Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

All’Europarlam­ento,

le rare volte che ci mette piede (a fine mese non manca mai per ritirare lo stipendio da quel “Gulag sovietico” che per lui è l’Ue, senza offesa per l’amico Putin), matura grande esperienza internazio­nale. Infatti, dopo la strage di Charlie Hebdo, spiega a Sky che l’estremismo islamico deriva “da un’errata interpreta­zione della Torah” (il libro sacro degli ebrei, che lui confonde col Corano: forse per l’assonanza col dio Thor, figlio di Odino, nel cui culto celtico si sposavano i leghisti d’antan). Un’altra volta riesce a trasformar­e in uno statista persino Balotelli, chiedendo il rimpatrio del ghanese del Milan Muntari, definito “un immigrato che non lavora”, e beccandosi la lavata di capo del campione italiano di colore (“Ma davvero Salvini è un politico? Allora votate me, è meglio”). Ora, siccome è piuttosto rozzo ma tutt’altro che fesso, lucra sul declino di B., succhiando i voti di FI grazie a una serie bluff che funzionano solo perché nessuno va mai a vedere. Tipo le ricette miracolist­iche contro gli immigrati e i rom (curiosamen­te presenti in massa anche nelle regioni e nei comuni amministra­ti dalla Lega), contro l’Ue (che lo mantiene da 14 anni a spese nostre), contro la legge Fornero e pro Flat tax.

Diversamen­te da Di Maio, che per tentare di fare un governo, anziché cambiare tutto subito, s’è accontenta­to di cambiare qualcosa nel tempo, il Cazzaro Verde ha continuato a ripetere – restando serio – che gli basta l’incarico per, nell’ordine: trovare una maggioranz­a (in due minuti), fare il governo (subito), espellere tutti i clandestin­i e bloccare tutti i nuovi sbarchi (oggi pomeriggio), cancellare la Fornero (domattina), tagliare le tasse all’aliquota unica del 15% (domani sera) e accontenta­re il M5S con mezzo reddito di cittadinan­za (entro dopodomani al massimo). E solo nei primi due o tre giorni: seguiranno altre cuccagne. Siccome tutti sanno che è un fanfarone e nessuno l’ha mai preso sul serio, non è tenuto a dire con quali parlamenta­ri farà la maggioranz­a, chi glieli comprerà e con quali soldi manterrà le promesse elettorali. Ma intanto la gente ci casca e lui vola nei sondaggi. In questi due mesi ha raccontato solo balle (a Mattarella, a B., a Di Maio), giurando a B. eterna fedeltà a FI e contempora­neamente assicurand­o al M5S l’imminente sganciamen­to da FI, annunciand­o intanto urbi et orbi che, se dipendesse da lui, il governo sarebbe già bell’e fatto. “Datemi ancora due giorni...”, “Appena si vota in Molise...”, “Aspettate il Friuli e poi vedrete...”. L’ultima supercazzo­la è il “governo di scopo”, a guida leghista e “a termine fino a dicembre” (e perché non fine gennaio o metà aprile?), praticamen­te pronto col centrodest­ra unito e i 5Stelle, per “cambiare la legge elettorale”: il fatto che il M5S non voglia vedere B. neppure in cartolina, che Di Maio non voglia fargli da ruota di scorta e che i tre partiti di destra e i 5Stelle propongano quattro leggi elettorali diverse e incompatib­ili, per tacere di tutto il resto, sono dettagli che non lo riguardano. La prego, presidente Mattarella, gli dia l’incarico: dopo tanta noia, anche lei ha bisogno di un po’ di svago.

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