Presidi, scuole scoperte a settembre: è realtà
Si sapeva da tempo, fin da quando a giugno la ministra del l’Istruzione Valeria Fedeli aveva ipotizzato incarichi transitori per colmare i vuoti che, a settembre, saranno lasciati dai dirigenti scolastici che andranno in pensione e causati dal fatto che il concorso per i nuovi non sarà ancora concluso. Lo slittamento della prova preselettiva per accedere al concorso, passata dal 29 maggio al 23 luglio, in pratica non cambia molto la crisi. Al massimo la conferma e sottolinea che, al momento, non sembrano esserci soluzioni. Neanche quelle ipotizzate su una possibile fase di transizione.
I numeri sono questi: n el l’anno scolastico in corso, almeno 8.160 istituti avevano diritto ad avere un dirigente scolastico, a cui se ne aggiungono 360 che, per le dimensioni, vanno affidati a un preside in reggenza (ovvero a un dirigente che ne ha già affidati un altro o altri). I dirigenti scolastici in servizio, però, sono circa 6mila e quindi ci sono state oltre 2mila reggenze. La situazione dovrebbe aggravarsi con le 200- 250 pensioni previste a settembre. Il concorso dovrebbe perciò reclutare 2.425 dirigenti scolastici, di cui nove destinati alle scuole con lingua di insegnamento slovena e con insegnamento bilingue sloveno- italiano in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di una procedura organizzata su base regionale (i presidi vengono infatti immessi nei ruoli regionali) ed è previsto, per i vincitori, un corso di formazione nazionale che dura due mesi (e che prevede 2.900 posti). Anche con una preselettiva a maggio, sarebbe stato impossibile che tutto fosse concluso a settembre. “Oggettivamente rischiamo di andare incontro a un’emergenza e ci stiamo lavorando seriamente - aveva detto la Fedeli quasi un anno fa, di fronte a un ritardo ormai conclamato - I presidi hanno drammaticamente ragione, purtroppo il concorso ha incontrato delle difficoltà”. Da allora, poco è cambiato. Anzi, nulla.