Il libero arbitrio dell’arbitro
QuoVar? In Italia i bistrattati arbitri hanno uno strumento con cui difendersi In Europa il loro potere assoluto non può esser messo in discussione
Chiedere alla Uefa di adottare il Var, e dunque rinunciare al libero arbitrio dei suoi arbitri, è come pretendere che Trump si spogli dei poteri presidenziali per sottoporsi di buon grado all’inchiesta sul Russiagate. O che Dart Fener rinfoderi la spada laser in nome del pacifismo. Un tem- po gli arbitri potevano scegliere tra due epiteti: venduto o cornuto. Poi arriva Calciopoli e la figura della giacchetta allora nera ne esce ancor più malconcia: se gli va bene prende ordini dalla cupola, ma c’è anche il caso che un malmostoso Moggi chiuda negli spogliatoi un apprezzato fischietto.
Oggi gli arbitri rappresentano un formidabile e blindato sistema di potere. In Italia, grazie all’Aia, temperato dalla coraggiosa introduzione del Var che pur con qualche difetto è un efficace strumento di controllo sugli eventuali errori e di trasparenza. In Europa, invece, gli arbitri restano i depositari di un dominio pieno e incontrollato di cui rispondono ai vertici di una piramide granitica e inviolabile come quella di Cheope. In più i membri di questa classe eletta godono di una illimitata franchigia morale. Circostanza che non può non sorprendere in una società dove la cultura del sospetto non risparmia niente e nessuno. Ma gli arbitri, si sa, sono innocenti per definizione. An- che quando sbagliano di brutto nessuno mette in dubbio la loro “buona fede”. Fino al punto che i mazziati per evidenti sviste devono misurare le parole se non vogliono: a) passare per degli sfigati piagnoni. b) subire delle ritorsioni disciplinari e non solo. Il massimo della critica consentita può spingersi fino a un rispettoso: a) tutti possono sbagliare, ci mancherebbe altro. b) introduciamo il Var anche nelle Coppe europee. Sul primo punto prenderemo in esame un solo match di questa Champions, tra i tanti dall’andamento scandaloso: Real Madrid-Bayern Monaco. Dallo sviluppo dell’azione resta difficile credere che l’arbitro turco e i suoi quattro assistenti non abbiano visto lo strepitoso fallo di mano di Marcelo, che se segnalato avrebbe probabilmente indirizzato la semifinale a favore dei tedeschi. Con questo vogliamo forse lanciare infondate e dissennate accuse di dolo nei confronti di stimati pro- fessionisti? Certo che no, ci mancherebbe altro. Al contrario, riteniamo che il prestigioso Cakir e i suoi degni collaboratori abbiano esercitato in pieno l’illimitato potere loro conferito. Di fischiare cioè come caspita gli pareva. Altro che la patetica sudditanza di una volta. Ora i sudditi sono gli altri. Per i sacerdoti di Cheope conta meno di zero se perfino l’onesto Marcelo ha ammesso che il rigore c’era e grande come una casa (questo lo aggiungiamo noi). Poiché, in sovrappiù, è concesso loro non dare giustificazione alcuna per gli scempi perpetrati (se ne catastrafottono, per dirla con il grande Camilleri). Par di capire che se anche di rigori a favore del Bayern ce ne fossero stati 4 o 5 o 6, gli onnipotenti avrebbero potuto negarli tutti. Per favorire gli arroganti madrilisti? Forse sì, ma anche no o chissà. Chi può sondare l’estro capriccioso di un arbitro nell’esercizio della sua infinita discrezionalità, anche quando può mandare in malora la stagione di un club e investimenti miliardari? Ditemi voi: quale premier europeo o quale grande banchiere o quale geniale scienziato possono disporre di un simile assoluto imperio? E come diavolo potete pensare che il faraone di tutti gli arbitri europei, Pierluigi Collina, accetti di essere sottoposto al giudizio di qualche telecamera? Quanto a chi persevera nella protesta stia bene attento: le squadre passano, ma gli arbitri restano.
PS. Come si noterà, ho evitato accuratamente qualsiasi riferimento alla direzione arbitrale di Roma-Liverpool. E ai due rigori (con annessa espulsione) che mancano alla mia squadra. Tutti possono sbagliare, ci mancherebbe altro.
Giacchette elette Chi ne può sondare l’estro capriccioso e l’infinita discrezionalità?