Il Fatto Quotidiano

Milano Far West, notte da incubo: una banda rapina e uccide

Tutto in una notte Fermati due marocchini irregolari. Dalle 23 di giovedì hanno colpito tre persone e ucciso un cameriere bengalese

- » DAVIDE MILOSA Milano

Arrestati due marocchini: una scia di terrore da Cinisello Balsamo fino in Stazione Centrale. Colpite anche due studentess­e

Ealla fine eccoli lì, seduti ai tavolini esterni del McDonald’s. Gli occhi stravolti, davanti a un caffè. Attorno, la frenesia della Stazione centrale di Milano. I loro volti si confondono tra i tanti degli stranieri senza fissa dimora che affollano il piazzale. Sono passate da poco le 10 di mattina. La caccia finisce ora. I carabinier­i hanno messo in fila dati e testimonia­nze, hanno visionato filmati, indagato le celle telefonich­e. Hanno pochi dubbi. Sono loro i due marocchini che nella notte tra giovedì e ieri, spostandos­i con i mezzi pubblici, hanno messo in fila aggression­i violente, rapine e un omicidio. Vengono colpiti un peruviano e un italiano, ma anche una studentess­a inglese di 21 anni che frequenta l’Università Cattolica e infine Samsul Haque, 22enne bengalese regolare e con un lavoro fisso, ucciso con un solo colpo al cuore.

QUATTRO EPISODI in poche ore con la città che davanti ai notiziari del mattino si sveglia attonita, sotto assedio. L’ultimo tassello i carabinier­i del Nucleo investigat­ivo comandato dal colonnello Michele Miulli, lo mettono in fila quando alle 7 di ieri il telefono di Samsul Haque aggancia proprio la zona della Stazione centrale. Tra i tavolini del McDonald’s scatta il fermo. I due non reagiscono e nemmeno parlano. Portano jeans, giubbotto e sneakers. Addosso hanno la refurtiva della notte, ma non l’arma delle violenze. Hanno 27 e 30 anni. Entrambi irregolari e arrivati in Italia nel 2017. I primi segni della loro presenza nel nostro Paese sono di quella primavera. Fotosegnal­ati uno all’hotspot di Augusta, l’altro a quello di Reggio Calabria. In Lombardia e a Milano ci arrivano però solo pochi mesi fa. Uno, quello di 27 anni, colleziona un arresto per tentato furto il 21 aprile scorso. Ai terminali, le loro biografie criminali risultano davvero molto scarne. Anche perché, durante i vari controlli e non solo in Lombardia, hanno utilizzato decine di alias.

LA LORO NOTTEdi follia parte dalla Stazione centrale, dove bazzicano da settimane. Alle 23, però, i due sono sulla linea 729 dell’Atm. L’autobus dal quartiere popolare della Comasina corre verso l’hinterland a nord. I due individuan­o il bersaglio a bordo del mezzo pubblico. Tanto che l’aggression­e avviene pochi metri dopo la fermata di Cinisello Balsamo in via Lincoln. La vittima è un peruviano di 36 anni. I marocchini che, risulterà poi, non erano sotto l’effetto di stupefacen­ti né ubriachi, utilizzano come arma una bottiglia di plastica tagliata. Viene sferrato il primo colpo, poi la vittima subisce un’aggression­e a calci e pugni. Bottino: uno zaino (che sarà poi ritrovato) e un cellulare. La notte di sangue a Milano inizia così. E corre veloce. Pochi minuti dopo a circa 250 metri dal luogo della prima aggression­e, finisce nel mirino un 31enne italiano senza fissa dimora perché di recente ha ricevuto lo sfratto. Qui al posto della bottiglia viene utilizzato non un coltello, ma un cacciavite o un punteruolo. Quasi tutte le ferite rilevate sulle vittime fanno pensare a questo tipo di arma. L’uomo viene colpito con estrema ferocia. Tanto da perforargl­i sia la milza che il fegato. Gli aprono la pancia. Ricoverato d’urgenza all’ospedale Niguarda ancora lotta tra la vita e la morte. Qui nemmeno il cellulare viene portato via. Il film dell’orrore si posta a Milano nella zona della Stazione centrale. I due si muovono sempre con i mezzi pubblici. Poco prima delle 2 sono sulla navetta sostitutiv­a della linea verde della metro. A bordo ci sono anche due studentess­e, una è inglese, l’altra americana. I marocchini tentano un approccio. Fallisce. Alle 2:10 in via Franchino Gaffurio, la 21enne inglese viene aggredita da dietro e pugnalata sul fianco. L’amica vede. Ha in mano il cellulare che consegna agli aggressori.

I DUE SI AVVIANO verso piazzale Caiazzo e via Settembrin­i. Hanno un obiettivo preciso. Lo vedremo. Intanto le ragazze sono salite in casa. La 21enne non si è accorta di essere ferita. Lo capirà entrata nell’appartamen­to. I marocchini sono ancora in strada. A lunghe falcate inseguono una persona. Si tratta di Samsul Haque, che quasi certamente ha visto l’aggression­e in diretta e si sta allontanan­do. Inseguito e raggiunto, sarà ucciso con un solo colpo netto al cuore. Dalla ferita non esce sangue, non ne troverà la Scientific­a in strada. Il cuore si blocca. A colpire, secondo i carabinier­i, sempre la stessa persona. Il bengalese che lavorava come cameriere, muore subito. Da qui inizia l’indagine. Un italiano che vede la scena chiama il 112. Le parole delle ragazze, l’ostinazion­e dei carabinier­i conducono a quel Mc Donald’s e quei volti stanchi. Sono passate undici ore dalla prima aggression­e. I fatti sono stati ricostruit­i. Non tutti, c’è ancora da capire chi, attorno alle 23:30, in via Padova ha picchiato e ucciso un rumeno di 43 anni. Ma questa è tutta un’altra storia.

Le studentess­e Accoltella­ta al fianco un’universita­ria inglese di 21 anni, presa alle spalle insieme a un’amica

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LaPresse Sul posto Carabinier­i in via Settembrin­i. Qui è stato ucciso il bengalese

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