Il Fatto Quotidiano

Martina sfida Renzi: “Tavolo con Di Maio, poi voti la base”

VERSO LA DIREZIONEM­a l’ex segretario prepara il muro e stasera va da Fazio

- » WANDA MARRA

■ Il “reggente”: “Se il 3 maggio si darà l’ok all’inizio del confronto con i 5Stelle, giusto alla fine consultare i nostri sui territori”. Ma il “fu Rottamator­e” vuole congelare la partita e far chiudere la finestra elettorale. L’ipotesi di un governo di traghettam­ento fino al 2019

Chiudere la porta al dialogo senza se e senza ma, oppure dire di sì, alzando l’asticella e il prezzo, in maniera da stabilire condizioni irricevibi­li? Matteo Renzi si prepara al “ri t o rn o ” ( ovvero alla comparsata stasera da Fabio Fazio a Che tempo che fa) oscillando tra queste due opzioni. E consultand­osi con quelli che gli stanno intorno. Anche se l’opzione del dialogo “inutile” sembra a ora la più probabile. “Il governo con i Cinque Stelle non si può fare”, continua a dire ai suoi collaborat­ori. Nonostante questo, tra i dialoganti c’è chi è pronto a scommetter­e che al di là delle apparenze stia trattando per arrivarci a un governo politico.

I E RI , intanto, Maurizio Martina prova a rivendicar­e un’autorevole­zza che il segretario ombra gli disconosce ogni giorno. “Se la direzione del 3 maggio darà il via libera al confronto con i Cinque Stelle penso sia giusto che l'eventuale esito finale di questo lavoro venga valutato anche dalla nostra base nei territori con una consultazi­one”, è andato a dire ieri nello studio di Maria Latella, a Sky Tg 24. Una mossa decisa in autonomia, evidenteme­nte per uscire dall’angolo, per provare a buttare il cuore oltre l’ostacolo, ovvero il muro ancora ostentato dall’ex premier. Tanto è vero che lascia aperta la possibilit­à che a votare non siano solo gli iscritti, ma gli elettori, in genere meno duri e puri. E poi apre pure a modifiche del Jobs act, legge intoccabil­e per Renzi, “se si tratta di applicare il salario minimo legale, che ancora non è applicato”.

LA MOSSA non è stata concordata con l’ex segretario. Anche se i renziani non escludono la consultazi­one, visto che lo Statuto la prevede. E la loro convinzion­e è che qualsiasi cosa si andasse a chiedere di fare con i 5 Stelle, il 90% voterebbe no. Smentite sempre possibili, tanto è vero che nessuno rilancia l’idea del reggente. Anzi c’è un Davide Faraone, che in veste di ultrà osserva: “A forza di fare direzioni, assemblee, referendum per scegliere la linea forse facciamo prima a fare le primarie e sceglierci un segretario del Pd”. Ancora una volta, rimarca l’irrilevanz­a di Martina. E la minaccia: per Renzi il risultato del suo operato è negativo.

La convinzion­e prevalente è quella espressa da Matteo Richetti in un post su Facebook, ieri mattina: “Non avrei mai convocato una direzione per decidere se e con chi parlare. Per me la delegazion­e del Pd quella del M5S la deve incontrare”, la premessa. E poi la valuta- zione del dibattito in corso: “Vuoto psicodramm­a”. Dopodiché mette nero su bianco perché reputa che un confronto non porterà lontano: Pd e Cinque Stelle non sono d’accordo sulla p r emiership di Di Maio, ma anche su leggi fondamenta­li come jobs act e buona scuola. Conclusion­e: “Evitiamo di fare una direzione dove ci dividiamo sul ‘parliamo o non parliamo con il M5S’”.

Renzi concorda, tanto è vero che sta pensando di non presentars­i proprio in direzione. E quel che diventa più chiaro ogni ora che passa è che la direzione si svuoti di contenuti: al dialogo sono più o meno tutti pronti a dire di sì, ma sono i contenuti di quel dialogo sui quali il conflitto è aperto. Dunque, serve sostanzial­mente a prendere tempo per chiudere la finestra elettorale.

Al Nazareno la convin- zione è che Sergio Mattarella sia orientato a provare la carta del governo del presidente o quello di un governo di traghettam­ento, una sorta di esecutivo di minoranza, per fare la legge di Bilancio e la legge elettorale e andare al voto a inizio 2019. Con i voti del Pd? È presto per dirlo, ma finora i Dem si sono sempre detti pronti a rispondere a un’eventuale chiamata del Quirinale.

“Psicodramm­a” Faraone: “Facciamo prima a sceglierci un segretario”. Richetti: la direzione è “inutile”

 ?? Ansa ?? Due partiti Maurizio Martina e Matteo Renzi, reggente del Pd ed ex segretario
Ansa Due partiti Maurizio Martina e Matteo Renzi, reggente del Pd ed ex segretario

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy