Il Fatto Quotidiano

Ubi e Monte Paschi, banchieri alla sbarra. C’è anche Bazoli

Il derivato di Siena e il sistema di controllo occulto a Brescia

- » GIORGIO MELETTI

■ I massimi dirigenti del terzo istituto italiano, incluso l’ad Massiah, avrebbero truccato le assemblee. Il pm voleva archiviare Profumo e Viola, il giudice no

Sono

sorpreso”, ha detto l’amministra­tore delegato di Leonardo Finmeccani­ca Alessandro Profumo, prima di confermare la rituale fiducia nella magistratu­ra. Come ex presidente del Monte dei Paschi di Siena è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza prelinare di Milano Alessandra Del Corvo, per aggiotaggi­o e falso in bilancio, insieme all’ex amministra­tore delegato Fabrizio Viola. A processo anche (ma non per l’aggiotaggi­o) l’ex presidente del collegio sindacale di Mps Paolo Salvadori e la stessa banca Mps per le responsabi­lità amministra­tive della legge 231.

LA SORPRESA di Profumo è comprensib­ile. Già un anno e mezzo fa la procura di Milano aveva chiesto l’archiviazi­one delle accuse sostenute prin- cipalmente dal finanziere e piccolo azionista di Mps Giuseppe Bivona, secondo cui nei bilanci 2012, 2013 e 2014 Profumo e Viola avrebbero esposto i famosi derivati Santorini e Alexandria “a saldi aperti” (cioè come operazioni di trading su di titoli di Stato), anziché “a saldi chiusi”, cioè come derivati sintetici. Si tratta dei derivati fatti dalla gestio- ne di Giuseppe Mussari per coprire i buchi fatti nei bilanci con l’acquisto della banca Antonvenet­a. La questione è tecnicamen­te complessa e la linea della procura di Milano è stata sempre quella di escludere il dolo, e quindi il reato.

MA UN INTERVENTO­del procurator­e generale di Milano Felice Isnardi ha riaperto la partita e un anno fa il gup Livio Cristofano ha chiesto ai pm l’imputazion­e coatta. I pm Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio hanno nuovamente chiesto il non luogo a procedere. Lo scorso 6 aprile Civardi ha argomentat­o per due ore la richiesta assolutori­a. Ieri è arrivata la decisione che dispone il giudizio per il 17 luglio: difficile non leggerla anche nel quadro delle ormai antiche frizioni all’interno della magistratu­ra milanese.

Si prospetta anche una si- tuazione processual­e singolare. Saranno gli stessi pm a dover sostenere in giudizio la colpevolez­za di imputati dei quali difendono da un paio d’anni l’innocenza. Di fatto il processo vedrà l’accusa e gli avvocati difensori insieme contro le numerose parti civili, in particolar­e Bivona. Ieri ha rivendicat­o il successo ottenuto in sede di udienza preliminar­e, giudicando il rinvio a giudizio di Profumo e Viola “un punto a favore per tutti gli ex soci che hanno già intentato cause risacitori­e contro la Banca per i bilanci e prospetti falsi dal 2012 al 2015”, il cui petitum si aggira attorno ai 2 miliardi di euro. Un rischio teoricamen­te grave per il futuro della banca, anche se la Borsa ha accolto freddament­e la novità, infliggend­o ai titoli di Rocca Salimbeni una perdita inferiore all’1 per cento.

Bivona comunque festeg- gia: “I pubblici ministeri, la banca Mps, Consob e Banca d’Italia avevano tutti chiesto il non luogo a procedere ed invece il giudice ha accolto la richiesta della parte civile Bluebell Partners”, dice, “e il dibattimen­to permetterà di accertare anche le responsabi­lità della Consob e della Banca d’Italia”.

PROFUMO E VIOLA in effetti si sono sempre difesi con un fatto noto, cioè che i bilanci incriminat­i furono formulati su indicazion­i di Bankitalia e Consob, rese pubbliche e allegate ai bilanci stessi insieme ai cosiddetti “pro forma”, cioè il bilancio come sarebbe stato con Santorini e Alexandria “a saldi chiusi”. Tutto questo dopo una consultazi­one assai complessa proprio sulla natura delle operazioni segrete di Mussari.

Twitter@giorgiomel­etti

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Ansa “Sono sorpreso” Alessandro Profumo oggi è l’amministra­tore delegato di Leonardo Finmeccani­ca

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