Il Fatto Quotidiano

Maggioni e Fazio Indagini, ma tutto è già perdonato

I reati La presidente della tv di Stato è sotto inchiesta per peculato e abuso d’ufficio per i rimborsi delle trasferte per la presentazi­one di un suo libro

- » ANTONIO MASSARI E VALERIA PACELLI

Non solo Monica Maggioni, il presidente Rai, indagata per abuso d’ufficio e peculato nell’ambito di un’inchiesta che riguarda alcuni rimborsi per trasferte ( nel 2014-2015) della presentazi­one di un suo libro e appalti affidati senza gara quando era ai vertici di Rai News. La Procura di Roma, nei mesi passati, ha aperto un fascicolo, per vicende diverse, sul contratto di un altro pezzo da novanta della Tv di Stato: si tratta di un’inchiesta – di cui è titolare il pm Giorgio Orano, che indaga per abuso d’ufficio – nata dopo una denuncia dell’associazio­ne “Rai Bene comune” che punta il dito sui circa 2,8 milioni di euro del contratto di Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa (Rai1).

L’esposto prende spunto dalle dichiarazi­oni dell’onorevole Michele Anzaldi, ex membro della Commission­e di Vigilanza Rai, secondo il quale l’azienda di viale Mazzini avrebbe applicato solo parzialmen­te la disposizio­ne normativa sul limite massimo retributiv­o di 240 mila euro e il contratto a Fazio sarebbe stato il “trionfo della presa in giro”. Parzialmen­te, perché in un primo momento l’avrebbe applicata soltanto per i dirigenti, mentre, per quanto riguarda gli artisti avrebbe a lungo temporeggi­ato. Fino al parere dell’Avvocatura dello Stato che, sul tetto retributiv­o, stabilisce un’unica deroga: il tetto può essere superato per le prestazion­i che hanno effettiva natura artistica. Secondo l’esposto, però, la Rai non poteva derogare in base al solo parere dell’Avvocatura di Stato, perché, per una simile deroga, sarebbe stata necessaria un’apposita legge. Da qui, la denuncia di abuso d’ufficio sulla quale, però, la procura sta chiedendo l’archiviazi­one.

“Che tempo che fa, contratto non conforme”

Secondo i denunciant­i, oltre il contratto di Fazio, esisterebb­ero altre violazioni. E anche in questo caso l’esposto si rifà alle dichiarazi­oni di Anzaldi il quale, in Commission­e, riferì che la Rai intendeva affidare la produzione del format - in appalto parziale - a una “costituend­a società di cui sarà socio lo stesso Fazio”: “Si decide non solo di non bandire una gara, ma addirittur­a di affidarsi a una società quando ancora non esiste”. “Rai Bene Comune” e il suo presidente Riccardo Laganà, assistiti dagli avvocati Enzo Jacovino e Andrea Ruggiero, sul punto stanno presentand­o un’in teg raz ione della denuncia.

Sulla vicenda s’è già in parte espressa l’Anac il 21 febbraio. L’Autorità Anticorruz­ione, guidata da Raffaele Cantone, “pur non rilevando alcun profilo di danno attuale”, manda gli atti alla Corte dei Conti e delibera “di ritenere non conforme al codice dei contratti la stipula da parte di Rai del contratto preliminar­e con l’artista, prima fra l’altro che la società di produzione del format, con cui è stato poi stipulato il definitivo, venisse costituita”.

L’Anac: “Sul presidente nessun illecito”

Intanto l’indagine penale va verso l’archiviazi­one. Stesso destino per l’inchiesta su Monica Maggioni. Il diretto- re Rai è indagato per peculato e abuso d’ufficio dopo la denuncia di “I nd i g ne r a i”. L’associazio­ne di dipendenti Rai anonimi ha chiesto di fare chiarezza sulle spese di trasferta di una decina di presentazi­oni, avvenute nel 2014 e 2015, del suo libro sulla propaganda dell’Isis Terrore mediatico ( editore Laterza) fatte mentre era direttore di Rai News 24. Inoltre chiedevano anche di “accertare le motivazion­i dell’affi- damento senza gara nel periodo 2013-2015 (...) di servizi di supporto redazional­e” per i contenuti per le piattaform­e nuovi media. L’Anac in questo caso ha archiviato la vicenda, in quanto non vi erano profili di illiceità. Per quanto riguarda gli appalti, l’affidament­o diretto era solo temporaneo, poi la gara è stata indetta.

Nell’esposto si faceva riferiment­o ad alcuni articoli pubblicati sul portale Rai News 24 riguardant­i un’opera del compagno architetto della Maggioni, esposta al Salone del mobile di Milano. Per la Procura non c’è alcun profilo penale e lo stesso ha stabilito l’Anac: ha deliberato che non vi è stato alcun profitto, né rapporti contrattua­li con la Rai.

Per quanto riguarda il libro, l’Autorità, nell’a r c h iviazione, spiega che le presentazi­oni erano inserite nell’ambito di impegni più ampi come direttore di Rai News24 e che non sono stati presentati scontrini per alberghi. È stato rimborsato solo qualche viaggio. Le motivazion­i dell’azienda di Stato hanno convinto l’Anac. E anche la vicenda penale va verso l’archiviazi­one.

“Che tempo che fa” È arrivato un esposto sul maxi-compenso del giornalist­a: 2,8 milioni di euro

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LaPresse/Ansa In RaiMonica Maggioni e Fabio Fazio
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