Letteratura, il Premio pare salvo. In ballo c’è la guida dell’Accademia
Una riunione fiume, un summit di 24 ore per decidere cosa sarà delle votazioni per il Nobel della Letteratura 2018. Questo l’impegno preso dagli accademici di Svezia all’indomani degli scandali su molestie, affari e pressioni che hanno compromesso l’immagine dell’Istituzione anche all’estero. Ma già ieri in serata uno dei membri, Göran Malmqvist faceva trapelare che l’esito dell’incontro era stato positivo.
SE È VERO infatti che i membri rimasti in carica dopo le 8 dimissioni sono solo 10 e che il quorum della votazione è a 11, è vero anche che a risolvere il problema era intervenuto re Carlo Gustavo XVI, introducendo all’ultimo una norma secondo la quale non si accettano dimissioni di membri in carica da meno di 2 o 3 anni. È per questo che Katarina Frostenson a parte, a traballare sembravano essere più gli interessi che l’alloro di Svezia. Se risulta infatti che anche solo uno dei membri “giovani” non “può dimettersi”, la votazione si farà. In più il re sarebbe al lavoro per le norme di elezione dei nuovi accademici. Intanto a fronteggiarsi sono due schieramenti: da un lato Horace Engdahl, ex segretario permanente vicino a Frostenson e a suo marito Jean Claud Arnault, dall’altro, “i vecchi”. Se l’esito del summit fosse positivo significherebbe che si è riusciti a trovare un equilibrio. Meno improbabile dunque è che il Nobel passi all’Accademia delle Belle Lettere, nonostante il direttore Anders Cullhed abbia dato disponibilità ad assumere “un compito difficile in così poco tempo”.