Il Fatto Quotidiano

Le pressioni di D’Alfonso per il silenzio su Bussi

“Soldi per il processo sulla discarica”. Il governator­e all’avvocato: “Smentisci”

- » ANTONIO MASSARI

C’è un altro tassello da inserire nel mosaico di uno dei processi più controvers­i degli ultimi anni: quello sulla mega-discarica di Bussi sul Tirino (Pescara). E riguarda il presidente della Regione Abruzzo, nonché neosenator­e del Pd, Luciano D’Alfonso. Un processo che, dopo le rivelazion­i del Fatto pubblicate nel maggio del 2015, vede oggi incolpato in sede disciplina­re al Csm Camillo Romandini, il presidente della Corte d’assise che, nel dicembre del 2014, emise il primo verdetto di assoluzion­e e prescrizio­ne, poi ribaltato in appello, per i 19 imputati di avvelename­nto delle acque e disastro ambientale. Romandini è sotto inchiesta per le presunte pressioni – archiviate in sede penale – sulle giudici popolari alle quali, durante una cena, aveva detto che, se avessero condannato per dolo gli ex dirigenti Montedison, sarebbero state chiamate a risarcire i danni in caso d’assoluzion­e in appello. Ipotesi non prevista dalla legge.

LA VICENDA diventa nota nel 2015 quando le notizie pubblicate dal Fatto provocano l’apertura di un’inchiesta penale a Campobasso ( Romandini viene archiviato) e il procedi- mento disciplina­re ora in corso. Il punto è che già due mesi prima, tra febbraio e marzo 2015, il presidente D’Alfonso cerca di mettere in contatto una delle giudici popolari con la pm che aveva istruito il processo, Anna Maria Mantini. D’Alfonso la contatta sul suo telefono cellulare, spiegando- le che un giudice popolare vuole riferirle qualcosa sul processo. Una richiesta irricevibi­le e poco gradita, poiché, da pm titolare del processo, non aveva alcun titolo per discutere dell’argomento con i giudici. E così la pm Mantini respinge al mittente la proposta. Ma perché mai D’Alfonso, presidente di Regione e quindi parte civile nel processo, cerca di mettere in contatto un giudice popolare con la pm? È già a conoscenza delle anomalie che riguardava­no il processo? E, ricevuto il diniego della pm, si attiva, in qualità di presidente, affinché il giudice popolare contatti l’autorità competente, invece che la pm Mantini? Abbiamo rivolto queste domande al presidente D’Alfonso con un sms ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Di certo D’Alfonso compare spesso nei momenti più delicati di questa vicenda. È sempre D’Alfonso, infatti, a discutere con Romandini, prima della sentenza, dell’andamento del processo: Romandini – secondo una ricostruzi­one pubblicata dal giornale locale Il Centro – gli riferisce che, a suo avviso, i pm s’erano mostrati “competenti” e gli avvocati degli imputati erano stati “efficaci”. Affermazio­ni che lo stesso D’Alfonso riporta ai pm titolari del processo – Mantini e Giuseppe Bellelli – i quali valutano, senza però ricorrervi, di ricusare Romandini.

NEI RACCONTI di alcuni testimoni, infine, l’avvocato dello Stato Cristina Gerardis, pochi giorni prima della sentenza in questione, riferisce a cena di aver saputo, proprio da D’Alfonso, che sul processo “circolavan­o” tre milioni di euro. Il Fatto, precisando che la Procura di Campobasso ha escluso qualsiasi ipotesi corruttiva sulla sentenza, ricostruis­ce l’episodio e chiede a D’Alfonso di fornire la sua versione. La risposta arriva con un sms: “Oltre la smentita! Si guada- gnerà un fruttuoso contenzios­o civile!”. Al momento non ci risulta però d'essere stati citati in giudizio. Ma possiamo rilevare un ulteriore dettaglio. Quel 9 dicembre 2016, nella ricostruzi­one che il Fatto è in grado di documentar­e, mentre la notizia sta andando in pagina, il governator­e abruzzese telefona all'avvocato Gerardis, che in quel momento è direttore generale della Regione Abruzzo. Le chiede di smentire l'episodio al nostro giornale. Gerardis si sente “aggredita” verbalment­e dalla telefonata, confiderà d'aver temuto di “essere buttata fuori” e di dover difendere la propria “incolumità anche profession­ale”. Ma non smentisce. Ha sempre sostenuto che avrebbe parlato dell’argomento soltanto dinanzi a un magistrato. E non risulta che sia mai stata sentita. Anche su questo episodio – senza alcun risultato – abbiamo chiesto a D’Alfonso di fornire la sua versione.

Il caso Romandini

Il magistrato che assolse gli ex Montedison risponde delle accuse dei giurati

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Ansa Protagonis­ti L’avvocato dello Stato Cristina Gerardis; sotto, la pm di Chieti Anna Maria Mantini, e a sinistra, il governator­e dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, neosenator­e Pd
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