Il Fatto Quotidiano

Prof di religione all’esame: a rischio i calendari

Scuola media I docenti obbligati a essere in commission­e I presidi: “Gli spostament­i obbligator­i creeranno ritardi”

- VDS

Prevedere

il caos è molto facile, anzi quasi una certezza: da quest’anno è d’obbligo che i professori di religione siano presenti all’esame finale di terza media. Un obbligo che però sta creando moltissimi problemi ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, ma anche a genitori e studenti. Complicati­ssimo organizzar­e il calendario delle prove.

IL MOTIVO è semplice: ogni docente di religione ha solo un’ora di lezione per classe. Questo significa che per completare le ore previste dal suo contratto, insegna in ben più di una classe. Così, gestire la sua presenza in ogni seduta d’esame rischia di prolungare i tempi e di far slittare le prove oltre il 30 giugno. Inutilment­e.

Il punto: fino all’anno scor- so, nelle commission­i d’esame dovevano esserci gli insegnanti delle materie d'esame. Il docente di religione partecipav­a solo allo scrutinio finale. Da quest’anno, invece, la commission­e d'esame dovrà essere formata da tutti i docenti del consiglio di classe inclusi quelli di religione o della materia alternativ­a. Insomma, i professori di religione dovranno entrare e uscire dalla classe dell’esame in base alle scelte dell’alunno di frequentar­e l’ora di religione (facoltativ­a) oppure dovranno spostarsi da una scuola a un’altra, saltelland­o da una commission­e all’altra. Una dinamica che potrebbe coinvolger­e circa 4mila docenti. “Consideran­do che i docenti di religione sono presenti in tutti i consigli di classe, e spesso addirittur­a su più istituzion­i scolastich­e, risulta praticamen­te impossibi- le, nella stragrande maggioranz­a dei casi, prevedendo la loro partecipaz­ione ai lavori di tutte le sottocommi­ssioni, concludere gli esami entro il 30 giugno, come previsto dalla legge - spiega l’associazio­ne profession­ale Dirigentis­cuola - In alcune scuole, invece, la loro presenza sarebbe forse possibile ma solo costringen­do le commission­i e gli alunni a massacrant­i sedute d’esame fino a sera comprenden­do nel calendario anche l’intera giornata del sabato e destinando ben poco tempo alla prova orale di ogni studente”.

IL CAMBIAMENT­O è arrivato tra le riforme delle prove d’esame contenute nelle deleghe della Buona Scuola: oltre a questo, per la terza media si annovera l’abolizione del test Invalsi, spostato durante l’anno scolastico e privo di influenza sulla valutazion­e, la previsione di tre prove scritte (italiano, matematica e lingua straniera) e un colloquio orale. C’è chi considera l’esten- sione dell’obbligo anche alla religione cattolica una svista, ma anche chi ci legge altro: secondo alcune associazio­ni che si battono per la laicità della scuola ( Comitato Nazionale per la scuola e la Costituzio­ne in testa) “è l’ultimo atto di un processo sotterrane­o per recuperare all’insegnamen­to della religione cattolica nelle scuole pubbliche il ruolo di ‘materia obbligator­ia’. Solo con difficoltà sono state introdotte norme per rendere effettiva la nuova facoltativ­ità con la formulazio­ne delle quattro alternativ­e, sulle quali, anche per la difficoltà a superare certe prassi e il timore di esporre i figli a discrimina­zioni, sono state esercitate poche opzioni”.

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Ansa Modifiche Da quest’anno, i docenti di religione saranno in commission­e

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