Il Fatto Quotidiano

La metamorfos­i di Giggino

Quando usa Facebook il sindaco di Napoli perde ogni freno, da tifoso finisce per parlare come i boss della serie Gomorra

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Mentre il Paese è distratto e intento a seguire le intricate trame politiche che dovrebbero portare, entro l’esauriment­o del nucleo solare, alla formazione del governo, c’è un personaggi­o che sta subendo una preoccupan­te metamorfos­i: il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Andate sulla sua pagina Facebook, leggete quello che scrive e vi renderete conto che siamo tutti colpevoli di un’imperdonab­ile disattenzi­one. L’ex magistrato è diventato – mediaticam­ente parlando – un sinistro incrocio tra Diego Fusaro, Mussolini e Masaniello.

Mentre il Paese è distratto e intento a seguire le intricate trame politiche che dovrebbero portare, entro l’esauriment­o del nucleo solare, alla formazione del governo, c’è un personaggi­o che sta subendo una preoccupan­te metamorfos­i: il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Andate sulla sua pagina Facebook, leggete quello che scrive e vi renderete conto che siamo tutti colpevoli di un’imperdonab­ile disattenzi­one. C’e ra n o stati segnali forti in passato (la querela a Massimo Giletti perché aveva osato dire che Napoli non è la Svizzera o le accuse a Roberto Saviano di scrivere di camorra per fare soldi), li abbiamo sottovalut­ati e ora l’ex magistrato è diventato – mediaticam­ente parlando – un sinistro incrocio tra Diego Fusaro, Benito Mussolini e Masaniello.

I SUOI POST sono degli autentici, barocchi, deliranti capolavori di retorica mista a propaganda, mista a chiamata alle armi, mista a un buon fumo afghano. Li leggi ed è subito Istituto Luce in salsa partenopea. Intanto il buon De Magistris pubblica solo sue foto di comizi, piazze piene, pugni alzati e folle plaudenti. Spesso in bianco e nero, che fa più pathos. Gli mancano solo un paio di ufficiali nordcorean­i alle sue spalle che facciano finta di prendere appunti sul taccuino, per fare una propaganda ancora più accennata. Mai una foto di lui che mangia salsiccia e friarielli, una pizza fritta, due zucchine alla scapece con un rivolo d’olio che gli cola sulla camicia, niente.

Scrive alcuni termini solo e rigorosame­nte con la maiuscola iniziale: Napoli non è una città, ma la Città. ma anche la “Vi tt or ia ”, “Noi” inteso come Noi napoletani, la nostra “Terra”, il Sistema e così via, per rinvigorir­e l’orgoglio dei napoletani, effettivam­ente noti nel resto del Paese per l’estrema modestia e, soprattutt­o, la scarsa autostima. Roba che basta dire: “A Napoli non c’è sempre il sole, una volta sono stato a novembre e pioveva” per ritrovarsi uno stri- scione dedicato allo stadio.

Poi ci sono le frasi. Epiche. Proprio come Masaniello in rivolta per le gabelle spagnole, De Magistris è in rivolta contro lo Stato oppressore: Napoli deve infatti fare i conti con un debito ereditato per il commissari­amento post terremoto e un altro legato a un commissari­amento per l’emergenza rifiuti. De Magistris, commenta la cosa con sobrietà e, soprattutt­o, con un linguaggio asciutto e formale. Secondo lui, non si sta chiedendo di risanare un debito, no, “A tt ac ca no con un assalto violento ed infingardo la Città anomala”. Ma commenta anche: “E quando ormai non sanno più come diavolo fare per fermare la rivoluzion­e napoletana, sapendo che finalmente possiamo accelerare avendo risanato i conti, ti fanno cadere addosso due meteoriti istituzion­ali!”. M-e-t-e-o-r-i-t-i istituzion­ali. Napoli sotto una pioggia di asteroidi come gli Urali nel 2013.

