Il Fatto Quotidiano

“Trattativa, il film non tira” L’ultimo bavaglio di Orfeo

La risposta, durante il cda Rai, del direttore generale. Freccero: “Scuse insulse”. L’ultima parola ai capi delle reti

- » GIULIA MARCHINA

“Èun film vecchio, che non ha avuto successo, inutile mandarlo in onda sulle reti Rai”. Con queste parole Mario Orfeo, direttore generale della Rai, ha chiuso il confronto con il consiglier­e Carlo Freccero sul film La Trattativa di Sabina Guzzanti. Presentato nel 2014 alla Mostra del Cinema di Venezia, il film è tornato d’attualità dopo che la sentenza di primo grado del 20 aprile scorso ha confermato quello che la video-inchiesta già ricostruiv­a: la trattativa tra Stato e mafia c’è stata, a colpi di bombe e accordi indicibili.

DOPO LA SENTENZA della corte di assise di Palermo è partita una petizione on line, sul sito C ha nge.org: oltre 17 mila persone chiedono che La Trattativa venga trasmessa in tv, su una delle reti del servizio pubblico. “Sabina mi ha scritto, chiedendo se fosse possibile trasmetter­e il suo lavoro in Rai, e io, visto che era in corso il Cda, ho posto il problema al direttore generale, chiedendo che fosse posto anche ai direttori di rete”, ha detto Freccero che considera La Trattativa “un gioiellino del cinema”. La sua richiesta si è però scontrata con quelle che Freccero definisce “scuse insulse” e con l’argomento che “la Rai si è sempre impegnata nell’affrontare i temi dell’antimafia, della lotta all’illegalità, che ha sempre coperto con film e fiction questo tema scottante”. Quindi non c’è bisogno di trasmetter­e anche La Trattativa. Orfeo, comunque, non vuole passare per censore e lascia la decisione ultima ai direttori delle reti Angelo Teodoli di Rai1, Fabiano di Rai2 e Stefano Coletta di Rai3. Spetta a loro proporre di mettere La Trattativa in palinsesto. Il consiglier­e d’amministra­zione Arturo Diaconale, espresso del centrodest­ra, si è già detto contrario in modo esplicito.

Fin dall’inizio, nonostante gli applausi al festival di Venezia, La Trattativa ha dovuto costruirsi un pubblico quasi in clandestin­ità: nei cinema è passato per pochi giorni, poi centinaia di persone si sono mobilitate per distribuir­e il film dal basso; sono state organizzat­e più di 750 proiezioni in tutta Italia.

IERI IL CDA RAI, in scadenza a fine giugno, ha anche approvato i conti del 2017 con un utile di 14,3 milioni e la previsione di evitare perdite anche nel 2018. Persi i Mondiali di Russia 2018, che si vedranno su Mediaset, la Rai si è assicurata i diritti della Coppa Italia per i prossimi tre anni, staccando un assegno da 35,5 milioni per l’intero pacchetto (compresa la Supercoppa e i diritti radio). Dovrebbe essere confermato Claudio Baglioni per un altro festival di Sanremo, mentre a novembre dovrebbero esserci quattro puntate di uno show con Fiorello.

Resta da capire chi guiderà la Rai, visto lo stallo dei partiti sul governo.

Michele Santoro, che farà un’altra stagione del programma M, si candida per il Cda per uno

Stato-mafia Dopo la sentenza, 17 mila firme per chiedere la messa in onda dell’opera di Sabina Guzzanti

dei quattro posti che vengono decisi dal Parlamento: “Visto che ci si può candidare al Cda Rai manderò il mio curriculum a Camera e Senato. Non perché pensi di farcela, ma per lo meno li costringer­ò ad aprire un dibattito”. Due consiglier­i – l’amministra­tore delegato e il presidente – spettano al ministero del Tesoro. E non è af- fatto chiaro chi sarà il ministro col potere di indicarli in quell’esecutivo “di servizio” che ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha indicato come l’unico sbocco possibile della crisi, prima di nuove elezioni in cui la Rai avrà come sempre un ruolo decisivo.

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Ansa Realtà e finzione Il direttore generale Rai, Mario Orfeo e il consiglier­e Carlo Freccero. In alto, un ciak de “La Trattativa” di Sabina Guzzanti
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