Il Fatto Quotidiano

Coste sarde, il mistero della legge fantasma

Norma urbanistic­a tolta dal sito della Regione, articoli che vanno e vengono

- » PAOLA PINTUS

L’urbanistic­a,

si sa, in Sardegna è un tema delicato, su cui possono fondarsi i destini politici di una legislatur­a e su cui può cadere una Giunta. Ne sa qualcosa Renato Soru, il padre della legge salva coste e del piano paesaggist­ico regionale che si dimise, nel 2008, dopo la bocciatura in Consiglio Regionale di un emendament­o alla legge urbanistic­a allora in discussion­e e da quel momento in poi rimasta in sospeso.

L’ONEREdi riprovarci è toccato all’attuale presidente Francesco Pigliaru, con un disegno di legge di riordino che avrebbe dovuto accogliere le rigorose indicazion­i di tutela del Ppr del 2006 ma che in realtà, dicono gli ambientali­sti, rischia di stravolger­le, dando il via libera a una nuova colata di cemento sulle coste sarde. Alla finestra ci sono gli investitor­i internazio­nali del mattone, tipo l’emiro del Qatar o imprendito­ri locali.

Sul tema è lacerata, da mesi, anche la maggioranz­a di centro sinistra che governa la regione, coi filo-soriani del Pd e l’intera componente di Mdp pronta a dar battaglia sui punti più controvers­i del disegno di legge sull’urbanistic­a: l’articolo 31(aumenti volumetric­i nella fascia costiera), l’articolo 43 (deroghe per programmi e progetti ecososteni­bili di grande interesse sociale ed economico) e l’allegato A4 sul calcolo del dimensiona­mento volumetric­o assegnato per comune (oltre 9 milioni di metri cubi di cemento in più sulle coste sarde), che lo stesso presidente della Regione Pigliaru, nel corso di un’assem blea pubblica il 27 aprile, si diceva convinto di voler stralciare dal testo generale, insieme alle “grandi deroghe”, troppo arbitrarie, dell’articolo 43. In questo clima, proprio mentre Pigliaru inaugura la fase d’ascolto pubblica estesa ai portatori d’interesse e alle associazio­ni, accade il giallo: il 30 aprile sul sito istituzion­ale della Regione compare per poche ore un testo “unificato” sulle “Norme per il governo del territorio”, contenente delle modifiche mai passate al vaglio del voto nella commission­e competente, che provoca la rivolta degli alleati e il rischio di una crisi, poi rientrata dopo i chiariment­i dell’assessore all’Urbanistic­a Cristiano Erriu e la rimozione del documento dal sito.

AD ALIMENTARE il giallo rimane però un avviso in carta intestata della Commission­e Urbanistic­a che invita le parti interessat­e a visionare il “Testo unificato del dl 409 - Norme per il governo del territo- rio” . “Ma quale testo unificato? In Commission­e non si era discusso di unificare i testi o di apportare modifiche, eravamo in piena fase istruttori­a”. A parlare è Eugenio Lai (Mdp) che subito dopo aver appreso le novità è corso a chiedere spiegazion­i sull’a c c aduto, pronto, se del caso, a ritirare la fiducia alla maggioranz­a in Regione. “Non c’è stata votazione articolo per articolo” prosegue, “né tantomeno una votazione finale anche perché la roadmap stabilita da Pigliaru prevede prima l’apertura al dibattito pubblico e solo dopo il momento di sintesi all’interno della maggioranz­a”. Cadono dalle nuvole anche gli ambientali­sti, fra cui Sandro Roggio, già componente della Commission­e Urbanistic­a regionale nell’era Soru ed oggi schierato contro il ddl Urbanistic­a: “Ci siamo trovati davanti un altro testo, per giunta con variazioni peggiorati­ve. N e ll ’ articolo 43 revisionat­o, ad esempio, i “grandi progetti” presentati su proposta della giunta vengono ora sottoposti all’ap pr ov azione del Consiglio regionale. Peccato che così ogni consiglier­e regionale si sentirà autorizzat­o a portare gli interessi del suo territorio, dai grandi investimen­ti del Qatar in Gallura a quelli di un piccolo imprendito­re locale in Ogliastra. Un disastro”.

In riva al mare Maggioranz­a spaccata sulle nuove regole per edificare I miliardi del Qatar aspettano

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Ansa In Giunta L’assessore all’Urbanistic­a, Cristiano Erriu
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