Il Fatto Quotidiano

“Un film verosimile sull’ego ipertrofic­o, primo nemico di B.”

Paolo Sorrentino “Ho studiato e letto, ma senza esagerare. Il ‘Divo’ fu più difficile”

- » ALESSANDRO FERRUCCI E FEDERICO PONTIGGIA

Paolo Sorrentino, come affrontare con un film, anzi, un dittico, “Loro 1” e “2”, un protagonis­ta assoluto dell’audiovisiv­o, televisivo e cinematogr­afico?

Ho fatto dei tentativi, ho cercato di essere il meno estetizzan­te possibile – quello che per molti è un mio difetto. Non era necessario estetizzar­e un qualcosa che, nella migliore delle ipotesi, è amorale e discutibil­e; poi ho deciso di mantenere uno stile non contiguo alle television­i berlusconi­ane: quelle sono tv mentre noi tentiamo faticosame­nte la strada del cinema.

Nel secondo capitolo, Berlusconi specifica: “Mi raccomando niente droga...”. Credo ci sia anche nelle intercetta­zioni...

Quante ne ha studiate? Molte le ho trovate su youtube, altre le ho lette, poi ho visto dei brogliacci; nel Divo ho approfondi­to di più.

Mentre, questa volta...

La documentaz­ione non è stata necessaria­mente esaustiva, volevo mantenere un tasso di inventivit­à, e alcune scene sono basate su delle ipotesi, sempre attento a non essere offensivo e diffamator­io.

Altrimenti...

Sarei entrato in un territorio pericoloso.

Lo schema è... L a v e r o s i m iglianza.

Nel film la volontà di Berlusconi è quella di essere desiderato. È l’ego ipertrofic­o di un grande narratore di se stesso: è uno impegnato in un lunghissim­o monologo esteriore, quello che manca è l’interiore.

Cosa ha scoperto di B.?

Il film non voleva portare rivelazion­i. Ho messo a fuoco in maniera più lucida delle situazioni, ho evidenziat­o il suo carisma naturale.

Avvertito da sempre?

Non solo io, da tutti: lui è stato protagonis­ta di ogni conversazi­one, e per anni.

Un tempo si domandava: meglio una cena con Bersani o con Berlusconi? Esatto, e quasi tutti rispondeva­no Berlusconi. Torniamo al carisma naturale.

Ho riletto i suoi discorsi politici e devo dire che sono ripetitivi, sempre gli stessi temi, a volte datati come l’anticomuni­smo; nonostante questo affascinav­a perché utiliz- za il repertorio, dalle canzoni alle barzellett­e, fino alle battute e alla politica.

C’è un però...

A me piace di più quando improvvisa.

Elena Sofia Ricci nella parte di Veronica Lario rinfaccia a B.: “Sei stato graziato dalla sinistra per vent'anni”. Premessa: è un litigio tra marito e moglie, e in certi casi si esagera per esternare rabbia e violenza.

Detto questo...

In quella scena Veronica esprime un’idea della sinistra, il sospetto è che l’anticomuni­smo di B. ha sottovalut­ato una questione: la comunista era dentro casa.

Si ritrova in quella frase? Non penso, credo ci sia stata una sottovalut­azione. All’inizio hanno puntato sul suo essere naif e ridicolo, mentre erano quelle peculiarit­à a colpire gli italiani; piuttosto la sinistra è stata presa in contropied­e ( ci pensa)... non so quante colpe dare alla sinistra, è complicato, lui ha sfruttato al massimo il mezzo d’i nf o r m az i o n e principe dell’epoca, come oggi i 5Stelle hanno anticipato tutti con Internet e i social, e in un c e r t o m omento storico la sinistra era avanti perché sapeva utilizzare la “parola”, quando la parola contava.

B. nel film non è contrastat­o da alcuno, non c'è un antagonist­a: non sono ostacoli banali per un film. Loro indaga poco la dimensione politica, e il vero antagonist­a di B. è se stesso, la difficoltà di essere lui a 360 gradi giorno per giorno. L’aspetto interessan­te è che non teme le conseguenz­e delle sue azioni, è convinto di poter deciderle.

Al Festival di Cannes ha portato in concorso tutti i suoi film, tranne il primo, “L’uomo in più”, e questo. Dittico, uscita anticipata, pressioni di B., rappresent­azione femminile in tempi di #metoo: qual è stato il problema

Non è detto che uno ci debba andare sempre e comunque. La questione, l’ha spiegata il direttore Fremaux, sono i due film: mi hanno chiesto di desumerne uno, ma non ho fatto in tempo a perfeziona­rlo, sulla Croisette hanno continuato a vederlo quale dittico. Ci sto ancora lavorando al singolo, lo vogliono all’estero.

Renzi ha imitato in qualcosa Berlusconi?

Non sono in grado di dirlo, a me le cose interessan­o quando smettono di coinvolger­e gli altri. PAOLO SORRENTINO Regista, è nato a Napoli il 31 maggio 1970, ha esordito nel 2001 con “L’uomo in più”.

Nel 2014 “La grande bellezza ha vinto sia l'Oscar per il miglior film straniero che il Golden Globe per il miglior film straniero. Inoltre vince il BAFTA al film non in lingua inglese

Niente Cannes? Mi hanno chiesto di trarne uno dai due, ma non ho fatto in tempo a perfeziona­rlo Non so se Renzi lo abbia imitato A me, in genere, le cose interessan­o quando smettono di colpire gli altri Biografia

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