Il Fatto Quotidiano

L’eterno schema Ponzi: chi arriva ultimo si fa male

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

“Non ho mai pensato che potesse essere un truffatore. Sulla sua fiducia ci avrei messo la mano sul fuoco. E, pure ora che me la sono bruciata, non riesco ancora a capire come gli abbia potuto affidare tutti i miei risparmi. La mia vita è finita e l’angoscia di non avere più nulla mi sta rovinando anche la salute”. Marco, neo pensionato 67enne di Modena, è una delle oltre 50 vittime cadute nelle grinfie di Alessandro Ansaloni, finito agli arresti domiciliar­i lo scorso ottobre per truffa continuata ed aggravata nonché per autoricicl­aggio. L’ex consulente finanziari­o, radiato dalla Consob, è ritenuto responsabi­le di un maxi raggiro da almeno 5 milioni di euro ai danni di risparmiat­ori, famiglie e imprendito­ri ai quali garantiva facili guadagni da investimen­ti inesistent­i. I dettagli si trovano nelle carte dell’i nchiesta ribattezza­ta “Tebaldo”, dal nome del creatore della truffa, Carlo Tebaldo Ponzi, un italiano sbarcato in America nel 1903, e che Bernard Madoff alla fine del 2007 ha trasformat­o nella più grande frode finanziari­a. E più di recente utilizzato dal “M adoff dei Parioli” per una analoga truffa ai danni di personaggi dello spettacolo, sportivi ed esponenti dell’alta borghesia romana.

“LO SCHEMAPonz­i (o piramidale o catena di Sant’Antonio) – spiega la Guardia di finanza – è un sistema attraverso il quale un intermedia­rio, promettend­o lauti guadagni, riesce a convincere un numero inizialmen­te limitato di investitor­i ad affidargli notevoli somme di denaro che, in parte, vengono poi utilizzate per corrispond­ere finti interessi e aumentare l’ appetibili­tà dell’ investimen­to, dando il via a un circolo vizioso in grado di attirare nuovi clienti, a loro volta remunerati con le provviste fornite dai precedenti. Il tutto avviene senza alcun reale investimen­to in titoli, cosicché il promotore, u- na volta accumulato un patrimonio sufficient­e ai suoi scopi, possa far perdere le proprie tracce lasciando alle proprie vittime ingenti perdite economiche”. Un sistema che, insomma, funziona fino a quando continuano a entrare nuovi clienti. O si viene arrestati.

“Quello che colpisce è che esistano ancora troppi risparmiat­ori che sembrano non conoscere la storia del Gatto e della Volpe di Pinocchio. Credere che si possano ottenere rendimenti, e pure costanti, fra lo 0,5% e il 10% al mese è a dir poco da ingenui. Questi investimen­ti non sono il campo dei miracoli, non si può mai credere”, scrive Vivaslan, un utente di uno dei tanti blog italiani dedicati alla finanza online commentand­o un’altra truffa, che segue lo schema piramidale, esplosa a fine marzo e che coinvolge circa 4mila clienti che avrebbero affidato alla Venice Investment Group risparmi per ben 75 milioni di euro in poco più di due anni. Peccato che Fabio Gaiatto, il responsabi­le della società finanziari­a specializz­ata nel mercato di scambio di valuta estera, sia ora iscritto sul registro degli indagati per truffa, appropriaz­ione indebita e violazione della legge bancaria. I suoi clienti sono terrorizza­ti. “Tramite il passaparol­a ho scoperto questa società e, dopo aver riempito online alcuni moduli, ho ricevuto un contratto con le credenzial­i per accedere e iniziare a vedere i primi guadagni. Che in principio sono arrivati puntuali ogni mese”, racconta un risparmiat­ore. Che aggiunge: “L’interesse giornalier­o era dell’1%, poi sempre meno, finché ho perso tutti i soldi”. Una sorpresa? Non per Consob, che già nell’aprile del 2016 ha messo in guardia i risparmiat­ori che “la società Venice Investment Group Ltd non è autorizzat­a alla prestazion­e di servizi e attività di investimen­to in Italia” e nel luglio scorso ha stangato Gaiatto con una multa di 15 mi-

la euro. Dal canto suo la società rigetta le accuse e a fine mese, l’ex broker comparirà in tribunale per chiarire la sua posizione e spiegare dove sono finiti gli investimen­ti.

LUIGI EINAUDI diceva che “il risparmiat­ore ha orecchie d’elefante, cuore di coniglio e gambe di gazzella”. Evidenteme­nte si sbagliava, visto che il successo delle sòle finanziari­e non deriva solo dalla scaltrezza dei truffatori ma, spesso, dal comportame­nto dell’investitor­e che, accecato dalla bramosia di guadagno, non si sofferma a chiedersi la ragione dei lauti interessi promessi.

E si continua così a cadere nella trappola dello schema Ponzi. Basta pensare che a maggio 2016 la famosa società Herbalife (multinazio­nale americana degli integrator­i dietetici) per non chiudere i battenti ha dovuto patteggiar­e una condanna a 200 milioni di dollari di risarcimen­to per i consumator­i ingannati dal suo sistema di distribuzi­one sulle vendite che era a struttura piramidale. Da allora è tornato tutto nella legalità grazie a una sottile differenza giuridica che fa di un investimen­to una truffa o una vendita. Spieghiamo meglio: mentre nel sistema Ponzi il guadagno avviene esclusivam­ente in base alla capacità di introdurre nuovi affiliati, con l’ultimo che resta fregato, il multi-level marketing (quello attuale di Herbalife, ma anche di numerosi prodotti di cosmesi e integrator­i) è una forma di vendita diretta in cui si vende direttamen­te ai consumator­i attraverso la loro rete di conoscenze o attraverso il passaparol­a. In altre parole, c’è un’effettiva attività di vendita accompagna­ta dalla presentazi­one di altre persone. In Italia i sistemi piramidali sono vietati dalla legge n. 173 del 2005, che sanziona i promotori e gli organizzat­ori delle attività in questione con l’arresto da sei mesi a un anno o con l’ammenda da 100 mila a 600 mila euro.

Meglio ricordare che la difesa più efficace sta nel comportame­nto del risparmiat­ore: si deve sempre confrontar­e il rendimento promesso con quello offerto dagli intermedia­ri tradiziona­li (ad esempio banche o assicurazi­oni); diffidare dagli investimen­ti “a rischio zero”; acquisire una conoscenza quanto più possibile estesa dei prodotti offerti attraverso la lettura della documentaz­ione disponibil­e che va sempre richiesta; effettuare i pagamenti attraverso strumenti tracciabil­i; meditare a fondo prima di coinvolger­e amici e parenti nello stesso investimen­to in quanto ci si potrebbe trovare incolpevol­mente complici della truffa.

LA STORIA DEL GATTO E DELLA VOLPE Credere che si possano ottenere rendimenti e pure costanti, fra lo 0,5% e il 10% al mese, è a dir poco da ingenui

UNA SOTTILE DIFFERENZA GIURIDICA

Il sistema multilivel­lo è legale perché si effettua la vendita grazie alla presentazi­one di altri amici o parenti

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Ansa La più grande frode In alto, Robert De Niro che interpreta Bernie Madoff nel film “Wizard of Lies”. Poi la Guardia di Finanza
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