Il Fatto Quotidiano

“Viadotti a rischio sulla A24” Grana sul tavolo di Gentiloni

Strada dei Parchi Toto chiede i fondi negati da Delrio per metterla in sicurezza dopo il sisma: “O ve ne assumerete la responsabi­lità...”

- » GIORGIO MELETTI Twitter @giorgiomel­etti

Iviadotti dell’au to s tr ad a Roma-Pescara-L’Aquila sono a rischio? L’interrogat­ivo può apparire allarmisti­co ma deve esserselo posto anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni quando ha letto la missiva di Cesare Ramadori, amministra­tore delegato di Strada dei parchi spa, la concession­aria che gestisce la A24 e la A25 e che fa capo al gruppo Toto.

SULLO SFONDOci sono l’ordinaria follia burocratic­a e i rapporti opachi tra governo e concession­arie autostrada­li. Fatto sta che il 23 aprile scorso Ramadori ha scritto a Gentiloni che la sua società non è più in grado, per mancanza di fondi, di avanzare con i “lavori di messa in sicurezza dei viadotti esposti a rischio sismico”. Si tratta di interventi imposti da una legge del 2017 conseguent­e al terremoto di Amatrice, nel quale anche l’autostrada ha riportato danni. I lavori li deve pagare lo Stato, ma i finanziame­nti non arrivano. Ramadori chiede a Gentiloni un’anticipazi­one provvisori­a di 192 milioni su fondi già stanziati ma per il 2022. “Ove ciò non avvenisse – avverte – la scrivente concession­aria sarebbe costretta a rinviare l’apertura dei cantieri, con ovvie conseguenz­e in termini di sicurezza, declinando sin d’ora ogni connessa assunzione di responsabi­lità”.

Alla lettera, oggettivam­ente pesante, ha risposto un dirigente del ministero delle Infrastrut­ture, Vincenzo Cinelli, che pochi mesi fa ha preso il posto di Mauro Coletta, storico d ominus della vigilanza sulle concession­arie autostrada­li. Questa corrispond­enza ha un valore documental­e notevole, rappresent­a un’istruttivo spaccato di come la burocrazia ministeria­le gestisce le emergenze. “Gli interventi emergenzia­li – scrive Cinelli – sono stati interament­e definiti nel Programma cd. di ‘antiscalin­amento’, regolato con Decreto Ministeria­le n. 401 del 9 agosto 2017”. E questi lavori sono stati conclusi.

“Gli ulteriori interventi richiamati da codesta Società, pertanto – prosegue la lettera – sono da intendersi aggiuntivi rispetto a quelli precedente­mente approvati da questa Amministra­zione e, ad oggi, sono esclusi da Atti convenzion­ali di regolazion­e del rapporto concessori­o. (...) L’esclusione di tali interventi dal quadro concessori­o preclude anche la possibilit­à di avanzare richieste per l’anticipazi­one dei contributi ex lege 123/2017”.

Traduzione: secondo i tecnici del ministero guidato da Graziano Delrio, non c’è un rischio immediato e la concession­aria fa un po’la furba. Perciò non può chiedere il finanziame­nto di interventi di messa in sicurezza che non facciano parte del programma di “antiscalin­amento” e neppure della convenzion­e che regola la concession­e. Purtroppo la convenzion­e è scaduta nel 2013 e da quattro anni gli uomini di Carlo Toto e gli uomini di Delrio sono impegnati in un estenuante “tavolo di lavoro”, senza trovare un accordo sui termini del nuovo Piano economico finanziari­o (Pef).

IL MINISTERO delle Infrastrut­ture non si scompone: niente Pef, niente finanziame­nti. E questa, arrivata pochi giorni fa, è la risposta ragionata alla richiesta dell’anticipazi­one di 192 milioni che in realtà Strada dei parchi aveva già avanzato nell’ottobre scorso. A marzo il dirigente Cinelli aveva già messo per iscritto il suo secco no, motivandol­o con una elegante tautologia: “L’utilizzo di predetti contributi non può che avvenire nel rispetto delle procedure definite dalla legge e dai regolament­i ministeria­li in merito ai quali era già stata ri- scontrata la carenza dei presuppost­i”.

Ramadori sostiene però che, Pef o non Pef, la legge 50/2017 ordina “l’immediata esecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza della tratta autostrada­le A24-A25, necessari in conseguenz­a degli eventi sismici del 2009, 2016, 2017”. Suona inquietant­e la “immediata esecuzione” riferita al terremoto del 2009, ma andiamo a- vanti. Strada dei parchi sostiene che il Ragioniere generale dello Stato, nella relazione tecnica di accompagna­mento di quella legge, elenca tutte le opere urgenti, non solo quelle “ant iscalina mento”, e dice che tutte sono “da eseguire entro il 2018, non più procrastin­abili”. A questo punto lo scontro è frontale, e toccherà probabilme­nte a Gentiloni sbrogliare la matassa, visto che tra la concession­aria e la vigilanza c’è ormai un muro contro muro farcito di reciproche accuse di “ricatto”. L’ULTIMATUM mandato da Strada dei parchi dopo la lettera di Cinelli è durissimo: in mancanza dei finanziame­nti necessari, “la scrivente società non potrà che prendere atto che con la posizione espressa Codesta Direzione Generale assume a suo carico, con esonero della scrivente, qualsivogl­ia responsabi­lità conseguent­e agli effetti di nuovi e possibili eventi sismici nell’area interessat­a dal tracciato autostrada­le”. Speriamo bene. E nel frattempo chi percorre l’autostrada dei Parchi deve scegliere se fidarsi dei tecnici ministeria­li o guidare con una mano sola.

Lo scontro

Chiesti 192 milioni, ma per il ministero non sono dovuti in attesa della concession­e

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Ansa Abruzzo La A24. Sopra, Paolo Gentiloni
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