Sorpresa: a Roma un’altra sinistra è possibile
Alle primarie per due municipi della Capitale i candidati del partito hanno perso
Potrebbe
arrivare a sorpresa da Roma la ripresa del dialogo tra Pd, sinistra e società civile. Nella Capitale, dove i dem da due anni collezionano sonore sconfitte, sta prendendo forma un progetto, slegato dai parlamentari romani (gli ultimi fedelissimi di Matteo Renzi, Matteo Orfini e Walter Veltroni) plasmato da tecnici, attivisti e militanti di base.
PER ORAè solo un laboratorio, nato in vista delle primarie per i candidati presidente del centrosinistra alle elezioni nei Municipi III e VIII della Capitale (si voterà il 10 giugno), caduti entrambi per contrasti interni alla maggioranza M5S: sabato scorso circa 6 mila persone hanno partecipato alle votazioni nei gazebo ed entrambi i candidati ufficiali del Pd hanno perso contro i nomi proposti da un raggruppamento di forze composto da eletti dem nelle istituzioni locali, militanti dei movimenti di sinistra e associazioni civiche. Nella zona del Nomentano ha vinto Giovanni Caudo, docente di Urbanistica al l’U nive rsi tà
Roma Tre ed ex assessore della giunta di Ignazio Marino, mentre alla Garbatella si è imposto il giovane Amedeo Ciaccheri, militante delle formazioni di sinistra legato al vice presidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio. Due successi che raccontano una richiesta di discontinuità, non solo a livello cittadino.
In una città martoriata da decenni di sviluppo urbanistico disordinato, gli elettori di c e nt r o si n i st r a hanno scelto Caudo, un professore che si è dimostrato capace di lavorare sul tema del recupero degli spazi: dalla supervisione alla prima versione del progetto dello stadio dell’As Roma, all’idea di recuperare la cittadella militare del Flaminio per trasformarla in un polo museale e didattico delle scienze. A sostegno di Caudo si sono schierati diversi eletti Pd in Comune e Regione che non si riconoscono nell’opposizione timida alla giunta M5S di Virginia Raggi portata avanti dalla segreteria cittadina renziana di Andrea Casu. E poi un autorevole ex assessore cittadino alla Mobilità come Walter Tocci, assieme a esponenti di sinistra e delle associazioni. Insomma, quel centrosinistra largo e civico che il Pd romano a trazione renziana non ha mai contemplato.
DOPO il risultato ai gazebo non sono mancate le voci che invitavano a cogliere l’occasione per ripensare a fondo la natura dei Dem: dal deputato romano Roberto Morassut che parla di una cambio di nome in “Democratici” perché “il partito come è oggi non regge più” al padre del ‘modello Roma’, l’europarlamentare Goffredo Bettini, che chiede “un atto coraggioso e creativo” come quello di “azzerare tutto”. Così la candidatura di Caudo in Municipio III diventa anche un test per una sua possibile futura corsa in Campidoglio, con uno schema che pesca lontano dal Pd renziano e guarda in parte al modello del governatore del Lazio Nicola Zingaretti che, con una coalizione che va da LeU a esponenti di Sant'Egidio, sta portando avanti un dialogo sui temi anche con i 5Stelle. Sabato proprio il governatore lancerà un suo manifesto per la ricostruzione del centrosinistra.
I due outsider Hanno la meglio sui notabili il prof che governò con Marino e il giovane dei “movimenti”