Centrosinistra, ecco le primarie (pensando al dopo-Raggi)
Al di là del risultato, le primarie del centrosinistra che si sono svolte ieri a Roma per la scelta dei candidati presidenti nei Municipi III e VIII fotografano un Pd in grande affanno. In questi territori si tornerà alle urne il 10 giugno, dopo la caduta di entrambe le giunte a causa di contrasti interni alla maggioranza pentastellata. Due episodi traumatici per il M5S che hanno riacceso le speranze delle opposizioni a Virginia Raggi, ma anche rianimato le loro divisioni interne. Determinando tra le altre cose un’affluenza di poche migliaia di persone. Dopo la débâcle alle municipali di Ostia, dove i dem hanno preso poche centinaia di voti in più di Casapound, il partito si è spaccato sulla corsa per l’ex circoscrizione III, quella del Nomentano. La candidata ufficiale era Paola Ilari e per lei nelle scorse settimane si sono mossi addirittura il reggente nazionale Maurizio Martina e il presidente Matteo Orfini. Il principale concorrente: Giovanni Caudo, docente di Urbanistica a Roma Tre ed ex assessore nella giunta di Ignazio Marino, sostenuto dalla sinistra, da numerosi intellettuali ma anche da diversi eletti Pd in Campidoglio e in Regione. Non è un mistero che la candidatura di Caudo sia un primo passo del percorso che potrebbe sfociare in una sua futura corsa al Campidoglio, affiancato da quella società civile che non si riconosce né nel partito renziano, né nella timida opposizione alla giunta Raggi portata avanti finora dal gruppo dem. Per il Municipio VIII di Garbatella, invece, a sfidarsi sono stati: Enzo Foschi, ex consigliere regionale; e il giovane Amedeo Ciaccheri vicino ai movimenti per i beni comuni. Foschi è da sempre vicino al governatore del Lazio Nicola Zingaretti, Ciaccheri è legato al suo vice Massimiliano Smeriglio. Ma se il secondo si è speso concretamente per il suo pupillo, Zingaretti – alle prese coi delicati equilibri in consiglio regionale e l’ipotesi di scalata al Pd – ha osservato la partita sostanzialmente in silenzio.