Macron&Trump e la sorte di alcuni potenti incauti
La settimana scorsa abbiamo scritto del conflitto tra l’impero romano e Zenobia regina Palmira. L’esagerata cordialità esibita dal presidente francese Emmanuel Macron verso quello americano Donald Trump, nel condividere pose minacciose verso l’Iran, a cui abbiamo assistito inevitabilmente richiama un’altra fondamentale pagina di storia, quella del 260 d.C. quando l’imperatore romano Valeriano osò muovere contro Shapur il Grande, il “Re dei re” dell’impero persiano, andando incontro a una tragica disfatta e alla sua umiliante prigionia, terribilmente descritta da Lattanzio: “Costui, dopo essere stato catturato dai Persiani, non solo perse il potere di cui si era servito in modo eccessivo, ma anche la libertà di cui aveva privato gli altri, e visse nella più ignobile schiavitù. Infatti il re di Persia Shapur, ogni volta che voleva montare sul carro o a cavallo, ordinava al Romano di piegarsi e porgere la schiena e, dopo aver poggiato il pie- de sul suo dorso, gli diceva con un sorriso di biasimo che quella era la realtà, non quella che i Romani dipingevano su tavole o su pareti. […] Alla sua pena si aggiungeva che, pur avendo un figlio imperatore, non trovò nessuno che vendicasse la sua prigionia e la sua durissima schiavitù né venne mai richiesto il suo rilascio. Anzi, dopo aver terminato una vita vergognosa in un tale disonore, venne scuoiato e la pelle, dopo che le furono estratte le viscere, venne tinta di rosso per essere posta in un tempio degli dèi barbari in memoria di quel celeberrimo trionfo” ( Le morti dei persecutori 5.2-6). È vero, la Storia ha pessimi allievi, eppure Macron e Trump farebbero bene a ripassare qualche manuale per ricordare la sorte di alcuni potenti assai incauti.