“Viadotti a rischio sulla A24” Grana sul tavolo di Gentiloni
Strada dei Parchi Toto chiede i fondi negati da Delrio per metterla in sicurezza dopo il sisma: “O ve ne assumerete la responsabilità...”
Iviadotti dell’au to s tr ad a Roma-Pescara-L’Aquila sono a rischio? L’interrogativo può apparire allarmistico ma deve esserselo posto anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni quando ha letto la missiva di Cesare Ramadori, amministratore delegato di Strada dei parchi spa, la concessionaria che gestisce la A24 e la A25 e che fa capo al gruppo Toto.
SULLO SFONDOci sono l’ordinaria follia burocratica e i rapporti opachi tra governo e concessionarie autostradali. Fatto sta che il 23 aprile scorso Ramadori ha scritto a Gentiloni che la sua società non è più in grado, per mancanza di fondi, di avanzare con i “lavori di messa in sicurezza dei viadotti esposti a rischio sismico”. Si tratta di interventi imposti da una legge del 2017 conseguente al terremoto di Amatrice, nel quale anche l’autostrada ha riportato danni. I lavori li deve pagare lo Stato, ma i finanziamenti non arrivano. Ramadori chiede a Gentiloni un’anticipazione provvisoria di 192 milioni su fondi già stanziati ma per il 2022. “Ove ciò non avvenisse – avverte – la scrivente concessionaria sarebbe costretta a rinviare l’apertura dei cantieri, con ovvie conseguenze in termini di sicurezza, declinando sin d’ora ogni connessa assunzione di responsabilità”.
Alla lettera, oggettivamente pesante, ha risposto un dirigente del ministero delle Infrastrutture, Vincenzo Cinelli, che pochi mesi fa ha preso il posto di Mauro Coletta, storico d ominus della vigilanza sulle concessionarie autostradali. Questa corrispondenza ha un valore documentale notevole, rappresenta un’istruttivo spaccato di come la burocrazia ministeriale gestisce le emergenze. “Gli interventi emergenziali – scrive Cinelli – sono stati interamente definiti nel Programma cd. di ‘antiscalinamento’, regolato con Decreto Ministeriale n. 401 del 9 agosto 2017”. E questi lavori sono stati conclusi.
“Gli ulteriori interventi richiamati da codesta Società, pertanto – prosegue la lettera – sono da intendersi aggiuntivi rispetto a quelli precedentemente approvati da questa Amministrazione e, ad oggi, sono esclusi da Atti convenzionali di regolazione del rapporto concessorio. (...) L’esclusione di tali interventi dal quadro concessorio preclude anche la possibilità di avanzare richieste per l’anticipazione dei contributi ex lege 123/2017”.
Traduzione: secondo i tecnici del ministero guidato da Graziano Delrio, non c’è un rischio immediato e la concessionaria fa un po’la furba. Perciò non può chiedere il finanziamento di interventi di messa in sicurezza che non facciano parte del programma di “antiscalinamento” e neppure della convenzione che regola la concessione. Purtroppo la convenzione è scaduta nel 2013 e da quattro anni gli uomini di Carlo Toto e gli uomini di Delrio sono impegnati in un estenuante “tavolo di lavoro”, senza trovare un accordo sui termini del nuovo Piano economico finanziario (Pef).
IL MINISTERO delle Infrastrutture non si scompone: niente Pef, niente finanziamenti. E questa, arrivata pochi giorni fa, è la risposta ragionata alla richiesta dell’anticipazione di 192 milioni che in realtà Strada dei parchi aveva già avanzato nell’ottobre scorso. A marzo il dirigente Cinelli aveva già messo per iscritto il suo secco no, motivandolo con una elegante tautologia: “L’utilizzo di predetti contributi non può che avvenire nel rispetto delle procedure definite dalla legge e dai regolamenti ministeriali in merito ai quali era già stata ri- scontrata la carenza dei presupposti”.
Ramadori sostiene però che, Pef o non Pef, la legge 50/2017 ordina “l’immediata esecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza della tratta autostradale A24-A25, necessari in conseguenza degli eventi sismici del 2009, 2016, 2017”. Suona inquietante la “immediata esecuzione” riferita al terremoto del 2009, ma andiamo a- vanti. Strada dei parchi sostiene che il Ragioniere generale dello Stato, nella relazione tecnica di accompagnamento di quella legge, elenca tutte le opere urgenti, non solo quelle “ant iscalina mento”, e dice che tutte sono “da eseguire entro il 2018, non più procrastinabili”. A questo punto lo scontro è frontale, e toccherà probabilmente a Gentiloni sbrogliare la matassa, visto che tra la concessionaria e la vigilanza c’è ormai un muro contro muro farcito di reciproche accuse di “ricatto”. L’ULTIMATUM mandato da Strada dei parchi dopo la lettera di Cinelli è durissimo: in mancanza dei finanziamenti necessari, “la scrivente società non potrà che prendere atto che con la posizione espressa Codesta Direzione Generale assume a suo carico, con esonero della scrivente, qualsivoglia responsabilità conseguente agli effetti di nuovi e possibili eventi sismici nell’area interessata dal tracciato autostradale”. Speriamo bene. E nel frattempo chi percorre l’autostrada dei Parchi deve scegliere se fidarsi dei tecnici ministeriali o guidare con una mano sola.
Lo scontro
Chiesti 192 milioni, ma per il ministero non sono dovuti in attesa della concessione