Il Fatto Quotidiano

Sorpresa: a Roma un’altra sinistra è possibile

Alle primarie per due municipi della Capitale i candidati del partito hanno perso

- » ANDREA MANAGÒ

Potrebbe

arrivare a sorpresa da Roma la ripresa del dialogo tra Pd, sinistra e società civile. Nella Capitale, dove i dem da due anni colleziona­no sonore sconfitte, sta prendendo forma un progetto, slegato dai parlamenta­ri romani (gli ultimi fedelissim­i di Matteo Renzi, Matteo Orfini e Walter Veltroni) plasmato da tecnici, attivisti e militanti di base.

PER ORAè solo un laboratori­o, nato in vista delle primarie per i candidati presidente del centrosini­stra alle elezioni nei Municipi III e VIII della Capitale (si voterà il 10 giugno), caduti entrambi per contrasti interni alla maggioranz­a M5S: sabato scorso circa 6 mila persone hanno partecipat­o alle votazioni nei gazebo ed entrambi i candidati ufficiali del Pd hanno perso contro i nomi proposti da un raggruppam­ento di forze composto da eletti dem nelle istituzion­i locali, militanti dei movimenti di sinistra e associazio­ni civiche. Nella zona del Nomentano ha vinto Giovanni Caudo, docente di Urbanistic­a al l’U nive rsi tà

Roma Tre ed ex assessore della giunta di Ignazio Marino, mentre alla Garbatella si è imposto il giovane Amedeo Ciaccheri, militante delle formazioni di sinistra legato al vice presidente della Regione Lazio, Massimilia­no Smeriglio. Due successi che raccontano una richiesta di discontinu­ità, non solo a livello cittadino.

In una città martoriata da decenni di sviluppo urbanistic­o disordinat­o, gli elettori di c e nt r o si n i st r a hanno scelto Caudo, un professore che si è dimostrato capace di lavorare sul tema del recupero degli spazi: dalla supervisio­ne alla prima versione del progetto dello stadio dell’As Roma, all’idea di recuperare la cittadella militare del Flaminio per trasformar­la in un polo museale e didattico delle scienze. A sostegno di Caudo si sono schierati diversi eletti Pd in Comune e Regione che non si riconoscon­o nell’opposizion­e timida alla giunta M5S di Virginia Raggi portata avanti dalla segreteria cittadina renziana di Andrea Casu. E poi un autorevole ex assessore cittadino alla Mobilità come Walter Tocci, assieme a esponenti di sinistra e delle associazio­ni. Insomma, quel centrosini­stra largo e civico che il Pd romano a trazione renziana non ha mai contemplat­o.

DOPO il risultato ai gazebo non sono mancate le voci che invitavano a cogliere l’occasione per ripensare a fondo la natura dei Dem: dal deputato romano Roberto Morassut che parla di una cambio di nome in “Democratic­i” perché “il partito come è oggi non regge più” al padre del ‘modello Roma’, l’europarlam­entare Goffredo Bettini, che chiede “un atto coraggioso e creativo” come quello di “azzerare tutto”. Così la candidatur­a di Caudo in Municipio III diventa anche un test per una sua possibile futura corsa in Campidogli­o, con uno schema che pesca lontano dal Pd renziano e guarda in parte al modello del governator­e del Lazio Nicola Zingaretti che, con una coalizione che va da LeU a esponenti di Sant'Egidio, sta portando avanti un dialogo sui temi anche con i 5Stelle. Sabato proprio il governator­e lancerà un suo manifesto per la ricostruzi­one del centrosini­stra.

I due outsider Hanno la meglio sui notabili il prof che governò con Marino e il giovane dei “movimenti”

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Ansa Scelti dai gazebo Giovanni Caudo e Amedeo Ciaccheri
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