Cercasi disperatamente formula magica funzionante
Questo tavolo non s’ha da fare. E perché no? Una chiacchierata non si nega a nessuno. Via al dialogo su tre punti. Anzi no, partiamo con il confronto su 100 punti (quelli del p r o g r a mma del Pd). Alla ricerca della quadra (o forse della quadratura del cerchio) per un ipotetico governo con i Cinque Stelle, il Partito democratico accumula dossier su dossier, studia formule più o meno possibili, più o meno astruse.
Governo politico Prevede Luigi Di Maio premier e il Pd nell’esecutivo con un nutrito drappello di ministri, molti da riconfermare.
Governo politico/ 2 Prevede Di Maio fuori, Roberto Fico premier, Dario Franceschini presidente della Camera, e il suddetto nutrito drappello sempre nell’esecutivo.
Governo politico/ 3 Arriva un “terzo nome” a Palazzo Chigi, dicasteri lasciati, seppur a malincuore, figure d’area come ministri. Soluzione troppo hard?
Governo di minoranza/1
Ecco la soluzione l ight: un monocolore Cinque Stelle, con Di Maio premier e l’a ppoggio esterno del Pd. Presidenze delle Commissioni garantite ai democratici, controllo del Parlamento e Matteo Renzi nella sua veste migliore: quella del # Luigistaisereno ( o vvero “smetti quando voglio”).
Governo di minoranza/2
Nei migliori sogni di chi ci ha provato, il monocolore Cinque Stelle a guida Di Maio ha l’appoggio esterno di Pd e Forza Italia. Vantaggi? Far nascere dall’opposizione il partito unico, con eredità di Berlusconi a Renzi incorporata. E il mantenimento in vita di quel che resta del governo Gentiloni, con i voti dei transfughi del Movimento? Ah, no, un momento. Quello è un altro schema.