Droni, non ci sono paragoni Anzi sì: il doppione italiano per fare un favore agli arabi
Il governo impegnato sia nel modello europeo sia in quello Piaggio (proprietà di Abu Dhabi)
Da giovedì 25 aprile l’Italia è ufficialmente in guerra con se stessa. Una guerra dell’aria, conseguenza anche di uno degli ultimi colpi di coda della ministra della Difesa Pinotti. Giovedì al salone dell’Aeronautica in corso a Berlino è stato presentato con gran spolvero il modello in grandezza naturale
del European Medium-Altitude Long-Endurance Remo
tely Piloted Aircraft( Male Rpas), velivolo a pilotaggio remoto, alias drone, frutto di un programma congiunto di Italia, Francia, Germania e Spagna, nato da un accordo firmato nel 2015 anche dalla Pinotti. La stessa che, tre mesi fa, ha mandato al Parlamento una richiesta di parere relativo a un velivolo di classe identica e medesima categoria che dovrebbe esser prodotto dalla ligure Piaggio Aero. Costo del programma: 766 milioni per 10 sistemi con conclusione nel 2030. Aereo analogo ma distinto dal velivolo presentato a Berlino. E che inevitabilmente mette in competizione Piaggio Aero con Leonardo, il colosso della difesa e dell’elettronica, partner invece del progetto europeo.
PARE QUASI CHE alla Difesa ci siano un dottor Jekill e un mister Hyde che operano l’uno all’insaputa dell’altro, anzi uno contro l’altro. Com’è possibile che un ministero privo di grandi risorse possa impegnare 3/4 di miliardo per un clone di un programma che è, tra l’altro, molto più avanti in termini di sviluppo?
La spiegazione sta probabilmente in qualche segreta promessa fatta dall’Italia agli sceicchi di Abu Dhabi, proprietari al 100% della Piaggio tramite la Mubadala Deve
lopment Company. Gli arabi puntano da anni all’acquisizione di velivoli militari a pilotaggio remoto e la Piaggio Aero gli consentirebbe di aggirare anche alcuni ostacoli derivanti dalle normative internazionali su tali velivoli militari. Sono così interessati a quelli della Piaggio da aver deciso di scorporare e vendere (favoriti i cinesi) il settore dei velivoli civili, mercato in espansione. Da qui forse la scelta della ministra Pinotti di “dimenticare” di aver firmato due anni prima l’accordo per l’aereo europeo. Amnesia aiutata anche dall’avvicinarsi delle elezioni, poi clamorosamente perse dal Pd? La Pinotti è ligure, la Piaggio Aero è in Liguria e 2 più 2 di solito fa 4. Il problema è che ora ci troviamo due conti da pagare. Per due aerei che fanno la stessa cosa.