L’ “angioletto” e le lacrime acide della politica italica
Quando muore un bambino, proprio per rispettare lo strazio della famiglia, di tutto si dovrebbe sentire il bisogno, tranne che imbastire cori da stadio. Queste sono state le reazioni italiche non appena si è saputo che Alfie non c'era più.
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia: “Hanno vinto loro, quelli che Alfie lo volevano morto, subito, perché, evidentemente, costava troppo tenere le macchine accese per qualcuno che ha poche speranze di farcela. Non è la mia Europa quella che si accanisce contro una famiglia colpita dalla tragedia lacerante di un figlio gravemente malato”.
Il segretario federale della Lega, Matteo Salvini: “Buon viaggio piccolo e sfortunato Angioletto, un abbraccio ai coraggiosi mamma e papà. # A lf ie . Perché non hanno permesso che venisse curato in Italia? Qualcuno aveva qualcosa da nascondere? Da papà e da politico provo rabbia e tristezza: mai più!”.
Il vicepresidente della Camera Lorenzo Fontana (Lega): “Se vacilla la tenuta dei fondamenti su cui la nostra civiltà è nata - quali la cura e la difesa della vita - vacilla la nostra stessa civiltà. Che Alfie possa perdonarci per non aver fatto abbastanza”. Più ‘sobrio’il ministro degli Esteri, Angelino Alfano: “Addio piccolo Alfie. Ti abbiamo voluto bene”.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia: “Il cosiddetto ‘ mondo civile’ ha fornito l’ennesima prova di enorme inciviltà. Ciao Alfie, che la terra ti sia lieve...”.
Il deputato della Lega Alessandro Pagano:“Mi auguro che Alfie sia ricordato come merita, anche dalle Istituzioni italiane essendo pure figlio nostro. Sarebbe bello ad esempio se, per la semifinale di Champions League all’Olimpico, Roma e Liverpool giocassero col lutto al braccio o, comunque, fossero protagonisti di un gesto per la vita e per la pace, in un momento in cui purtroppo siamo costretti a commentare solo morti e violenze”. Amen.