“Un film verosimile sull’ego ipertrofico, primo nemico di B.”
Paolo Sorrentino “Ho studiato e letto, ma senza esagerare. Il ‘Divo’ fu più difficile”
Paolo Sorrentino, come affrontare con un film, anzi, un dittico, “Loro 1” e “2”, un protagonista assoluto dell’audiovisivo, televisivo e cinematografico?
Ho fatto dei tentativi, ho cercato di essere il meno estetizzante possibile – quello che per molti è un mio difetto. Non era necessario estetizzare un qualcosa che, nella migliore delle ipotesi, è amorale e discutibile; poi ho deciso di mantenere uno stile non contiguo alle televisioni berlusconiane: quelle sono tv mentre noi tentiamo faticosamente la strada del cinema.
Nel secondo capitolo, Berlusconi specifica: “Mi raccomando niente droga...”. Credo ci sia anche nelle intercettazioni...
Quante ne ha studiate? Molte le ho trovate su youtube, altre le ho lette, poi ho visto dei brogliacci; nel Divo ho approfondito di più.
Mentre, questa volta...
La documentazione non è stata necessariamente esaustiva, volevo mantenere un tasso di inventività, e alcune scene sono basate su delle ipotesi, sempre attento a non essere offensivo e diffamatorio.
Altrimenti...
Sarei entrato in un territorio pericoloso.
Lo schema è... L a v e r o s i m iglianza.
Nel film la volontà di Berlusconi è quella di essere desiderato. È l’ego ipertrofico di un grande narratore di se stesso: è uno impegnato in un lunghissimo monologo esteriore, quello che manca è l’interiore.
Cosa ha scoperto di B.?
Il film non voleva portare rivelazioni. Ho messo a fuoco in maniera più lucida delle situazioni, ho evidenziato il suo carisma naturale.
Avvertito da sempre?
Non solo io, da tutti: lui è stato protagonista di ogni conversazione, e per anni.
Un tempo si domandava: meglio una cena con Bersani o con Berlusconi? Esatto, e quasi tutti rispondevano Berlusconi. Torniamo al carisma naturale.
Ho riletto i suoi discorsi politici e devo dire che sono ripetitivi, sempre gli stessi temi, a volte datati come l’anticomunismo; nonostante questo affascinava perché utiliz- za il repertorio, dalle canzoni alle barzellette, fino alle battute e alla politica.
C’è un però...
A me piace di più quando improvvisa.
Elena Sofia Ricci nella parte di Veronica Lario rinfaccia a B.: “Sei stato graziato dalla sinistra per vent'anni”. Premessa: è un litigio tra marito e moglie, e in certi casi si esagera per esternare rabbia e violenza.
Detto questo...
In quella scena Veronica esprime un’idea della sinistra, il sospetto è che l’anticomunismo di B. ha sottovalutato una questione: la comunista era dentro casa.
Si ritrova in quella frase? Non penso, credo ci sia stata una sottovalutazione. All’inizio hanno puntato sul suo essere naif e ridicolo, mentre erano quelle peculiarità a colpire gli italiani; piuttosto la sinistra è stata presa in contropiede ( ci pensa)... non so quante colpe dare alla sinistra, è complicato, lui ha sfruttato al massimo il mezzo d’i nf o r m az i o n e principe dell’epoca, come oggi i 5Stelle hanno anticipato tutti con Internet e i social, e in un c e r t o m omento storico la sinistra era avanti perché sapeva utilizzare la “parola”, quando la parola contava.
B. nel film non è contrastato da alcuno, non c'è un antagonista: non sono ostacoli banali per un film. Loro indaga poco la dimensione politica, e il vero antagonista di B. è se stesso, la difficoltà di essere lui a 360 gradi giorno per giorno. L’aspetto interessante è che non teme le conseguenze delle sue azioni, è convinto di poter deciderle.
Al Festival di Cannes ha portato in concorso tutti i suoi film, tranne il primo, “L’uomo in più”, e questo. Dittico, uscita anticipata, pressioni di B., rappresentazione femminile in tempi di #metoo: qual è stato il problema
Non è detto che uno ci debba andare sempre e comunque. La questione, l’ha spiegata il direttore Fremaux, sono i due film: mi hanno chiesto di desumerne uno, ma non ho fatto in tempo a perfezionarlo, sulla Croisette hanno continuato a vederlo quale dittico. Ci sto ancora lavorando al singolo, lo vogliono all’estero.
Renzi ha imitato in qualcosa Berlusconi?
Non sono in grado di dirlo, a me le cose interessano quando smettono di coinvolgere gli altri. PAOLO SORRENTINO Regista, è nato a Napoli il 31 maggio 1970, ha esordito nel 2001 con “L’uomo in più”.
Nel 2014 “La grande bellezza ha vinto sia l'Oscar per il miglior film straniero che il Golden Globe per il miglior film straniero. Inoltre vince il BAFTA al film non in lingua inglese
Niente Cannes? Mi hanno chiesto di trarne uno dai due, ma non ho fatto in tempo a perfezionarlo Non so se Renzi lo abbia imitato A me, in genere, le cose interessano quando smettono di colpire gli altri Biografia