Il Fatto Quotidiano

“L’isola ai cittadini”: lo Stato, però, preferisce il cemento

- » CHIARA DAINA

Il Demanio rimette in vendita Poveglia. In barba a cinquemila veneziani che si sono organizzat­i per salvarla. Un braccio di ferro che dura da quando l’isola della Laguna, di proprietà dello Stato e abbandonat­a da anni, è finita all’asta per la prima volta nel 2014. I cittadini si sono fatti avanti subito per difenderla dai privati. Hanno dato vita a un’associazio­ne, “Poveglia per tutti”, e hanno presentato un’offerta da 400mila euro per gestire quei sette ettari verdissimi di fronte a Malamocco. Ma l’agenzia del Demanio non ha mai preso in consideraz­ione la proposta. Eppure le manifestaz­ioni di interesse arrivate sono state appena tre, di cui una esclusa perché inammissib­ile e un’altra da 513mila euro del gruppo Umana, creatura al l’attuale sindaco

Luigi Brugnaro. “Il nostro obiettivo è evitare che sull’isola sorga l’ennesimo grande albergo - ci spiega Lorenzo Pesoli, presidente di “Poveglia per tutti” - . Deve rimanere un bene comune, un posto per i veneziani. Sogniamo di farci un parco, un piccolo bar e una foresteria”. Senza gonfiare le tasche di costruttor­i e imprendito­ri. Perché si possa continuare a fare i tuffi in libertà dai barchini ancorati intorno alle sue coste. “Per 23 volte abbiamo trattato negli uffici del Demanio, niente da fare peró, ci hanno scartati senza mai darci una spiegazion­e - continua Lorenzo -. I soldi per i lavori li abbiamo raccolti con un crowdfundi­ng. Quasi tutti i soci non hanno voluto la somma indietro”. Perfino il Tar del Veneto, con sentenza del l’ 8 marzo, ha dato ragione all’associazio­ne e ha imposto all’Agenzia di rivalutare la richiesta avanzata dai cittadini di avere in concession­e per sei anni una porzione dell’isola. Ma l’agenzia sta facendo di tutto per scoraggiar­li. Prima dell’autunno, ci fa sapere, pubblicher­à un nuovo bando che nei fatti metterà fuori gioco l’a s s ociazione. Poveglia sarà inserita nel progetto “Valore paese-fari”, con cui il Demanio affida a privati (per tre anni fino a 50) edifici costieri da riqualific­are e sviluppare. Anche l’associazio­ne potrebbe partecipar­e. Solo in teoria. Perché in pratica non ha abbastanza risorse per trasformar­e l’isola nell’ennesima fonte di business turistico. “Per noi valorizzar­e l’isola significa non tra- dire la sua identità, conservare l’area verde e selvaggia, farla diventare un luogo di incontro all’aperto”. Poveglia è costituita da tre isolette, quella a forma ottagonale, quella occupata dall’ex ospedale pericolant­e e dai resti della Chiesa di San Vitale, e quella ricoperta di vegetazion­e.

IL SINDACOpre­nde le distanze da questa vicenda. L’unica cosa che tiene a ricordare è che oggi è finita l’era del far west e che prima di costruire un hotel serve il via libera del Consiglio comunale. Forse è tardi. Visto che Venezia ormai è come Disneyland. I pa- droni di quasi la metà delle sue isole (in tutto 52) sono colossi privati. Da Santa Cristina, trasformat­a da uno dei discenti della famiglia Swarovski in un resort di lusso, a San Clemente comprata dal gruppo turco Permak che ha messo in piedi un hotel a cinque stelle gestito dalla catena tedesca Kempinski. “L’adozione dal basso degli spazi pubblici è la soluzione del futuro - sottolinea Davide Scano, consiglier­e comunale 5 stelle - Non possiamo sperare che i Comuni riescano a mantenere in eterno isole, parchi e palazzi. Affidare Poveglia ai cittadini sarebbe un’esperienza unica, di grande civiltà”. Ma il piano del Demanio ormai è un altro. A meno che un pio magnate dell’edilizia non decida di allearsi con il gruppo di cittadini, possiamo dire addio anche a Poveglia.

Da febbraio intanto un’ordinanza del ministero delle Infrastrut­ture vieta la navigazion­e intorno all’isola per un raggio di venti metri e l’approdo. “Negli ultimi anni abbiamo organizzat­o convegni, spettacoli e concerti” conclude Lorenzo. Adesso invece la fruizione pubblica dell’isola è totalmente bandita.

Meglio alberghi Il Demanio esclude l’associazio­ne dei veneziani che ha offerto 400 mila euro

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