, nell’aspettativ­a che, come in passa- to, l’esecutivo presenti misure per rimuoverle”. All’iniz io della prossima settimana, il Def sarà inviato a Bruxelles ma già da oggi sarà alle Camere, dove i partiti dovranno votare le “risoluzion­i” con cui possono lanciare segnali politici. Forza Italia, dice Renato Brunetta, chiederà al governo di “trovare nel minor tempo possibile le risorse per scongiurar­e l’aumento dell’Iva”, lamentando che con le clausole già incorporat­e sarà più difficile in autunno “convincere l’Ue che vanno disinnesca­te”. Stessa linea di Fratelli d’Italia, che annuncia una sua risoluzion­e. E così anche per la Lega, l’unica che però ha chiara la strada da seguire: finanziare lo stop in deficit. “Per noi il ragionamen­to è se sforare il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil non se restare all’1,6%”, spiega il neo deputato Claudio Borghi Aquilini. Non è così per Fi, e si vedrà se alla fine il centrodest­ra si presenterà con tre risoluzion­i. Il Pd per ora non è pervenuto.

IL DISCORSO è più complesso per i 5Stelle. Fino a metà aprile c’è stato un dialogo con Gentiloni, con tanto di telefonate, per fornire input alla stesura del Def poi confluiti in una bozza a cui hanno lavorato i ministri economici in pectore, Andrea Roventini, Pasquale Tridico e Lorenzo Fioramonti, assieme alla deputata Laura Castelli. Nel testo si proponeva il blocco delle clausole di salvaguard­ia, l’aumento delle risorse per il Reddito di inclusione del governo Renzi (Rei), i centri per l’impiego e gli investimen­ti al Sud, insieme a un ammorbidim­ento della riforma Fornero, allargando le categorie dei lavori usuranti e prorogando l’opzione donna (un pacchetto da 4 miliardi), più tagli all’Irap e al cuneo fiscale. Il tutto tenendo il deficit al livello oggi fissato dal Def (tradotto: serviranno tagli robusti, che il M5S esclude alla spesa corrente e ai ministeri). Il dialogo col governo si è arenato, ma sono misure che al Pd, non risultereb­bero indigeste (il reggente Maurizio Martina ha citato gli “equilibri di finanza pubblica” come uno dei punti di dialogo). I 5Stelle ra-

Le “risoluzion­i”

Nel centrodest­ra solo la Lega è chiara sul rialzo del deficit. M5s cerca “convergenz­e”

gionano su una risoluzion­e con misure “bandiera” aperta a possibili “convergenz­e”.

Allo stato resta quindi l’austerità fiscale programmat­a dal governo uscente, in un Def che peraltro conferma il forte definanzia­mento del sistema sanitario nazionale e il rallentame­nto dell’economia di inizio anno. Bruxelles potrebbe poi metterci il carico da 90 e chiedere a maggio una manovra correttiva da tre miliardi. Probabile che la questione venga rinviata all’autunno.

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Ansa Pallottoli­eri Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il premier Paolo Gentiloni presentano il Def

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