Il Fatto Quotidiano

“Erasmus” di minori albanesi Migliaia portati nei centri

Assistenza Centinaia di giovani, portati in Italia, si presentano da soli e ottengono alloggio e istruzione. Due processati a Bologna

- » FERRUCCIO SANSA

“L’Erasmus degli alb an e si ”. Ormai pm e giudici dei minori in Emilia-Romagna lo chiamano così: “Ci sono centinaia di minori, soprattutt­o albanesi, che si fingono senza famiglia per essere ospitati e per studiare a spese dello Stato italiano”, come racconta Luigi Fadiga, fino a poco tempo fa Garante dei Diritti dei Minori della Regione Emilia Romagna.

Un fenomeno enorme, ma quasi ignorato, nonostante i costi per lo Stato e le amministra­zioni locali (almeno 45 euro al giorno per un minore). Una truffa spesso difficile da provare, che richiedere­bbe investigaz­ioni lunghe e laboriose. Dopo inchieste, denunce e indagini parlamenta­ri, nei giorni scorsi, però, sono arrivate le condanne di alcuni minori (responsabi­li penalmente perché hanno superato i 14 anni): un anno di reclusione per truffa aggravata ai danni dello Stato. Una pena che resterà probabilme­nte sulla carta: la condanna non sarà scontata e i giovani truffatori se ne torneranno a casa. Cresciuti e istruiti dall’Italia senza averne diritto. Peggio: “Sottraendo denaro e risorse ai tantissimi minori immigrati che sono davvero senza famiglia e avrebbero diritto alla tutela pubblica”, come denuncia Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna.

LA STORIA dei giovani condannati, come di centinaia di loro coetanei, è sempliciss­ima: “La truffa è stata organizzat­a dai genitori. Un giorno hanno preso i loro figli e li hanno accompagna­ti in Italia”, racconta uno degli investigat­ori che si sono occupati dell’indagine. Aggiunge: “È un meccanismo molto collaudato. A volte a portare i minori nel nostro Paese sono il papà e la mamma, in altri casi un parente. Ma a volte addirittur­a i genitori abitano nel nostro Paese”.

I minori ripetono sempre la stessa versione, come un libro stampato. Così hanno dichiarato anche i due condannati: “Siamo arrivati da soli in Italia, non abbiamo nessuno. Aiutateci”. Immediatam­ente è scattata la procedura di tutela per i minori non accompagna­ti provenient­i da Paesi non Ue: l’assistenza da parte dei servizi sociali – che in regioni come l’Emilia-Romagna hanno una grande tradizione di solidariet­à – l’ospitalità gratuita e l’avviamento in scuole italiane. Giusto, sacrosanto per chi davvero è abbandonat­o. Perché nel marzo scorso erano censiti 13.838 minori stranieri senza accompagna­mento. Molti rischiano di restare per strada, alla mercé della delinquenz­a. Addirittur­a vittime della tratta dei bambini.

Su questo fenomeno drammatico, però, si è inserita la truffa dell’Erasmus degli albanesi. Sottolinea­no dal ministero dell’Interno: “Salta all’occhio la percentual­e di minori provenient­i dall’Albania, un Paese senza particolar­i criticità”. Soltanto a Faenza (Ravenna), come ha appurato due anni fa un’indagine della polizia, su 587 minori non accompa- gnati ben 374 erano albanesi.

Tra questi i due minori condannati. Ma loro si sono traditi: quando gli assistenti sociali hanno parlato con loro, dopo aver cercato di negare, si sono lasciati scappare che, sì, avevano un papà e una mamma in Albania. Non erano per niente stati abbandonat­i. Era tutto pianificat­o, fino all’ultimo dettaglio. Nessun viaggio avventuros­o nelle mani della malavita, ma un comodo tras fe ri me nt o in traghetto fino ad Ancona (ma c’è chi preferisce Bari o Brindisi). E lì sono finite le denunce per i genitori, ovviamente maggiorenn­i, identifica­ti.

“ALCUNI RAGAZZI in Italia anche due o tre anni. Studiano, imparano la lingua e poi magari tornano a casa cresciuti e istruiti. Su circa 1.500 minori non accompagna­ti presenti in Emilia-Romagna quasi il 40 per cento sono albanesi. Un fenomeno che va avanti da anni ed è ancora esistente”, racconta Fadiga che da magistrato ha dedicato la vita alla tutela dei minori. Ne aveva scritto anche il Redattore Sociale: l’E milia-Romagna è la regione più colpita, quella che chiede il maggior numero di indagini sui minori presenti sul suo territorio. Nel 2016 sono state ben 185 su un totale di 426 in tutta Italia.

Ma ci sono anche altre regioni: Veneto (63 indagini), Lazio e Liguria (38), Toscana (28), Lombardia (27) e Marche (17). Se n’è occupata anche una Commission­e d’i nchiesta nel 2017. Ci sono stati incontri tra rappresent­anti dei ministeri de ll ’ I nt er no di Roma e Tirana. Senza grandi risultati.

“È un reato particolar­mente grave”, sorride amaro Spadaro. Aggiunge: “La questione deve essere resa nota e risolta. Non per puntare il dito sull’assistenza ai minori non accompagna­ti, che è sacrosanta e doverosa perché sono ragazzi indifesi, disperati. Nemmeno per alimentare intolleran­ze e razzismi. Ma per punire chi truffa e restituire risorse allo Stato e ai minori che ne hanno diritto”.

Indagine della polizia A Faenza su 587 non accompagna­ti, ben 374 venivano dall’Albania

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Ansa Il giudice Giuseppe Spadaro è il presidente del Tribunale per i minori di Bologna. Sopra ragazzi a scuola
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