Diesel, Fiat Chrysler è campione di emissioni
Nella Ue diminuiscono le vendite di auto a gasolio ma non le CO2. Fca è la più lontana dai limiti
Auto a gasolio: se ne vendono sempre meno (lo scorso anno, in Europa i volumi sono cresciuti solo in Italia e Danimarca), ma continuano a nuocere alla salute, mentre l’effetto Dieselgate sembra ben lontano dal risolversi. Secondo una stima della società PA Consulting, ad esempio, FCA è il costruttore più lontano dai valori limite di emissioni di CO2 fissati dall’Ue per il 2021 e rischia 1,3 miliardi di multa. Tanto che il gruppo non produrrà più auto a gasolio dal 2022.
I NUMERI. Nonostante la contrazione delle vendite (la quota dei veicoli a gasolio in Europa è scesa al 44,8% nel 2017), un’analisi dell’European Environmental Agency ( EEA) spiega come lo scorso anno, dopo una progressiva riduzione dal 2010, le emissioni di CO2 della flotta circolante siano cresciute di 0,4 g/km. Sul dato incidono infatti i volumi di suv e crossover con propulsori a gasolio: le CO2 della flotta diesel sono così schizzate a 117,9 g/km contro i 116,8 g/km del 2016. La media complessiva è quindi salita a 118,5 g/km. Un problema se si tiene conto che nel 2021, il limite europeo scenderà a 95 g/km. L’analisi, poi, smentisce il mantra dei costruttori, soprattutto tedeschi, secondo cui senza la tecnologia diesel gli obiettivi di abbattimento delle CO2 non si possono raggiungere. Tuttavia, almeno con i nuovi diesel, come ha confermato anche un test dell’Adac, l’A ut om ob il Club della Germania, le case automobilistiche sono in grado di rimanere sotto i parametri del nuovo e più severo ciclo di misurazione reale.
SMALTIMENTO. Resta però il problema dei veicoli più data- ti. Negli Stati Uniti, quasi 300 mila vetture del gruppo Volkswagen coinvolte nel dieselgate sono ferme e stoccate in 37 grandi aree dove il personale si occupa della loro manutenzione in attesa che venga trovata una soluzione per riportarle sul mercato. In Europa, invece, le macchine con sistemi di abbattimento dei gas di scarico obsoleti continuano a essere vendute ed esportate. Ad esempio in Bulgaria, paese la cui situazione è stata esaminata dall’associazione Transport & Environment perché ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea. È stato rilevato che, in media, le sole auto a gasolio commercializzate nel 2017 in Bul- garia inquinano 12 volte quanto ammesso dalle norme comunitarie per le macchine nuove. Le sempre più rigide disposizioni sulle emissioni valgono infatti solo per le auto di nuova immatricolazione. Nel 2017, i diesel usati esportati dagli stati dell’Ue verso la Bulgaria sono stati più di 35 mila, cioè più dell’intero mercato dell’auto nuova. Più della metà dei diesel riciclati nel paese è in strada da oltre 10 anni. E una parte dei veicoli a gasolio più recenti è priva del filtro antiparticolato, introdotto con il 2011.
ITALIA - BULGARIA. Secondo la T&E, poi, “la maggior parte delle auto proviene dall’Italia” e sulla base delle elaborazioni dell’associazione, FCA è mediamente il costruttore più inquinante d’Europa (Volkswagen, al contrario, il più virtuoso). “La necessità di misure europee comuni per evitare che i diesel di seconda mano vengano scaricati nei paesi dell’Europa centrale e orientale è evidente”, si legge nell’a n al is i Dirty diesel haeding Est.
Insomma, dopo il dieselgate il gasolio ha perso appeal (anche se non in Italia), ma secondo la T&E 37 milioni di veicoli in Europa (il 12% del parco circolante) montano motori diesel inquinanti. Che si stanno progressivamente spostando verso est.
I vecchi motori Gran parte delle auto obsolete finiscono in Bulgaria: oltre 35 mila veicoli solo nel 2017