La Ricci-Veronica: “Chi l’ha votato si ponga domande”
Elena Sofia Ricci “Noi donne siamo molto fragili, ma in altre occasioni anche molto assetate”
“Era molto giovane, Veronica. Aveva 24 anni, le era venuto a mancare il padre, la madre era affaticata, lei non voleva disturbare nessuno. Tantomeno il manovratore”. Elena Sofia Ricci per interpretarla in Loro Veronica Lario non l’ha solo studiata, ma l’ha intesa, ne ha afferrato l’eterno femminino o qualcosa del genere: “Il senso del vuoto debilita, la fame d’amore acceca, sicché ti innamori. Amata e travolta, Veronica, perché credo il carisma di Berlusconi non si discuta. Possiamo non condividerne alcunché, ma il fascino ce l’ha”.
Ricci, che cosa ha ritrovato nella Lario?
Anche la mia più grande ambizione era avere una fami- glia, per questo ho avuto per lungo tempo una carriera migliore della vita: ci mettevo troppa ansia. Mi sono serviti 40 anni, di cui 20 di analisi, per trovare l’uomo giusto. Veronica è un paradigma italiano?
Prima innamorata e poi disillusa, lo è: viviamo un’epoca in cui tutto si sgretola, ci sfugge tra le mani, non possiamo fare altro che ricominciare dalla cultura, dalla scuola, dalle nuove generazioni. Nessuno oggi è in grado di salvarci, forse i nostri figli e nipoti.
Nel frattempo, Berlusconi è ancora in scena. Questo è il genio di Sorrentino! Quando l’ha scritto, Berlusconi sembrava scomparso, invece eccoci qui di nuovo: è l’ago della bilancia. Assunzione di responsabilità?
Siamo un popolo che sa andare contro qualcosa molto bene, sa attaccare qualcuno con perizia, ma non sappiamo interrogarci, pensare che siamo noi, e non loro appunto, il problema. Forse sta nelle nostre radici di italiani, il popolo più invaso della storia.
Da B. siamo stati invasi? L’abbiamo, anzi, l’hanno votato, non è stato un colpo di Stato: ripeto, facciamoci qualche domanda. A votarlo nel ’94 furono tante donne, e per l’ammaliatore che è non può stupire: la telefonata che fa nel film per vendere casa è un capolavoro di poetica e retorica. Nonostante la sua Veronica, B. rischia di non avere alcun avversario, anche perché la magistratura non è contemplata.
Ma la giustizia è cronaca, e non era l’interesse del film: il focus è sui sentimenti che hanno mosso queste persone, nessuna esclusa.
Lei che ne ha fatta pensa che la televisione abbia avuto un ruolo nella grammatica del potere berlusconiano? Mi sorprendo a fermarmi su trasmissioni che fanno orrore: io vedo in maniera critica, ma chi non ha gli strumenti? Finisce manipolato.
L’abbiamo, anzi, l’hanno votato, non è stato un colpo di Stato: sarebbe ora di porci qualche domanda
Nell’epoca del #metoo Loro che valenza assume? Beh, è un film sul re nudo. Mi sono interrogata spesso sul #metoo , sebbene non abbia firmato – neanche me l’hanno chiesto, se è per questo – il manifesto Dissenso comune: rispetto chi è stato abusato veramente, per non dire violentato, però è altrettanto ve- ro che la fragilità umana è spaventosa. Noi donne siamo molto fragili, ma anche molto assetate delle volte, quindi questo film è quanto di meno ipocrita ci possa essere. Può disturbare, io lo capisco, però noi donne siamo anche un po’ così.