Salvini si tiene stretto il Caimano e minaccia: “Voto prima dell’estate”
Non molla Berlusconi ma intanto si prepara: “Chi l’ha detto che si deve aspettare ottobre?”
La strategia di Matteo Salvini pare più limpida di come la raccontano i retroscena dei giornali. Ieri il segretario della Lega l’ha detto molto chiaramente, per la prima volta: “Per me si può votare anche entro l’estate. Non sta scritto né in cielo né in terra che si debba arrivare a ottobre. Se si vota a giugno, con l’aria che tira, secondo me qualcuno la maggioranza la porterebbe a casa”, ha dichiarato a Repubblica.it.
Salvini quindi è pronto alla conta subito, accorpando le Politiche ai ballottaggi delle Amministrative del 24 giugno. Sono poco meno di 60 giorni, una corsa contro il tempo irrealistica persino se il presidente della Repubblica si arrendesse immediatamente all’idea che formare un governo è impossibile, e procedesse allo scioglimento delle Camere appena insediate.
Non succederà: non si voterà a giugno, e meno che mai a luglio o agosto, in piena stagione estiva. Salvini lo sa, ma le sue parole hanno un senso ovvio: la Lega non ha nulla da temere dalle urne.
IL LEADER del Carroccio non ha bisogno di strafare: è convinto di poter scivolare verso le elezioni consumando rapidamente i voti del suo vecchio alleato che si rifiuta ancora di abbandonare: “Non lascio Berlusconi. Non cambio idea ogni quarto d’ora come Renzi o Di Maio. Mi sono presentato alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella”. Vuole votare, Salvini, ma ha la neces- sità di mostrarsi leale e responsabile. Dopo il 4 marzo ha messo da parte ruspe e fucili per abbracciare toni meno aggressivi, che vestono meglio le sue ambizioni da statista. Continua a mantenere la parola e la stessa linea di queste settimane: “Da rappresentante di tutto il centrodestra sono disponibile a fare un ac- cordo con i Cinque Stelle, un accordo tra i primi e i secondi arrivati. Con i terzi no”. È disposto anche a mettere mano al Rosatellum: “Se si vuole, la legge elettorale la approviamo in 15 giorni: chi prende un voto in più governa, lista o coalizione”.
BERLUSCONI e Salvini sono entrambi in Friuli a fare campagna (senza incontrarsi mai) per lo stesso candidato, il leghista Massimiliano Fedriga che probabilmente domani sarà eletto presidente della Regione. La partita locale la giocano insieme, quella nazionale li vede camminare verso orizzonti diversi. Salvini guarda Di Maio ma non lascia Berlusconi; Berlusconi resta aggrappato a Salvini ma guarda verso il Pd: “Non si può andare con i 5 Stelle – ha ribadito ieri l’ex Cavaliere – quello del populismo italiano è un pericolo che incombe anche sui Paesi Ue. L’Europa si augura che ci sia un argine al M5S e al movimento populista italiano”.
Berlusconi a differenza dell’alleato – e per ragioni speculari – non vuole tornare al voto. Ieri ha rilanciato la proposta, piuttosto visionaria, di un governo di minoranza di centrodestra: “Un esecutivo di chi ha vinto le elezioni, che si presenta con un programma molto concreto, di 3-4 cose che si impegna a fare nei primi 100 giorni, e chiede al Parlamento la maggioranza su questo progetto”. L’aveva già detto il 14 marzo: “Un governo di centrodestra con il Pd che appoggia singoli provvedimenti è plausibile”. Già allora era stato ignorato.
Salvini prima l’ha punzecchiato nel comizio pomeridiano: “C’è qualche alleato del centrodestra che sta girando per il Friuli dicendo ‘non votate la Lega perché se è troppo forte decide lei cosa fare al governo’. Quel qualcuno confonde il centrodestra con il centrosinistra...”. Poi in serata ha parlato ancora più chiaramente: “O c’è un governo di centrodestra o non c’è nessun governo, e si torna a votare e vinciamo da soli. Questo lo dico anche a chi pensa di non escludere di ragionare con Renzi e con il Pd”.
L’alleato B. non ha alcuna fretta di tornare alle urne. Chiede un governo di minoranza con appoggio dem