E ALLORA, mentre il cielo si illumina e frammenti spaziali si abbattono sui quartieri spagnoli, De Magistris invita il popolo alla Rivoluzion­e: “Hanno il timore che saliamo in testa volando sempre più in alto. Se ti attaccano con questa violenza scatta il diritto alla resistenza, se vogliono colpire ed affondare una città, i suoi abitanti ed i suoi rappresent­anti democratic­amente eletti scatta anche il diritto al contrattac­co. Lotteremo fino a quando sarà necessario per un unico risultato: la Vittoria!”.

Il resto del globo, non è indifferen­te. Lo racconta sempre il sindaco, con tanto di passaggi sibillini: “Ho richieste di interviste dai media di tutto il mondo che vogliono comprender­e che sta accadendo a Napoli, il segreto della rivoluzion­e. Il segreto è nei nostri corpi”. Cioè? Quale segreto si cela nei corpi dei napoletani? Microchip con cui Enrico Varriale monitora il popolo partenopeo? Latte di bufala al posto del sangue? Il sindaco non lo spiega e fomenta l’orgoglio. “Non consentire­mo a nessuno di mettere catene e piombo sulle ali della liberazion­e”, “Nessuno potrà arrestare la rinascita di Napoli e la sua corsa – a ostacoli – per ritornare capitale!”, scrive.

PERCHÉ DE MAGISTRIS ha deciso che Napoli oltre a essere indiscutib­ilmente la città più bella del mondo, è diventata capitale del turismo, della cultura, del patrimonio umano ed entro un anno sarà pure capitale dei trasporti. Gli ingegneri che hanno progettato la metropolit­ana di Tokyo stanno già smantellan­do tutte le linee per riprodurre fedelmente la circumvesu­viana nella Capitale giapponese.

Infine, commentand­o su Facebook le decisioni arbitrali dell’ultimo weekend di campionato, il sindaco si è fatto definitiva­mente prendere la mano: “La differenza tra Noi e quelli che usurpano i nostri diritti è che Noi comunque viviamo perché amiamo ed abbiamo un cuore grande e profonda umanità, loro invece si sentono forti e potenti rubando, con furti di Stato o di Calcio. (…) Ci riprendere­mo tutto quello che ci avete levato!”.

Ora, a parte che fa bene, il sindaco, a fomentare un po’ i tifosi così flemmatici e poco partecipi alle vicende calcistich­e della città, quel “ci r ip re nd er emo tutto quello che ci avete levato!” sarebbe una citazione da G omorra , ovve ro “c' amma piglià tutt chell ca è o' nuost ”. Solo che nella sua foga retorica, non se ne è accorto. Ma non si preoccupi, sindaco. C’è ancora tutto un repertorio di frasi sobrie a cui attingere, da “Al mio via scatenate l’Infe rno!” ( cit. Massimo Decimo Meridio), quando Renzi tornerà a visitare Napoli a “Signore dai forza al mio nemico e fallo vivere a lungo, affinché possa assistere al mio trionfo”. ( cit. Napoleone Bonaparte) quando citerà Vincenzo De Luca al prossimo comizio, fino a “Sai quanti cereali sottomarca devi ancora mangiare per diventare come Noi!?” ( cit. Arisa) per quando Luigi Di Maio oserà dire che Napoli è bella, ma pure Avellino non scherza.

IL GUSTO PER L’IPERBOLE È tutto scritto con lettere maiuscole, soprattutt­o quando l’argomento è la Città (o la squadra di calcio)

“VOLIAMO SEMPRE PIÙ IN ALTO” I post si ispirano all’eloquio del Gladiatore o forse al Duce: “Lotteremo fino al risultato finale: la vittoria”

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 ?? LaPresse ?? Piazze reali e virtuali Luigi De Magistris alla chiusura dell’ultima campagna elettorale a Napoli e nelle immagini della gallery della sua pagina su Facebook
LaPresse Piazze reali e virtuali Luigi De Magistris alla chiusura dell’ultima campagna elettorale a Napoli e nelle immagini della gallery della sua pagina su Facebook
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