Pd, la mossa di Zingaretti: “Salario minimo per i rider”
Quasi in campo Il governatore si prepara a lanciare la sfida per scalare il partito. Intanto prende tempo: “Quando mi candiderò, ve ne accorgerete”
Nicola Zingaretti inizia il suo comizio mettendo le mani avanti: “Non siamo qui per presentare una candidatura e questo non è un trampolino di lancio. Quando qualcuno si candiderà se ne accorgeranno tutti”. Non è ancora il momento, in sostanza, di ufficializzare la sua scalata al Pd. Ma nelle parole del governatore del Lazio ogni sillaba ha un suono chiaro: la segreteria del Partito democratico e l’egemonia del centrosinistra che verrà (se verrà) hanno un nuovo aspirante.
PER (NON) LANCIARE la sua prossima candidatura Zingaretti riunisce assessori e militanti di sabato mattina all’Ex Dogana di Roma, uno dei locali notturni più frequentati dai giovani capitolini. La scommessa è vinta: la sala è strapiena, esauriti anche i posti in piedi, qualcuno ascolta da fuori. Si festeggia la vittoria nelle Regionali del 4 marzo: successo risicatissimo – alla Pisana il centrosinistra non ha la maggioranza e deve appoggiarsi ai 5Stelle – ma ancora più prezioso, nel giorno del disastro nazionale del Pd renziano.
Il governatore e i suoi assessori sono seduti dietro al palco e lasciano parlare gli altri: una docente universitaria, una volontaria della comunità di Sant’Egidio, e- sponenti dell’associazionismo e della sinistra giovanile. In parterre nessun dirigente del partito nazionale, ma un pubblico insolitamente giovane per un’iniziativa pubblica del Pd.
Zingaretti si prende il microfono in chiusura. È in forma: il comizio di 48 minuti è interrotto da almeno tre ova- zioni. Si sforza di parlare del Lazio ma i suoi discorsi si proiettano in modo naturale sullo scenario nazionale. Come la sua proposta più forte, alla quale affida la connotazione “di sinistra” della sua piattaforma: “Bisogna aprire subito con il sindacato e le forze del lavoro una battaglia nel Lazio per la tipo- logia di lavoro occasionale, la cosiddetta Gig Economy, come i ragazzi che fanno consegne in bicicletta”. Zingaretti parla di una legge regionale per istituire un “salario minimo garantito” per i lavoratori precari, come i rider di Foodora, Deliveroo o Moovenda.
È consapevole che si tratta di una questione che andrebbe affrontata ben oltre i confini laziali, ma vuole intestarsi la battaglia, occupare lo spazio politico: “Il governo impugnerà la nostra legge? E la impugnasse... tanto non sappiamo nemmeno quale governo ci sarà. Ci vuole un minimo garantito. Il compito dell’innovazione è liberare l’individuo, non accumulare solo ricchezza. E il compito della politica è limitare l’ingiustizia”. La sala gli tributa l’applauso più lungo.
Zingaretti parla di “A l- leanza del fare”: si riferisce alla formula politica che gli ha permesso di conservare il posto alla Pisana (la coalizione con LeU, Radicali e cattolici) ma pure a quella che vorrebbe replicare a livello nazionale. Lo dice abbastanza esplicitamente: “Credo che si tornerà a votare presto. Forse con questa legge elettorale o con un sistema ancora più maggioritario. Non si scappa: dobbiamo sbrigarci ad aprire un cantiere nuovo, un’alleanza del fare”.
ZINGARETTI ci sarà, insomma. Come e quando lo diranno i tempi. Quelli del confronto nel Pd (l’assemblea, il congresso, le primarie) e dell’evoluzione generale del quadro politico. Per ora il governatore se ne tiene alla larga, senza legarsi a correnti o cordate. Osserva da fuori, coltiva il suo incarico. È presidente di una Regione da 6 mlioni di abitanti, la seconda d’Italia: “Siamo persone serie, ora dobbiamo governare bene, rispettare gli impegni. Non vogliamo sbaraccare”. Presto però dovrà mostrare le carte, se vuole prendersi il partito in fuga da Matteo Renzi.
Centrosinistra
“Si tornerà a votare presto. Dobbiamo sbrigarci e aprire un nuovo cantiere” Presentiamo una legge regionale per tutelare i precari della Gig economy Il governo la vorrà impugnare? Tanto non si sa nemmeno chi ci sarà a P. Chigi...