L’eterno schema Ponzi: chi arriva ultimo si fa male
“Non ho mai pensato che potesse essere un truffatore. Sulla sua fiducia ci avrei messo la mano sul fuoco. E, pure ora che me la sono bruciata, non riesco ancora a capire come gli abbia potuto affidare tutti i miei risparmi. La mia vita è finita e l’angoscia di non avere più nulla mi sta rovinando anche la salute”. Marco, neo pensionato 67enne di Modena, è una delle oltre 50 vittime cadute nelle grinfie di Alessandro Ansaloni, finito agli arresti domiciliari lo scorso ottobre per truffa continuata ed aggravata nonché per autoriciclaggio. L’ex consulente finanziario, radiato dalla Consob, è ritenuto responsabile di un maxi raggiro da almeno 5 milioni di euro ai danni di risparmiatori, famiglie e imprenditori ai quali garantiva facili guadagni da investimenti inesistenti. I dettagli si trovano nelle carte dell’i nchiesta ribattezzata “Tebaldo”, dal nome del creatore della truffa, Carlo Tebaldo Ponzi, un italiano sbarcato in America nel 1903, e che Bernard Madoff alla fine del 2007 ha trasformato nella più grande frode finanziaria. E più di recente utilizzato dal “M adoff dei Parioli” per una analoga truffa ai danni di personaggi dello spettacolo, sportivi ed esponenti dell’alta borghesia romana.
“LO SCHEMAPonzi (o piramidale o catena di Sant’Antonio) – spiega la Guardia di finanza – è un sistema attraverso il quale un intermediario, promettendo lauti guadagni, riesce a convincere un numero inizialmente limitato di investitori ad affidargli notevoli somme di denaro che, in parte, vengono poi utilizzate per corrispondere finti interessi e aumentare l’ appetibilità dell’ investimento, dando il via a un circolo vizioso in grado di attirare nuovi clienti, a loro volta remunerati con le provviste fornite dai precedenti. Il tutto avviene senza alcun reale investimento in titoli, cosicché il promotore, u- na volta accumulato un patrimonio sufficiente ai suoi scopi, possa far perdere le proprie tracce lasciando alle proprie vittime ingenti perdite economiche”. Un sistema che, insomma, funziona fino a quando continuano a entrare nuovi clienti. O si viene arrestati.
“Quello che colpisce è che esistano ancora troppi risparmiatori che sembrano non conoscere la storia del Gatto e della Volpe di Pinocchio. Credere che si possano ottenere rendimenti, e pure costanti, fra lo 0,5% e il 10% al mese è a dir poco da ingenui. Questi investimenti non sono il campo dei miracoli, non si può mai credere”, scrive Vivaslan, un utente di uno dei tanti blog italiani dedicati alla finanza online commentando un’altra truffa, che segue lo schema piramidale, esplosa a fine marzo e che coinvolge circa 4mila clienti che avrebbero affidato alla Venice Investment Group risparmi per ben 75 milioni di euro in poco più di due anni. Peccato che Fabio Gaiatto, il responsabile della società finanziaria specializzata nel mercato di scambio di valuta estera, sia ora iscritto sul registro degli indagati per truffa, appropriazione indebita e violazione della legge bancaria. I suoi clienti sono terrorizzati. “Tramite il passaparola ho scoperto questa società e, dopo aver riempito online alcuni moduli, ho ricevuto un contratto con le credenziali per accedere e iniziare a vedere i primi guadagni. Che in principio sono arrivati puntuali ogni mese”, racconta un risparmiatore. Che aggiunge: “L’interesse giornaliero era dell’1%, poi sempre meno, finché ho perso tutti i soldi”. Una sorpresa? Non per Consob, che già nell’aprile del 2016 ha messo in guardia i risparmiatori che “la società Venice Investment Group Ltd non è autorizzata alla prestazione di servizi e attività di investimento in Italia” e nel luglio scorso ha stangato Gaiatto con una multa di 15 mi-
la euro. Dal canto suo la società rigetta le accuse e a fine mese, l’ex broker comparirà in tribunale per chiarire la sua posizione e spiegare dove sono finiti gli investimenti.
LUIGI EINAUDI diceva che “il risparmiatore ha orecchie d’elefante, cuore di coniglio e gambe di gazzella”. Evidentemente si sbagliava, visto che il successo delle sòle finanziarie non deriva solo dalla scaltrezza dei truffatori ma, spesso, dal comportamento dell’investitore che, accecato dalla bramosia di guadagno, non si sofferma a chiedersi la ragione dei lauti interessi promessi.
E si continua così a cadere nella trappola dello schema Ponzi. Basta pensare che a maggio 2016 la famosa società Herbalife (multinazionale americana degli integratori dietetici) per non chiudere i battenti ha dovuto patteggiare una condanna a 200 milioni di dollari di risarcimento per i consumatori ingannati dal suo sistema di distribuzione sulle vendite che era a struttura piramidale. Da allora è tornato tutto nella legalità grazie a una sottile differenza giuridica che fa di un investimento una truffa o una vendita. Spieghiamo meglio: mentre nel sistema Ponzi il guadagno avviene esclusivamente in base alla capacità di introdurre nuovi affiliati, con l’ultimo che resta fregato, il multi-level marketing (quello attuale di Herbalife, ma anche di numerosi prodotti di cosmesi e integratori) è una forma di vendita diretta in cui si vende direttamente ai consumatori attraverso la loro rete di conoscenze o attraverso il passaparola. In altre parole, c’è un’effettiva attività di vendita accompagnata dalla presentazione di altre persone. In Italia i sistemi piramidali sono vietati dalla legge n. 173 del 2005, che sanziona i promotori e gli organizzatori delle attività in questione con l’arresto da sei mesi a un anno o con l’ammenda da 100 mila a 600 mila euro.
Meglio ricordare che la difesa più efficace sta nel comportamento del risparmiatore: si deve sempre confrontare il rendimento promesso con quello offerto dagli intermediari tradizionali (ad esempio banche o assicurazioni); diffidare dagli investimenti “a rischio zero”; acquisire una conoscenza quanto più possibile estesa dei prodotti offerti attraverso la lettura della documentazione disponibile che va sempre richiesta; effettuare i pagamenti attraverso strumenti tracciabili; meditare a fondo prima di coinvolgere amici e parenti nello stesso investimento in quanto ci si potrebbe trovare incolpevolmente complici della truffa.
LA STORIA DEL GATTO E DELLA VOLPE Credere che si possano ottenere rendimenti e pure costanti, fra lo 0,5% e il 10% al mese, è a dir poco da ingenui
UNA SOTTILE DIFFERENZA GIURIDICA
Il sistema multilivello è legale perché si effettua la vendita grazie alla presentazione di altri amici o parenti