“Lo stupro di gruppo è soltanto abuso”
5 giovani condannati a solo 9 anni perché non è provata la violenza
Il Tribunale di Navarra ha punito i 5 uomini appartenenti alla cosiddetta manada, il branco, accusati di aver violentato una ragazza di 18 anni una notte dell’estate del 2016 a Pamplona, a 9 anni di reclusione ciascuno, molto inferiore ai 22 richiesti dal pubblico ministero. A sconcertare è il delitto che viene preso in considerazione: abuso sessuale continuato e non violenza sessuale. Perché il codice penale spagnolo distingue le due fattispecie, facendo rientrare nella prima gli atti sessuali imposti a una persona senza il suo consenso ma in assenza di violenza fisica, come nel caso di minori, disabili o persone sotto l’effetto di droghe o alcool. L’aggressione sessuale richiede, in aggiunta, che si faccia uso d’intimidazione e violenza, e la forma più grave anche se non unica in cui viene rappresentata, è la penetrazione.
I fatti si svolgono durante le feste di San Fermín. Cinque uomini tra i 26 e i 30 anni, tra cui un militare di carriera e un poliziotto della Guardia Civil, cominciano una conversazione nelle prime ore della mattina del 7 luglio con una ragazza, offrendosi di accompagnarla alla sua auto. Lungo la strada la fanno entrare nell’androne di un edificio e lì la violentano ripetutamente a turno per circa mezz’ora, filmando l’aggressione.
LA RAGAZZA non reagisce, bloccata dalla paura o per evitare il peggio. Gli aguzzini, prima di andarsene, le rubano il cellulare. È tutto descritto minuziosamente nella sentenza, i termini dell’aggressione ci sono tutti, ma i giudici negano la violenza sessuale.
Nella politica sono in molti a pronunciarsi contro il verdetto: “Se non fu violenza di gruppo contro una donna indifesa che intendiamo per violenza allora?”, si chiede il leader socialista Sánchez; “Sembra che stiano dicendo alle vittime che se non affrontano 5 bulli grandi il doppio, rischiando la vita, non ti stanno violentando”, twitta Iglesias di Podemos; “M’indigna che dopo la violenza sessuale tu debba soffrire la violenza di una giustizia patriarcale”, scrive la sindaca Colau all’indirizzo della ra- gazza. Nel pomeriggio, le donne si mobilitano nelle piazze, scandiscono lo slogan “Io sì ti c r ed o ” nato nell’a u t un n o scorso, quando il giudizio aveva cominciato a spostarsi dalle colpe degli imputati ai comportamenti della vittima.